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Le riforme del calcio e una domanda: chi vince la serie D, in quale categoria giocherà?

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, vuole dare uno scrollone al sistema per riequilibrare la distribuzione delle risorse economiche. E ha previsto la nascita di serie C elite e serie D elite. Ma dalle Leghe arrivano veti incrociati e una rassicurazione anche per l'Arezzo

“Tre livelli di professionismo non sono più sostenibili, quindi ho proposto una fusione tra serie B e serie C”. Parole di Gabriele Gravina, che sta seriamente pensando di dare uno scrollone al sistema calcio. Il presidente della Figc è in una posizione di forza, reduce dalla vittoria della Nazionale agli Europei che ha consolidato la sua leadership. In questo momento può permettersi di tirare la corda, anche se all'interno del Palazzo le resistenze non mancano.

Riassumendo: l'obiettivo di Gravina è assicurare stabilità alle società. Quindi ha proposto al consiglio federale una serie A con 18 squadre anziché 20, una riduzione del numero di promozioni e retrocessioni tra le varie Leghe e una rivisitazione di tutta l'impalcatura organizzativa.

“Ci sono club che spendono più di quello che possono per non scendere di categoria” è stata l'argomentazione del presidente, che ha messo in luce un dato: “riguardo la ripartizione delle risorse economiche, il rapporto tra serie A e serie B è 1 a 8 e quello tra B e C addirittura 1 a 10. Questo divario non può più esistere”. Da quest'analisi nasce la bozza di riforma con due retrocessioni dalla A, due dalla B e 3 dalla neonata C Elite.

E qui entra in ballo anche l'Arezzo, perché a catena la riorganizzazione andrebbe a toccare pure la serie D. Andiamo con ordine: la nuova Lega di B avrebbe dentro la B attuale (18 squadre) e la C Elite (16 squadre). Resterebbe poi una serie C semiprofessionistica con 36 squadre (due gironi da 18), quindi una serie D Elite, intermedia tra i dilettanti e la C.

Molto complesso soltanto a pensarlo e scriverlo, figurarsi a metterlo in pratica. Gravina, in ogni caso, vorrebbe dare il via alla rivoluzione già dalla prossima stagione, la 2022/23, per contenere i costi e suddividere in maniera più equa le risorse.

Molti dettagli sono ancora nebulosi, il che non consente di analizzare in profondità il progetto. Di sicuro c'è che la serie C, per bocca del presidente Ghirelli, ha detto no. E la Lega Nazionale Dilettanti, dopo un sondaggio del Dipartimento Interregionale con le società iscritte, è arrivata alla stessa conclusione: il riassetto così com'è, non può passare.

Al di là dell'aspetto strutturale, c'è anche un risvolto pratico che interessa molti club, compreso l'Arezzo. Chi vince il campionato 2020/21, dove giocherà il prossimo anno? Da che mondo è mondo, le riforme si fanno a medio termine e non a pochi mesi di distanza dalla loro entrata in vigore. Dalla Lnd filtra una rassicurazione: non ci saranno amare sorprese per chi si classificherà al primo posto nei nove gironi di serie D. Quelle squadre saliranno di categoria, senza se e senza ma. Un concetto chiaro, semplice, che non dovrebbe nemmeno essere messo in discussione, a prescindere dalla necessità di redistribuire i soldi con maggiore criterio. Un concetto che verrà ribadito anche a Gravina, il quale nei prossimi giorni avrà una serie di incontri con i rappresentanti della Lnd.

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