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La batosta che non t'aspetti. Arezzo travolto a Gavorrano, ora serve un cambio di rotta

La prima sconfitta, arrivata con un pesante 4-1, mette l'allenatore di fronte all'impellenza di sciogliere alcuni nodi: dall'utilizzo dei terzini under a quello della coppia di attaccanti, finora molto generosi ma poco incisivi. Da questo capitombolo però si deve ripartire

Brutta figura. L'Arezzo a Gavorrano non ha perso la partita, ha fatto una brutta figura. La differenza è sostanziale ed è giusto rimarcarla, dopo settimane in cui la squadra si è presa elogi e applausi (meritati) per le prestazioni e i risultati. Qualche magagna era sempre affiorata in realtà, anche quando le cose andavano bene, ma restava sottotraccia in virtù del peso preponderante che avevano le cose buone: le parate di Colombo, i gol di Strambelli, le geometrie di Aliperta, la solidità di Lomasto, ma anche lo spirito di un gruppo che ha sempre dimostrato compattezza e unione d'intenti. Non sarà un 4-1 a cancellare tutto, però ieri per la prima volta l'Arezzo ha toppato approccio, interpretazione, disegno tattico, giocate. Era una partita da circoletto rosso, così l'aveva definita Mariotti, e si è trasformata in un'imbarcata clamorosa. Il fatto che sia arrivata nel primo scontro diretto stagionale è una dolorosa spina nel fianco.

Risultato e prestazione. Mariotti, che proprio ieri festeggiava i 60 anni, in settimana aveva detto che per una volta sarebbe stato più importante il risultato della prestazione. Il dio del calcio dev'essersi indispettito, perché da che mondo è mondo e salvo rare eccezioni, il risultato arriva solo se c'è la prestazione. Così gli ha recapitato lo sgradito regalo di una domenica senza né l'uno né l'altra.

Punti deboli. Complimenti al Gavorrano, che in campo ha recitato uno spartito preparato a tavolino. Berardi e Arduini, i due intermedi, a pressare Aliperta, partenza della manovra amaranto dirottata su Marchetti (“è un destro che gioca sul centrosinistra difensivo, sapevamo che poteva avere difficoltà” ha detto Bonura a fine match), Strambelli isolato, gli attaccanti del tridente rossoblu a battagliare davanti con la bava alla bocca. Tutte le squadre hanno punti deboli, il Gavorrano ha saputo schermare i suoi e dilatare quelli dell'Arezzo. E ci ha vinto la partita.

Voltare pagina. La gestione delle sconfitte è fondamentale per costruire stagioni positive. Se la prima scoppola fa saltare tutto per aria, addio. Se invece viene utilizzata per sciogliere i nodi e affrontare di petto i problemi, può rivelarsi utile. L'Arezzo è a questo bivio e Mariotti deve mettere mano a quel che non va, perché il jolly se l'è già giocato e un altro, come sanno tutti dal giorno in cui è arrivata la retrocessione in D, non è concesso.

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