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Arezzo, Lomasto sa come si fa: "Siamo indietro ma non è finita. Rimontare è possibile"

Il difensore ha vinto tre campionati di serie D e continua ad avere fiducia nonostante il -10 degli amaranto dalla capolista San Donato: "Può ancora succedere di tutto. A noi adesso serve un filotto di risultati, il 433 può darci la spinta"

Tre campionati di serie D vinti con Sicula Leonzio, Bitonto e Messina, 32 anni compiuti il 4 gennaio, esperienza e personalità. Il difensore Paolo Lomasto, uno dei grandi acquisti della scorsa estate e uno dei superstiti della rivoluzione di mercato invernale, non depone le armi. L'Arezzo è indietro in classifica ma, con tutto il girone di ritorno da giocare, ci sono i margini per la risalita.

Al di là delle frasi fatte che si dicono in questi casi, la stagione è ancora aperta o l'Arezzo l'ha compromessa in modo irreparabile?

E' ancora aperta, assolutamente. Se alla fine vinceremo noi non lo so, ma i giochi sono da fare. Nel calcio le rimonte si concretizzano spesso, specialmente in serie D. Se chi sta dietro non molla e ci crede, può succedere di tutto. Il modulo ci può dare una spinta in più.

Sei un estimatore del 433?

In questa categoria è il sistema di gioco più funzionale. Over forti che vanno a giocare sugli under avversari, quasi sempre schierati sugli esterni di difesa: la chiave è questa. Io negli ultimi due anni ho vinto due campionati e ho sempre giocato con il 433. Se davanti hai qualità, prima o poi sfondi.

Quest'anno in organico, sia prima che dopo il mercato, l'Arezzo ha avuto giocatori esperti, forti, che hanno già vinto la D. Perché non siete in testa?

Perché qualche risultato negativo ci ha tolto fiducia. Non l'avrei mai detto, invece le sconfitte dal punto di vista psicologico sono state pesanti. Il 4-1 di Gavorrano ci ha segnato. E ci è mancato qualche gol nei momenti chiave.

E' mancato qualche gol di Foggia.

Ciro lo conosco bene, l'anno passato l'ho visto segnare 20 volte e dare un contributo decisivo per la promozione del Messina. Lui, per caratteristiche, ha bisogno di stare in area e avere due esterni che gli danno sostegno. Altrimenti lo costringi a ripiegare troppo. Adesso sembra un altro, segna e fa la prestazione.

Ok i gol che sono mancati. Ma l'Arezzo ne ha presi troppi. Il motivo qual è?

I numeri più pesanti sono quelli degli scontri diretti. Non possiamo prendere 13 gol contro le prime quattro della classifica. Purtroppo è capitato ed è anche difficile trovare una spiegazione. Però il vento è cambiato: i 3 gol del Badesse sono stati episodici, prima avevamo difficoltà più strutturali.

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Dal punto di vista personale, sei soddisfatto del tuo rendimento?

Nel complesso sì, anche se prendere tutti questi gol mi fa male e significa che c'è da migliorare, io compreso. Ho sempre giocato in difese solide, è quello uno dei segreti per vincere.

Gli altri quali sono?

Il gruppo. Sembra banale ma è così. Se vuoi vincere, specie in una piazza come Arezzo, devi avere tanti over forti per tenere alto il livello di squadra. Non puoi permetterti di abbassare lo standard. E chi sta fuori ha l'obbligo di essere positivo: se crei malumori, è la fine.

Il calcio che si gioca al sud è diverso da quello che vedi quest'anno?

No. L'unica differenza è che al sud il fattore campo pesa di più: in trasferta trovi ambienti caldi, con tifoserie numerose. Noi quest'anno abbiamo sempre giocato in casa. E' anche per questo che mi fa rosicare aver buttato via punti pesanti davanti al nostro pubblico.

Tu hai vinto la D con la Sicula Leonzio, il Bitonto e il Messina. A quale promozione sei più legato?

Dico l'ultima perché giocavo in una piazza prestigiosa. E perché la nostra rivale era l'altra squadra di Messina. E' stato un derby infinito, mister Novelli ci ha dato tranquillità e consapevolezza. Però non scordo le altre due imprese.

Hai 32 anni e ogni stagione hai cambiato squadra. Come mai?

Perché non ho trovato società in grado di costruire a medio termine. Ho sempre giocato in squadre che puntavano al salto di categoria, eppure a giugno cambiavano tutti i programmi. E io ho dovuto prenderne atto.

Hai mai avuto la sensazione di aver sbagliato a scegliere Arezzo?

Mai. Anzi, qua sono proprio felice. In una piazza del genere, con un seguito così numeroso, non c'ero mai stato ed è un orgoglio per me. Ho due anni di contratto, spero sia la volta buona per vincere e passare un'estate senza valigie in mano.

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