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Calcio

Arezzo, la ricetta anticrisi di Giovannini: "Ora serve lucidità. Preoccupazioni legittime, fiducia intatta"

Il direttore generale, rientrato oggi in città dopo il grave lutto familiare che lo ha colpito, ha analizzato il periodo di difficoltà della squadra: "E' il momento dell'autocritica e dell'impegno, dobbiamo tutti alzare le prestazioni individuali. Il mio contratto di tre anni? Se non andiamo in C e viene meno la stima nei miei confronti, lascio. Non sono qui per soldi"

Il direttore generale dell’Arezzo, Paolo Giovannini, ha affidato a un lungo e dettagliato comunicato stampa l’analisi del momento delicato che sta vivendo la squadra. Il capo dell’area tecnica è rientrato oggi in città dopo alcuni giorni trascorsi in Garfagnana insieme alla famiglia per il lutto che lo ha colpito. Ieri sono state celebrate le esequie della cognata, scomparsa improvvisamente all’età di 53 anni.

Questo il testo integrale.

“Rientrato da poche ore ad Arezzo ho ritenuto doveroso informare su quanto accaduto e sul momento particolare che stiamo attraversando.

Lutto familiare

Vorrei ringraziare tutti coloro che, nel mondo amaranto e non solo, hanno mostrato attraverso telefonate, messaggi personali e via social il proprio affetto nei miei confronti per il lutto improvviso, inaspettato che ha colpito la mia famiglia. Un grazie di cuore alla società, allo staff e ai giocatori, ma anche al personale degli uffici e a tutti i collaboratori, così come ai tifosi per la vicinanza mostrata in questi giorni. Il momento delicato che come squadra stiamo vivendo mi impone professionalmente la mia presenza in città, ma al contempo chiedo alla stampa di rimandare di alcuni giorni eventuali interviste. Per questo mi affido ai canali ufficiali della società attraverso questo comunicato per affrontare quegli argomenti che credo siano oggetto di curiosità e dibattito per stampa e tifosi.

FabioFOGLIA_Arezzo_2022

L’ingaggio di Fabio Foglia

Credo sia superfluo entrare nel dettaglio tecnico, umano e professionale del calciatore che ha già avuto un passato con il Cavallino. Posso solo assicurare il grande apporto tecnico e professionale che solo 6 mesi fa ha dato nel club di cui facevo parte. Sin dal mio arrivo ad Arezzo, Fabio ha mostrato la volontà a prescindere dall’aspetto economico di seguirmi in una piazza alla quale è rimasto affezionato. Le mie scelte sono state altre caratterizzate da tre variabili: creare un gruppo numericamente non eccessivo, portare giocatori pensando ad una programmazione futura e quindi ad una conferma in caso di promozione e altri che che una eventuale conferma sarà valutata solo al termine della stagione. Sono consapevole che il compito che mi spetta non sia per nulla facile: vincere il campionato con una programmazione futura e una ristrutturazione societaria. Ad oggi una delle cose che mi rende più orgoglioso, non solo me come direttore, ma credo anche la stessa proprietà, sono le continue rotazioni che soprattutto nelle prime 7/8 giornate hanno coinvolto quasi tutti i giocatori (17 su 20). Sinonimo, come spesso sottolineato dal mister, della fiducia e della stima verso l’intero gruppo. È doveroso prendere atto di un periodo un po’ particolare e dopo aver superato un terzo del campionato che tutti quanti, seppur in momenti diversi, sono stati chiamati in causa. Pericolini, Zona, Poggesi i nostri esterni under. I quattro over difensivi Risaliti, Polvani, Bruni, Lazzarini, a centrocampo gli over Settembrini e Castiglia, e i due under Bianchi e Damiani, oltre ai quattro esterni offensivi e alla punta Diallo. Purtroppo le rotazioni hanno previsto un minutaggio ridotto per soli tre giocatori: Forte, Lorenzini e Boubacar. Foglia andrà ad infoltire un reparto centrale che permetterà al mister di valutare anche varianti tattiche e soprattutto di non dover trovarsi a rincorrere un giocatore per casi di emergenza in caso di defezione di Castiglia e Settembrini, unici interpreti a non essere mai stai coinvolti in rotazione sin dal primo giorno di ritiro salvo infortuni e/o squalifiche.

Arezzo_allenamento_25_novembre_2022_Forte

Mercato

Lorenzini è già passato allo Sporting Trestina ed è necessario quanto prima operare per un innesto in difesa, ma potrebbe essere necessario attendere l’apertura del mercato dei professionisti (1° gennaio) se mister e staff non saranno insieme a me sicuri di profili che potremo trovare nel mese di dicembre attingendo dal solo mercato dei dilettanti.  L’arrivo di Foglia in un reparto dove Dema e Forte non hanno avuto molto minutaggio mi farà stare più tranquillo in caso di possibili defezioni visto che ad oggi quattro giocatori per tre posti hanno sempre giocato: Castiglia, Settembrini, Bianchi e Damiani. Giusto analizzare altre due situazioni a centrocampo. Giulio Dema, classe 2004, è partito come aggregato e si è guadagnato la fiducia del mister e di fatto ha compensato l’addio di Martucci che per sua volontà è rientrato ad Empoli. Con Dema e il suo procuratore ci siamo già confrontati due settimane fa. L’intenzione è di cederlo in prestito per permettergli di giocare con continuità. Ho ricevuto alcune richieste, alcune gradite anche al ragazzo. In ottica futura giocare con continuità rappresenterebbe un vantaggio e una volontà di entrambe le parti. Diversa la situazione di Daniele Forte. Encomiabile il suo impegno, la sua intelligenza tattica e la sua serietà. Resto dell’idea iniziale riguardo il suo valore per questa categoria, dove può essere non solo titolare ma protagonista in molte squadre. La realtà è che ad oggi ha avuto poco spazio e molte squadre mi hanno chiesto informazioni. L’uscita quasi certa di Dema, anche con l’arrivo di Foglia non altererebbe il numero necessario per la qualità dell’allenamento (6 centrocampisti per 3 posti) ma è normale che Daniele, un classe 1990, possa firmare tranquillamente e scegliere un club di suo gradimento disposto a fargli un biennale. Forte farà le sue valutazioni, decidesse di restare per quanto dimostrato all’interno del gruppo e per il suo comportamento non sarà sicuramente forzato ad uscire.

Ostia_Mare_Arezzo_2022

Momento attuale

Siamo per la prima volta in una situazione difficile. Personalmente nelle mie precedenti esperienze per qualsiasi obiettivo lottassi – vittoria del campionato, playoff, salvezza – non c’è stato un solo anno dove non ci sia stato un momento di criticità. Sono dispiaciuto ma consapevole che poteva accadere e che il calcio e le situazioni, nel bene e nel male, possono cambiare rapidamente. In una settimana sono passato dalla fiducia della società, dall’ingresso nel cda, al verificare personalmente l’azzeramento dei debiti societari, alla fiducia dell’ambiente per la vittoria con il Grosseto, ad affrontare un grave lutto familiare improvviso e la prima sconfitta senza essere pervenuti ad Ostia, fino al distacco di cinque punti dalla vetta. A questo punto dobbiamo reagire con lucidità, impegno e spirito di autocritica. Normale che tra i tifosi vi sia preoccupazione, che possano esserci critiche che se intelligenti possono essere costruttive.

Diversa è la cattiveria gratuita: ho incassato la fiducia della società con estrema soddisfazione sperando di lavorare per questa società per molti anni. Qualora non centrassi l’obiettivo per cui sono stato chiamato o venisse meno la fiducia nei miei confronti, senza rancore, non rivendicherei alcun diritto contrattuale. Benessere e vita mondana non fanno parte del mio dna. Chi pensa senza conoscermi che sono ad Arezzo mosso solo dall’aspetto economico o pensando di farmi la pensione si rassereni: se potrò essere di aiuto bene, altrimenti non rappresenterò un peso economico per la società. Riguardo il momento della squadra, se è vero che sei partite consecutive non si vincono per caso se non ci sono valori, è altrettanto vero che visto il nostro trend delle ultime gare è inutile guardare chi è davanti. Le continue rotazioni sugli esterni possano incidere sulla fiducia e la continuità di rendimento dei ragazzi ma il numero è quello giusto e i giocatori ottimi per la categoria e con qualcuno con prospettive superiori vista l’età, come Gaddini e Pattarello.

Non sarà certo qualche giornata storta a farmi cambiare idea. La rosa in questi sei elementi è stata pensata per valorizzarne le qualità e non garantire la quantità. Il posto da titolare inamovibile non è stato promesso a nessuno calciatore. Tutti sono qua per sfruttare al massimo le occasioni che il mister dà loro per contribuire all’obbiettivo finale, non certo per fare curriculum e collezionare più presenze possibili: questo deve passare in secondo piano nello spirito di una squadra che vuole vincere. Se percepirò che questo alternarsi, anziché producente diventasse un peso o uno scoglio difficile da superare per uno di questi calciatori, è inevitabile che farò le mie riflessioni. Conosco molto bene i ragazzi. Anche nelle vittorie le prestazioni potevano essere migliori. A tutti quanti, dirigenti staff e calciatori, il compito di alzare le prestazioni individuali. Faremo tutti quanti insieme al nostro interno le riflessioni necessarie per invertire questo trend quanto prima e ritrovare attraverso i risultati quella fiducia iniziale che inevitabilmente va ricostruita”.

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