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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Arezzo, sconfitta che brucia. Adesso novanta minuti per dare un senso alla stagione

A Badesse un risultato penalizzante per gli amaranto, che hanno pagato errori, episodi e alcune decisioni arbitrali. Domenica con la Flaminia serve una vittoria per chiudere al terzo posto

L'Arezzo ha perso 6 partite in stagione e quella di Badesse è la più episodica di tutte. Le altre (Gavorrano, Sangiovannese, Poggibonsi, Trestina, San Donato), seppur diverse tra di loro, si erano chiuse con un risultato che aveva una sua legittimità. Quella di ieri, al netto degli errori commessi, delle letture sbagliate di alcuni frangenti di gara e dei meriti avversari, penalizza fortemente la squadra, che anche in dieci era rimasta dentro la gara senza soffrire troppo e, anzi, fallendo il rigore del possibile 0-1.

Lo score contro le avversarie d'alta classifica è noto ed è stato esaminato più volte. Siccome i numeri non mentono mai, va presa di petto la realtà. E la realtà dice che una squadra come l'Arezzo non può vincere solo una partita contro le prime cinque della classifica: un pari contro il San Donato, un pari con il Gavorrano, un pari con il Badesse. L'unico squillo, convincente, è arrivato con il Poggibonsi. E' un ruolino di marcia insufficiente senza se e senza ma.

Poi onestà impone di guardare anche tra le pieghe dei risultati: se il 4-1 di Gavorrano e il 4-0 di Poggibonsi ammettono poche repliche, negli altri casi si sono sovrapposte situazioni diverse. L'Arezzo ha dovuto giocare più di mezza partita in dieci con il San Donato, quasi un'ora totale in dieci con il Badesse tra andata e ritorno, senza contare che gli episodi arbitrali in queste gare hanno sempre girato storto. Non è un alibi e guai a considerarlo tale, però il rigore su Sicurella a Gavorrano (sullo 0-0), il gol del 2-1 di Pino del San Donato viziato da un fallo di mano come quello del 3-3 del Badesse al Comunale, il rosso e il rigore di ieri sono tutti dettagli che hanno dilatato i difetti della squadra.

Poi è chiaro che l'Arezzo ci mette del suo. Biondi ieri è andato a prendersi un'ammonizione dopo 7 minuti che grida vendetta. Un giocatore esperto, in una partita decisiva, consapevole che dovrà fare la guerra contro un attaccante fisicato come Lucatti, col quale saranno sportellate dall'inizio alla fine, non può infliggersi la spada di Damocle del giallo, perché poi può capitare che l'arbitro giudichi male l'ennesimo contatto e ti sbatta fuori.

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Mancino e Campaner hanno la scusante della giovane età, ma Paparusso non può fare settanta metri di campo palla al piede e sfondare dentro l'area, perché poi lì è zona rossa e basta un tuffo fatto bene per farci scappare il rigore. Così è stato.

E non è plausibile nemmeno che Pinna, che già si stava scaldando, venga chiamato per entrare dopo il rosso a Biondi e ci metta cinque minuti per allacciarsi le scarpe. Poi lasciamo stare i palloni cincischiati, il corner regalato in modo a dir poco goffo e quel correre senza senso all'indietro mentre Gozzerini andava a segnare il 2-0.

Sono tre casi singoli che hanno zavorrato partita e risultato. In sintesi, ci sta di sbagliare un rigore, ci sta di perdere una partita in questo modo e sarebbe onesto riconoscere che il risultato è bugiardo e che la prestazione deraglia dal trend solito che abbiamo visto negli scontri diretti (come, in verità, era già successo con Poggibonsi, Pianese e anche San Donato).

Adesso mancano 90 minuti e manca una vittoria per chiudere al terzo posto della classifica. Sarebbe un epilogo diverso da quello sperato a inizio stagione ma bisogna essere pragmatici. Se può servire a conservare qualche chance di risalita in serie C, ben venga. Buttare via il bambino con l'acqua sporca, da sempre, è una roba senza senso.

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