Dall'India all'Arezzo, Franzese si racconta: "Pissardo e Daga due giovani di valore"
Il preparatore dei portieri dell'Arezzo racconta così i suoi (quasi) due anni con il Cavallino
Lo sosta forzata non ci voleva. "Ma adesso dobbiamo solo pensare alla salute, il calcio e tante altre cose passano in secondo piano" spiega Francesco Franzese, preparatore dei portieri del Cavallino.
"Ne approfitto per stare con la mia famiglia - racconta Franzese - e poi mi aggiorno e studio. Sto seguendo un corso Uefa B".
Classe 1981, un passato da calciatore anche da avversario dell'Arezzo con Novara e Castel Rigone, poi la decisione di intaprendere la carriera di allenatore, ovviamente dei portieri. E proprio con questo incarico nel 2014 parte per l'India.
"Mi chiamò Marco Materazzi e accettai di andare il terzo portiere al Chennaiyin oltre a ricoprire l'incarico di preparatore dei portieri - ricorda Franzese - è stata una bella esperienza. In rosa c'era anche Alessandro Nesta".
Dopo tre stagioni ecco il ritorno in Italia come preparatore dei portieri della Viterbese, avversaria dell'Arezzo, e quindi l'arrivo in viale Gramsci.
A Viterbo Iannarilli, ad Arezzo prima Pelagotti e adesso due giovani come Pissardo e Daga. Quanto è cambiato il metodo di lavoro?
"Più che il metodo di lavoro cheresta sempre più o meno lo stesso, andando a cercare di far crescere i portieri dove hanno delle difficoltà - spiega Franzese - è cambiato semmai l'approccio. Iannarilli e Pelagotti sono due portieri che hanno anni di esperienza alle spalle in prima squadra. Pissardo è al secondo anno in Lega Pro, Daga è giovanissimo. E' chiaro che devi cambiare qualcosa".
Quanto sono diversi Pissardo e Daga?
"Pissardo è un portiere forte nell'attaccare il pallone. Alto un metro e 83 ha già un'esperienza in serie C. Con lui, ma anche con i suoi compagni, cerchiamo anche di mgliorare nel lavoro podalico e nella gestione del pallone perchè mister Di Donato chiede di non gettare via il pallone e far ripartire da dietro l'azione. Daga è giovanissimo: un 2000, forte fisicamente. Sono due portieri giovani con ampi margini di miglioramento. Sono una risorsa per la società".
Soprattutto da gennaio in poi Pissardo è stato spesso decisivo.
"Più che cresciuto direi che ha acquisito sicurezza, merito dell'aver trovato continuità. Pii è chiaro che questo è un discorso che coinvolge un po' tutta la squadra".
Li sente spesso i suoi ragazzi?
“Ogni giorno. Hanno un programma per lavorare sulla forza e su alcuni aspetti. Poi quando possono scendono un attimo in un'area verde che hanno sotto la loro abitazione, ma a livello di corsa è difficile fare qualcosa”.
Visto l'affiatamento e il tipo di allenamento viene da pensare quasi che i portieri sono una sorta di 'squadra nella squadra'.
"Per certi versi è così ma solo per il tipo di lavoro che viene richiesto. Poi chi decide è mister Di Donato".
Che idea si è fatto di questo momento?
"Io penso sia inutile parlare di campionati, di riprese o altro. Pensiamo solo alla salute. Il calcio viene dopo. Noi possiamo anche giocare ad agosto".