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Farsetti e il futuro di Orgoglio Amaranto: "Calcio sostenibile il nostro obiettivo"

Il presidente del comitato alla vigilia di una delicata assemblea dei soci: "Aumento di capitale e azionariato diffuso, decideremo con gli iscritti. Le parole concilianti di Manzo? Bene così, adesso ci vogliono i fatti"

L'assemblea dei soci della Ss Arezzo ha deliberato un aumento di capitale da 3 milioni e Orgoglio Amaranto, socio di minoranza all'1%, deve decidere se versare la quota parte, 30mila euro, che non sono pochi per un comitato che vive di finanziamenti spontanei da parte della gente, oppure ridisegnare il proprio futuro. Domani il comitato radunerà gli iscritti proprio su questo argomento.

Presidente Stefano Farsetti, darete indicazioni su cosa fare oppure lascerete che a decidere siano gli iscritti?

Il direttivo ha lavorato a fondo su questo argomento. Metteremo al corrente l’assemblea di tutti i risvolti tecnici e degli scenari che si verrebbero a definire in un caso o nell’altro.

La linea che trapela comunque è quella di procedere al versamento. E’ giusto?

Io dico che OA, in questi 12 anni, si è ritagliato un ruolo importante. Lo testimoniano anche le vicende di questi giorni. Oltre al nostro impegno nel calcio, abbiamo finanziato tante iniziative sociali con l’aiuto decisivo della città. Questo ruolo vorremmo conservarlo.

Sorpreso dalle dichiarazioni concilianti del presidente Manzo?

Un po’ sì, lo ammetto, perché pochi giorni prima il tono era stato molto diverso durante l’assemblea dei soci. Però credo che l’unica via percorribile sia quella della distensione. La polemica e lo scontro non fanno bene a nessuno, il calcio non si può fare con il muro contro muro. Adesso mi auguro che alle parole seguano i fatti.

Cioè cosa di preciso?

Credo che spetti al presidente Manzo fare un passo nei nostri confronti dopo l’ultimo periodo difficile. Noi non ci siamo mai tirati indietro e non lo faremmo stavolta. Massima disponibilità a sederci al tavolo con lui, a patto che non si ripetano gli errori del passato. OA deve avvertire fiducia e non diffidenza. Lasciamo stare l’aspetto economico, mi riferisco soprattutto a quello ambientale: chi meglio del comitato potrebbe dare un’indicazione, un consiglio, una lettura della realtà per migliorare i rapporti tra l’Arezzo e l’imprenditoria, i tifosi, la città in genere? E’ ovvio che se OA viene visto come una scocciatura e non come una risorsa, si creano frizioni. E’ anche per questo che domani presenteremo un progetto a cui teniamo molto.

Quale?

Un modello di calcio sostenibile, in grado di valorizzare asset strategici come strutture e settore giovanile, di aggregare le forze economiche del territorio coinvolgendo persone, enti, imprese. Il tutto senza trascurare i risultati sportivi. Un azionariato diffuso che rappresenta un passo avanti rispetto all’azionariato popolare. Ci crediamo molto.

Quali scenari ci sono all’orizzonte, secondo OA, per l’Arezzo calcio?

Le ultime parole del presidente Manzo sono molto importanti. OA ha una base aretina e la convinzione che imprenditori locali, coinvolti in più vesti, potrebbero portare in dote una risorsa aggiuntiva come il legame con il territorio e la passione. Ma quel che conta di più è la sostenibilità, la competenza, la stabilità della società. Mi auguro che dopo queste due stagioni tribolate, si creino i presupposti per una svolta di questo tipo.

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