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Orgoglio Amaranto prende posizione: "L'Arezzo è di tutta la città. Alla dirigenza diciamo: serve il dialogo"

Il comitato di azionariato popolare, dopo l'infuocata conferenza stampa di presentazione del direttore sportivo Tromboni, stigmatizza i toni sopra le righe e invita la proprietà al confronto sereno con i tifosi

Comunicato stampa di Orgoglio Amaranto, il comitato di azionariato popolare che detiene l'1% delle quote sociali dell'Arezzo calcio. Ieri, durante la presentazione del nuovo direttore sportivo Cristiano Tromboni, il dg Guglielmo Manzo si era lasciato andare a frasi sopra le righe dopo l'irruzione di alcuni tifosi in sala stampa che avevano rimproverato alla società di prendere in giro la piazza. "Qui siete a casa mia, non vi dovete permettere questo comportamento. Altrimenti chiudo lo stadio e non faccio entrare più nessuno" aveva detto il dirigente.

"Il Comitato Orgoglio Amaranto ritiene che in un momento così delicato della stagione l’unico obiettivo, da perseguire con ogni mezzo, debba rimanere la riconquista del professionismo, inopinatamente perduto nella scorsa sciagurata stagione. Per questo tutte le componenti che hanno a cuore le sorti del Cavallino devono tendere verso la stessa direzione e spingere congiuntamente ed unicamente verso la realizzazione di questo risultato. Ogni divisione, polemica e atto impulsivo rischia di vanificare questo sforzo.

Pur apprezzando gli investimenti fatti e l’impegno, certamente economico, da parte della proprietà della S.S. Arezzo per dare gambe alle aspettative di tutti i tifosi amaranto e comprendendo il contesto di amarezza e di oggettiva difficoltà in cui sono state pronunciate, non possiamo lasciare senza commento le dichiarazioni dei massimi vertici societari nella conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore sportivo.

Quando si afferma la volontà di chiudere lo stadio ai tifosi e si sostiene un modello di gestione strettamente privatistico di un bene comune come, inevitabilmente, è una squadra di calcio, Orgoglio Amaranto si ritiene chiamato direttamente in causa. Il Comitato è fondato e composto da tifosi che in questo momento vogliono ribadire la missione con cui nasce l’azionariato popolare e che costituisce le fondamenta stesse della nostra associazione: il rispetto dei valori di democrazia ed inclusione, la partecipazione diretta, il coinvolgimento della comunità di cui il club deve essere riferimento, ma anche modello.

Ci corre l’obbligo di ribadire il concetto per cui quando si diventa proprietari di una società calcistica non si viene in possesso di un bene proprio ad uso esclusivo ma qualcosa che riguarda la passione e il sentimento delle persone, la tradizione e l’orgoglio di una comunità tramandati da generazioni, la cultura sportiva e sociale di una intera città. Tutto questo, inevitabilmente, amministrando un bene così prezioso, non si può pensare che non debba essere condiviso con coloro che, spesso a costo di grandi sacrifici, animano e tengono in vita questi valori.

Riteniamo pertanto come l’unica azione necessaria, per ripristinare un clima sereno e coinvolgente che aiuti a perseguire i traguardi prefissi siano il confronto e il dialogo, senza inutili forzature, altrimenti la città e la squadra rischiano di pagare il conto più salato. Un’azione che deve essere compiuta quanto prima".

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