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Il calcio delle donne, la grande sfida di Anselmi: "Movimento in crescita. E noi vogliamo vincere"

Le amaranto, da ieri in ritiro a Chitignano, puntano alla promozione in B con Testini in panchina. Le strutture, i costi, le partite allo stadio, i rapporti con il maschile: intervista al presidente dell'Acf Arezzo

Quando è entrato nel calcio, come socio di minoranza dell'Arezzo maschile, Massimo Anselmi era incuriosito da un mondo che conosceva solo di facciata. Era il 2018. Adesso, al secondo anno da presidente dell'Arezzo femminile, il calcio è diventato una passione a cui non può dire di no. Ceo di Chimera Gold, con interessi imprenditoriali in più settori, Anselmi ieri mattina ha salutato la squadra che si è radunata al quartier generale di Ceciliano. La serie C femminile è una categoria dilettantistica ma l'impostazione dell'Acf Arezzo somiglia a quella dei club professionistici.

“Le ragazze erano abituate a lavarsi da sole le divise da gioco – ha detto Anselmi. Io ho voluto che se ne occupasse la società. E' un piccolo particolare che però ha significato molto e che fa parte della nostra politica di crescita: stiamo migliorando il centro sportivo, abbiamo rinnovato la fornitura di materiale tecnico con Robe di Kappa, la squadra resterà una settimana in ritiro a Chitignano. Pretendiamo impegno e costanza, è giusto dare qualcosa in cambio”.

Quanto costa un campionato di C femminile?

“Dipende da molti fattori. Ad Arezzo costa circa 300mila euro, che non sono pochi”.

Il calcio delle donne è tra le discipline che stanno crescendo di più. E' un trend definitivo o teme uno stop?

“No, non temo marce indietro. Il movimento lo alimentano i grandi club di serie A e i dati sono chiari: tutti stanno investendo nelle strutture e nei membri dello staff, tant'è che nei ruoli chiave vanno sempre più persone competenti di calcio. L'effetto traino è dirompente e il boom, secondo me, deve ancora arrivare. La sinergia con il maschile sarà il nuovo step da fare”.

A proposito. Che rapporti ci sono con la Ss Arezzo?

“Buoni, cordiali, tant'è che le nostre ragazze da settembre giocheranno le partite interne di campionato allo stadio. Un ringraziamento, a tal proposito, va anche al Comune. Quando la squadra maschile sarà tornata tra i prof, riparleremo di un eventuale accordo da stringere per razionalizzare gli investimenti. La maglia amaranto è una e va onorata in ogni ambito”.

La sua esperienza da vicepresidente dell'Arezzo maschile, a qualche anno di distanza, che sapore ha?

“Un sapore dolce, nonostante tutto. Cercai di dare il mio contributo da socio di minoranza e soprattutto da aretino. E tentai di risolvere le questioni spinose nelle sedi opportune, perché la città non meritava lo stillicidio di polemiche che invece venne a galla. Sarei restato, ma mi vollero fuori e venni via. In ogni caso, ho più attestati di stima oggi che allora. E ne sono felice”.

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La Ss Arezzo, di cui lei è socio fondatore, partirà per vincere la D dopo un'annata disastrosa. E l'Acf Arezzo che obiettivi ha?

“Alle ragazze ho fatto un discorso simile a quello che faccio ai miei dipendenti in azienda. Non chiedo risultati economici ma professionalità e serietà. Con quelle poi arriva tutto il resto. Se la squadra sarà coesa e concentrata, con le qualità che ha, può fare molto bene. Anche se le favorite per me restano Ternana, Livorno e Spezia”.

Pure voi, come il maschile, avevate presentato la domanda di ripescaggio dopo il secondo posto di un anno fa. Senza esito però. Deluso per com'è andata a finire?

“Un po' sì. Ma ci rifaremo sul campo, ne sono sicuro”.

Testini allenatore è una follia, una scelta di cuore o il segnale che qua si fa sul serio?

“Una scelta di cuore no, almeno per me. E' vero che tra noi c'è un rapporto di amicizia da diversi anni, ma io l'ho scelto perché ho visto come e quanto ha lavorato nei mesi scorsi da direttore tecnico. Sa fare gruppo, sa lavorare in team, ha carisma, ha esperienza. Lui non voleva fare l'allenatore, né da noi né altrove. L'ho convinto perché nel calcio femminile, la qualità in panchina fa la differenza. E con Emiliano mi sento tranquillo”.

Il calciomercato è chiuso o la squadra va ancora rinforzata?

“L'ossatura è rimasta quella della stagione passata, però abbiamo alzato il livello medio del gruppo. In passato alcune analisi prettamente calcistiche, nella costruzione della rosa, erano state trascurate. Stavolta invece ci siamo mossi dopo aver controllato ogni dettaglio”.

All'alba di questa nuova stagione, qual è il suo stato d'animo?

“Sono felicissimo. L'anno scorso era l'anno zero, avevo rilevato la società in corsa, ereditato alcune situazioni che non mi convincevano granché. Adesso abbiamo sciolto diversi nodi. Per questo sono molto ottimista”.

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