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Il primo gol in Italia di Maradona, Pellicanò era in porta: "Boato da pelle d'oca, il San Paolo veniva giù"

Il ricordo del portiere dell'Arezzo in quell'agosto 1984, quando il fuoriclasse argentino esordì in Italia con la maglia del Napoli e segnò il suo primo gol in una partita ufficiale in Coppa Italia agli amaranto

Napoli, 22 agosto 1984. Allo stadio San Paolo si affrontano per il primo turno di Coppa Italia la squadra di casa e l'Arezzo. Gli azzurri erano in serie A, mentre gli amaranto erano pronti a disputare il terzo campionato cadetto consecutivo.

"Una partita indimenticabile perchè era la prima ufficiale di Maradona in Italia e soprattutto debuttava al San Paolo", inizia con queste parole il ricordo di Pino Pellicanò, estremo difensore dell'Arezzo in quell'annata. Che prosegue: "Quel giorno facemmo il riscaldamento dentro gli spogliatoi, quindi non potevamo sapere quante persone c'erano allo stadio. In quegli anni per una partita del genere se tutto andava bene c'erano massimo 10mila persone, a maggior ragione se consideriamo che noi eravamo in serie B".

Quella partita però non era una come tante altre, era il giorno in cui Diego Armando Maradona debuttava con la maglia azzurra al San Paolo. Pochi giorni prima, il 9 agosto, aveva già indossato il numero 10, sempre contro l'Arezzo, ma al Comunale in amichevole: segnò una doppietta e impressionò tutti gli spettatori presenti allo stadio.

"Era arrivato il momento di salire gli scalini che portavano al campo, c'era un silenzio surreale, credevo che non ci fosse nessuno. Appena si iniziò a intravedere la testa di Maradona ci fu un boato incredibile, sembrava venisse giù lo stadio. Un boato da pelle d'oca. Per una partita di Coppa erano numeri impressionati, c'erano più di 70mila spettatori sugli spalti".

Ma Pellicanò si ricorda molto bene anche il gol subito dal fuoriclasse argentino e la sua reazione: "Era il 20esimo del primo tempo, punizione per il Napoli, sul pallone andò proprio lui. Presi gol, in quel momento mi arrabbiai con me stesso perchè pensavo di poter fare di più. Poi rivedendolo ho capito che era impossibile prendere quel pallone, i calci di punizione erano la sua forza. Dopo tanti anni sono orgoglioso di aver preso gol dal giocatore più forte del pianeta. Mi ricordo che durante quella partita dicevo ai miei compagni di dargli un occhio in più, era piccolo e rapido, aveva qualcosa di speciale. C'era molto rispetto per lui, quasi la paura di fargli un fallo. Quando c'era un contrasto e lui cadeva, si alzava e ti guardava come a chiedere scusa. Era molto umano, sia dentro che fuori dal campo".

L'eterno dibattito del calcio è su chi sia stato il giocatore più forte di tutti i tempi tra Maradona e Pelé, Pellicanò ha le idee chiare: "Maradona e Pelé sono due grandissimi fuoriclasse, che non moriranno mai nella testa di chi ama il calcio. Detto questo è difficile paragonare un giocatore all'argentino, è il massimo. Ai giorni di oggi si può avvicinare solo Messi, ma uno come Maradona o Pelé può nascere una volta ogni secolo. Ho giocato con il più forte calciatore italiano, Roberto Baggio, ma Maradona è Maradona".

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