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Calcio Via Antonio Gramsci

Fabbro: "Arezzo piazza con il giusto mix di passione e ambizioni". La trattativa, ruoli, mercato e obiettivi

Un passato da portiere nelle giovanili della Lodigiani, guardalinee fino alla Lega Pro, ma anche promotore finanziario. L'attività di consulente, da Trapani ad Arezzo, dove sarà il dg. Riccardo Fabbro si presenta

Una breve vacanza, il tempo di trascorrere qualche giorno di relax dopo il cambio di proprietà dell'Arezzo, e poi da martedì via alla nuova avventura in viale Gramsci. Direttore generale: questa sarà la carica di Riccardo Fabbro. Nato a Roma, classe 1986, quello di Fabbro è un nome che si lega al mondo del calcio e delle finanza. Estremo difensore, anche tra le fila della Lodigiani fino al 2004, quindi arbitro e poi guardalinee fino alle Lega Pro. "Non ricordo sinceramente di aver incrociato l'Arezzo" ammette Fabbro. Accanto alla passione per il calcio gli studi.

"Ho giocato fino a 20 anni nella Lodigiani come portiere poi mi sono dedicato agli studi laureandomi in Economia - aggiunge il nuovo dg amaranto - mi sono iscritto all’albo dei giornalisti ed ho iniziato ad arbitrare. Interregionale, serie D e quindi la Lega Pro come assistente fino al 2017. Intanto avevo iniziato a lavorare come promotore finanziario per Deutsche Bank. Qui ho avuto modo di conoscere alcuni professionisti, anche sportivi, ma non agivo nel mondo dello sport. Non potevo e non volevo essendo un arbitro. Solo dopo aver smesso di arbitrare ho potuti seguirli anche in quell'ambito".

Quella per l’acquisto dell’Arezzo è stata la prima trattativa che ha seguito?

"Per motivi di lavoro ho conosciuto imprenditori che mi hanno chiesto in passato di affiancarli in alcune trattative, non solo come consulente finanziario, ma anche come intermediario. C'è il precedente di Trapani dove ho seguito l'iter per l'acquisizione, ma non è l'unico precedente. Per quanto riguarda l'Arezzo il gruppo che si è fatto avanti ha trovato la quadra nel giro di qualche settimana, ed è stato possibile accompagnarli alla firma".

Quando le hanno chiesto di assumere la carica di direttore generale?

"La richiesta degli imprenditori che erano interessati all'Arezzo, all'inizio, era di affiancarli in questo percorso, un po' come accaduto a Trapani. La loro intenzione è ovviamente fare bene e ottenere visibilità, ma non hanno mai fatto calcio. Mi hanno proposto, visto il mio passato, di seguire la società. Alla fine ho un'estrazione finanziaria e ho esperienza nel mondo del calcio. La Cava era contento della decisione, anche perché ci conosciamo da un anno e mezzo. È nata l'idea di darmi questo incarico e martedì o mercoledì prossimo penso proprio che arriverà la nomina ufficiale".

Così il nuovo Arezzo, Gentile: "Monaco presidente, Fabbro direttore generale". Progetto giovanili e sponsor

Lei è anche figlio d’arte, suo padre è allenatore.

"Ha sempre allenatore all’estero e mai in Italia, le prime squadre almeno, e questo è un suo cruccio".

Che idea si è fatto di Arezzo?

"Penso, forse egoisticamente, che è la piazza giusta per iniziare. La ritengo una realtà più gestibile di altre che in questo momento fanno la Lega Pro. Al tempo stesso non è certo un club alla sua prima esperienza. C'è il giusto mix di passione e ambizioni. Una città che può dare stimoli ideali a chi come me andrà per la prima a lavorare come direttore generale. Di certo non parlerò mai male degli arbitri - ammette ridendo - sia per la vicinanza della loro sede sia perchè il presidente è un aretino. I procuratori? Non penso possano fregarmi visto che vengo dal loro mondo, così come conosco bene quello delle banche".

Come sarà composto l'organigramma?

"Abbiamo la fortuna di partire praticamente da zero - sottolinea Fabbro - potremo mettere persone non corrotte dal sistema calcio, gente che stimo e con curriculum importanti. Penso ad esempio al marketing dove abbiamo due-tre scelte, un ruolo che potrebbe essere affidato ad una figura universitaria. Penso ad un organigramma giovane e di competenza, dove ogni dirigente porterà la propria conoscenza ed esperienza relativa a quel settore. E poi vorrei lanciare anche il mondo degli sport elettronici legandolo allo stadio".

La spaventa il fatto di avere 20 giocatori sotto contratto?

"No. Cercheremo di sfruttare anche i prestiti da serie A e B puntando alla valorizzazione, e per farlo servono spazi liberi in rosa. È inevitabile che ci saranno movimenti in uscita. Qualcuno ha già chiesto di andare via a La Cava, ma fino a quando non verranno affidati i vari incarichi nessuno si muoverà - spiega Fabbro - questa mattina mi hanno già chiamato alcuni dirigenti di altri club chiedendomi di svincolare degli elementi. Per adesso non si muove nessuno".

Punterete al minutaggio?

"Fortuna che i 1998 quest’anno contano 0,50 per il minutaggio e noi ne abbiamo tanti. Non è una priorità, ma se dovessimo riuscirci perché no. Il nostro obiettivo non è vincere la Champions, quindi giocare con soli elementi esperti. Ma l'obiettivo non è nemmeno di cercare questi fondi. Dobbiamo puntare su elementi da valorizzare affiancandoli a elementi di qualità come Foglia e Cutolo, giusto per fare dei nomi. Poi ci sono i ragazzi che rientrano dai prestiti e alcuni possono fare al caso nostro".

Quando inizieranno gli allenamenti?

"Ho chiesto al segretario, Gianluca Zinci, di richiamare tutti i giocatori per il 20 e 21 agosto ad Arezzo. Svolgeremo i test e le visite mediche poi spazio ai primi allenamenti. I membri dello staff tecnico dell’ultima stagione, i preparatori atletici e quello dei portieri seguiranno i ragazzi. Lo staff è sotto contratto fino a fine agosto, percepisce regolare stipendio, abbiamo pensato di far seguire a loro questa prima parte di lavoro essendo ancora legati al club".

Allenatore e direttore sportivo quando verranno presentati?

"Il cronoprogramma prevede il mio arrivo ad Arezzo il 18 agosto per visionare le strutture e organizzare la conferenza stampa del giorno dopo, quella che seguirà la prima assemblea del club. Tra il 20 e il 24 decideremo staff tecnico e direttore sportivo, il 24-30 agosto ci dedicheremo al settore giovanile quindi al mercato".

Di Orgoglio Amaranto e dell’azionariato popolare cosa pensa?

"E’ una gran cosa, pensi che lo avevo proposto anche a Trapani tramite un crowdfunding. Tutti i grandi club hanno questo tipo di formula. Sicuramente Orgoglio Amaranto è stato determinante nell’ultimo periodo e non solo. All'inizio avevo qualche timore perchè un socio che con l'uno per cento può bloccare una trattativa. Non è cosa da poco. La Cava ha parlato bene di Orgoglio Amaranto, adesso dobbiamo conoscerci a vicenda".

Avete già parlato con il sindaco Ghinelli?

"Penso che lo incontreremo presto. Il ruolo di La Cava è importante sotto questo punto di vista per aiutarci a conoscere la città".

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