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Un Arezzo oltre le aspettative. Debutto con i fiocchi e i tre punti, adesso serve continuità

Vittoria contro il Trestina molto più larga di quanto dica il 2-1 finale, con uno Strambelli in grande spolvero e Cutolo che ha accettato la panchina, entrando col piglio giusto nel finale. Gli applausi dagli spalti sono stati quasi una liberazione

Oltre le aspettative. Un debutto oltre ogni più rosea previsione. Al di là del 2-1 finale, decisamente striminzito e che non rende giustizia né alla differenza di valori in campo né alle occasioni create, la squadra ha stupito per brillantezza e qualità di gioco. Difficile immaginare una roba del genere dopo il precampionato opaco e l'eliminazione in Coppa, anche se qualche lampo qua e là c'era stato. Contro un Trestina che, ebbene sì, suscitava qualche timore per esperienza in categoria e risultati ottenuti l'anno scorso, l'Arezzo si è meritato applausi di sorpresa e apprezzamento. Le qualità di alcuni singoli, Strambelli e Aliperta, sono venute fuori alla grande. Bene Colombo, bene Mancino, benissimo Sparacello, non male nemmeno Foggia che gioca molto per la squadra e poco per sé. I 1300 del Comunale hanno apprezzato. Adesso testa bassa, pedalare e speriamo che duri.

Liberazione. Sul rapporto ostile tra l'Arezzo e la serie D è inutile tornare sopra. Ogni domenica c'è una trappola sul cammino, un avversario con la bava alla bocca e mille episodi che possono spostare la bilancia di qua o di là. Però è stato importante vincere e vincere a questo modo. In organico ci sono valori tecnici comprovati, uomini d'esperienza, gente che ha vinto questo campionato e sa come si fa. Le amichevoli zoppicanti e l'eliminazione in Coppa con il Foligno erano stati campanelli d'allarme (e lo sono ancora) ma non potevano avere azzerato di colpo le qualità che emergono dai curricula. Gli applausi della sud alla fine, il coro “vi vogliamo così” non saranno stati una liberazione ma quasi.

NS7. Il mago Strambelli si è preso la scena, tirando fuori dal cilindro gol, conclusioni in porta, punizioni al bacio, dribbling e assist. 33 anni compiuti da poco, sinistro di velluto, il 7 amaranto ha avuto un percorso strano. In carriera vanta 3 presenze in A, 20 in B, quasi 200 tra C1 e C2: è uno che poteva arrivare in alto ma ha saputo accomodarsi qualche gradino più sotto. Ha vinto due volte l'Eccellenza, una volta la serie D, ha giocato in piazze calde come Bari e Taranto, Andria e Reggina. L'anno scorso a Molfetta ha messo insieme 17 gol e 12 assist. Non ha un gran fisico ma ha un gran piede, non è uno che può fare fase difensiva a tutta gamba ma è uno che sa fare la differenza. Poi ha firmato il primo gol sotto la sud e questo potrebbe pure essere un segno del destino.

Arezzo_SportingTrestina_2021_3-2

Due capitani. Dopo aver fatto discutere a lungo sportivi e cronisti sulla coesistenza Strambelli-Cutolo, due fantasisti mancini brevilinei che amano galleggiare nella stessa zona d'attacco, è andata a finire che Mariotti ha tenuto fuori il 10 e, parole sue, ci ha pure discusso. In maniera ruvida, perché Nello di sedersi in panca non ne aveva tanta voglia, ma anche corretta, tant'è che l'allenatore lo ha ringraziato in sala stampa. Siccome il campo non mente (quasi) mai, si può dire che la prestazione XXL di Strambelli non sia stata un caso. E che non lo sia stato nemmeno l'ingresso virile di Cutolo a venti dal termine, con una traversa colpita che grida vendetta. Non è casuale, infine, che la fascia da capitano la portino al braccio proprio loro due. Sono i più esperti, sono i più bravi, dovranno essere i più intelligenti a gestire la coesistenza. Se ce la faranno, l'Arezzo avrà due armi che non ha nessuno.

Mister vittoria. E comunque Mariotti, criticato (giustamente) per i toni eccessivi delle frasi post Città di Castello e per le prestazioni scolorite della squadra in precampionato, ha dimostrato personalità. Lasciare fuori uno come Cutolo non è scelta banale, anche se è servita al bene comune. L'Arezzo, oltretutto, è letteralmente sbocciato e siccome l'allenatore è proverbialmente un uomo solo, nonché il bersaglio degli strali di stampa e tifosi, è giusto riconoscergli che ha azzeccato la prima. Considerando il clima generale, non era così semplice. Né scontato.

Continuità. Adesso c'è una settimana prima della partita con il Pomezia. “Non eravamo brocchi prima, non siamo fenomeni adesso” dice Mariotti. Condivisibile. Il calcio insegna che il segreto per arrivare fino in fondo non è vincere ma rivincere. In serie D ancora di più.

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