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L'Africa, la Dakar e le moto. 16 anni senza Fabrizio Meoni

Era l'11 gennaio 2005 quando il centauro di Castiglion Fiorentino perse la vita durante la Parigi-Dakar

Sarebbe stata la sua ultima Dakar quella del 2005. Era l'11 gennaio quando a Castiglion Fiorentino arrivò la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere: Fabrizio Meoni aveva perso la vita in Mauritania, sullo sterrato tra Atar e Kiffa, a causa di un arresto cardiaco in seguito ad una caduta.

E' un grande vuoto quello lasciato dal centauro castiglionese a cui nel corso degli ultimi 14 anni la sua città ha voluto dedicargli monumenti ed eventi per ricordare le imprese di quel ragazzo classe 1957 che fin da giovane mostrò una passione smisurata verso i motori. Il nome di Fabrizio Meoni è da sempre legato ai rally e in particolare alla Dakar o per meglio dire più in generale all'Africa. Pur sfrecciando con la sua Ktm sulle strade sterrate del continente nero i suoi occhi non erano rimasti impassibili alle scene di vita quotidiana, alle difficoltà di tante famiglie e bambini. E così Meoni si adoperò per aiutare proprio i più piccoli favorendo la costruzione di scuole e tutto ciò che potesse regalare un futuro migliore a quelle persone che vedevano lui, un 'gigante' su quella moto, passare a tutta velocità inseguendo il sogno della Dakar.

Un sogno poi divenuto realtà. Meoni dopo essersi messo in luce in Perù e Tunisia con moto che aveva lui stesso allestito, nel 1997 venne scelto dalla Ktm come pilotaufficiale per la Parigi-Dakar. Sarà un rapporto a dir poco vivace con la casa austriaca con scambi di vedute non proprio amichevoli. Di fatto però la Ktm è consapevole del potenziale di quel centauro e così nel 2001 arriva la consacrazione. Meoni conquista la Dakar e nel 2002 firma uno storico bis. Storico ed emozionante il dialogo con la sua moto. Con la parlata da toscano verace incita la moto a pochi chilometri dall'arrivo.

Oltre 4mila persone parteciparono ai funerali a Castiglion Fiorentino con le parole della moglie Elena e di padre Arturo Buresti, grande amico del campione, che risuonarono in un silenzio surreale. Da quel giorno Castiglion Fiorentino non ha mai dimenticato il proprio ragazzo. La città della Valdichiana è diventata un punto di riferimento per tutto gli amanti dei motori, dell'enduro e dei rally, delle gesta del gigante buono ricordato dai monumenti, dal cippo in suo memoria, da mostre ed eventi voluti e organizzati dagli amici, dalle associazioni e dall'amministrazione comunale.

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