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Ripresa del campionato di Eccellenza? La Sansovino dice no:"O tutti o nessuno"

Presa di posizione decisa e ferma della società savinese

E' un no secco e deciso quello che i dirigenti della Sansovino hanno dato come risposta alla possibile ripartenza del torneo di Eccellenza. I motivi della società, che oggi milita in Prima categoria, sono presto detti.

Ecco la lettera della Sansovino.

In questi ultimi giorni si parla di una eventuale ripartenza del solo campionato di Eccellenza. 
Ipotesi che ci vede fortemente contrari in quanto riteniamo, se le condizioni lo permettono all'Eccellenza, che tale possibilità debba coinvolgere tutto il movimento dilettantistico.
A tal riguardo abbiamo scritto al Presidente della LND Cosimo Sibilia, al Presidente del Comitato Toscana Paolo Mangini e a tutte le società del nostro girono di Prima categoria.
Di seguito la nostra lettera.
   Abbiamo appreso che la Lega Nazionale Dilettanti, di concerto con il Comitato Regionale Toscana, sta considerando una eventuale ripartenza per quanto riguarda la categoria di Eccellenza. La motivazione è quella di garantire l’organico della Serie D per la prossima stagione.
   La nostra posizione è assolutamente contraria ad una soluzione del genere. Una categoria che riparte con il blocco delle retrocessioni per fare da stampella alla categoria superiore è qualcosa che va contro qualsiasi logica sportiva. Il risultato che ne verrebbe fuori potrebbe essere quello di gare farsa, con società in difficolta economica e di gestione per il perdurare della inattività che non avranno nessuna volontà di salire di categoria e che per contenere le spese della ripartenza potrebbero schierare in campo una squadra piena di juniores. 
   La motivazione quindi dell’Eccellenza come fornitrice di squadre per la prossima stagione di Serie D ci sembra, oltre che debole, sbagliata di fondo anche in virtù del fatto che le società della Serie D in questa stagione hanno avuto solo i costi e pochissime entrate e anche per questo sarebbe più logico bloccare direttamente le retrocessioni in Serie D. Sarebbe un modo concreto di aiutare società in grande difficoltà economica per i mancati incassi quali botteghino, sponsor e contributi vari. Avranno almeno la certezza della categoria e la speranza di poter recuperare qualcosa nella prossima stagione.  Ci sembrerebbe appunto un vero aiuto alle società di Serie D.
   La serie D possiamo definirla una categoria semi-pro, infatti sono previsti degli accordi economici con tecnici e calciatori che regolano i compensi economici, l’Eccellenza invece rientra nei dilettanti pieni, è la categoria regionale più alta ma come status al pari degli altri campionati regionali quali Promozione, Prima Categoria e Seconda Categoria e, come ben sapete, nei dilettanti non sono previsti compensi per tecnici e atleti, ma rimborsi spese forfettari. Come si evince dal nome trattasi appunto di rimborsi a fronte di un impegno svolto. In questi mesi di inattività l’impegno non c’è stato e di conseguenza i rimborsi spese non sono stati erogati.
   Quindi non riteniamo giusto la considerazione diversa per una categoria rispetto ad altre che fanno parte della stessa organizzazione, in questo caso il Comitato Regionale Toscana della FIGC.
   Chiediamo quindi che si valuti la ripartenza di tutto il comparto Dilettanti, con protocolli sostenibili e contributi o ristori per tamponi, rapidi anziché molecolari, e gestione di eventuali casi di positività che non prevedano il blocco in automatico di tutto il gruppo con tutte le limitazioni che inevitabilmente ricadono su famiglie, lavoro o scuola. Ricordiamo che nei campionati regionali dilettanti per gli atleti, così come per i tecnici e dirigenti, l’attività sportiva non è l’attività principale delle loro vite. 
   Se di ripartenza si parla il coinvolgere tutti i dilettanti sarebbe anche la soluzione sportiva più semplice e più giusta. Con promozioni e retrocessioni che, pur in una stagione particolarissima, avrebbero un qualche valore sportivo. Alla fine, ci sarebbe un criterio sportivo.
   Se invece la stagione, coma da più parti viene invocato, viene annullata si aprirebbero una serie di problemi che sarebbero ancor più di difficile soluzione. 
   Partiamo dai tesseramenti che scadono regolarmente al 30 giugno:
• Se la stagione è nulla come dobbiamo comportarci con le scadenze? 
• Come possiamo recuperare il denaro che ogni società ha speso per tesserare gli atleti e i tecnici? Ogni tesseramento comporta un costo per la società.
• Come dobbiamo regolarci con i Premi di Preparazione se la stagione 20/21 di fatto non si è svolta?
• Come dobbiamo regolarci con i tesseramenti temporanei e con gli accordi presi tra società?
• La questione fuori quota come verrebbe affrontata? Se venisse confermata la classica scaletta ci ritroveremmo annate completamente dimenticate da tale Istituto.
   Per arrivare infine al denaro speso per le iscrizioni ai vari campionati.
   Venendo al settore giovanile che è ben lontano da una probabilità di ripartenza visto che nessuno lo ha mai neppure nominato, vogliamo sottolineare che a tutte le difficolta, come quelle sovraesposte, si aggiunge il fatto che i ragazzi sono oramai arrivati ad un anno solare senza giocare e che quindi c’è da ragionare sulla scaletta delle categorie (per esempio i Giovanissimi si potrebbero ritrovare negli Juniores senza aver giocato negli Allievi).
   Questi ci sembrano, tra i tanti, dei problemi formali/organizzativi molto importanti e assolutamente da considerare.
Riteniamo che in questo momento storico occorrano scelte coraggiose ed innovative per uscire da questa situazione di immobilismo. Scelte coraggiose da parte degli organismi del Calcio e da parte di noi Società. Dobbiamo necessariamente reinventarci, portare nuove idee perché la struttura e la forma dei campionati e della coppa che conosciamo non è al momento più sostenibile, e temiamo che non lo sia neppure per il prossimo futuro.
   Occorre affrontare e superare i tanti tabù o dogmi che negli anni si sono consolidati. I format dei campionati e la stagionalità (invernale/estiva) potrebbero essere i due punti su cui poggiarsi per ripensare l’intero movimento. 
   Sull’esempio dell’estate 2020, il periodo maggio/settembre potrebbe essere quello più sicuro sotto l’aspetto sanitario anche perché quest’anno parte della popolazione che ha contratto il virus godrebbe di una certa immunità e la campagna vaccinale in atto darebbe copertura ad un’ulteriore fetta di persone per cui il poter sfruttare questo periodo potrebbe essere una idea da sviluppare e che permetterebbe anche, con una buona sicurezza, una parziale riapertura al pubblico degli impianti che darebbe un po’ di respiro (oltre che una parvenza di ‘normalità’) alle casse delle società, che non va dimenticato, ad inizio stagione hanno preso degli impegni con fornitori di materiale (ad esempio attrezzatura sportiva e abbigliamento) che giace inutilizzato nelle stanze degli impianti sportivi. 
   Chiediamo pertanto agli organismi calcistici di considerare e valutare tutto quello che abbiamo esposto. 
   Il movimento del calcio giovanile e dilettantistico è una risorsa e una ricchezza della nazione sia in termini sociali che economici per l’indotto che genera e deve essere rispettato e valorizzato, invece in questi mesi è stato quasi dimenticato e le associazioni che ne fanno parte abbandonate un po’ a sé stesse.

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