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Cinema e fase 2. La storia di Michele che sogna (timidamente) di riaccendere l'Arena Eden

Quale futuro per le sale cinematografiche di Arezzo? Un'incognita che porta con sé problemi di gestione, distanziamento e normative che tardano ad arrivare

Il metro in mano quasi ogni giorno e lo sguardo fisso verso la sala vuota. "Sembro un pazzo, vado in giro così cercando di capire come organizzare gli spazi ma è difficile". Michele Squillace è il responsabile del Cinema Eden per Officine della Cultura. Dal 2014 è entrato a far parte di questa grande famiglia e da allora si occupa di coordinare le attività del sala di via Guadagnoli. Da inizio del lockdown la struttura è chiusa al pubblico e le proiezioni sono state interrotte. 

"Stiamo vivendo questo momento come tutti, nella totale confusione - racconta - Noi siamo ancora in quella che definisco la fase 1 e mezzo. Siamo totalmente fermi e il futuro che ci si prospetta presenta molte incognite anche se, qualcosa negli ultimi giorni si è mosso"

Secondo le indiscrezioni, il Governo starebbe pensando di riaprire cinema e teatri a partire dalla prima settimana di giugno. Un'ipotesi che, visto il momento di grande fermento, rimane tale. Tuttavia una prima valutazione, dell’impatto che la riapertura di cinema e musei potrebbe avere è stata fatta, anche se la conferma dovrà arrivare insieme ai dati epidemiologici. L'idea generale è quella di far entrare al cinema e a teatro un numero limitato di persone obbligandole ad indossare le mascherine. Ci sarà presumibilmente il controllo della temperatura in entrata e in uscita, dispenser igienizzanti, ticket digitali e nessuna coda alla biglietteria. Idee che attendono conferma.

Nonostante questo, il cinema Eden proprio in questi giorni si è fatto promotore di un'iniziativa che ha riaperto (virtualmente) le proprie porte al pubblico. "Alcune case piccole case di distribuzione - spiega ancora Michele Squillace - hanno pensato di spedirci dei film, delle pellicole indipendenti che avrebbero debuttato proprio in questi giorni. Utilizzando le nostre sale come lancio, ne creiamo di virtuali invitando tutti gli appassionati ad acquistare i biglietti per vedere il film. In questo modo offriamo aiuto sia alle case di produzione che alle sale stesse". La prima pellicola è stata Buio, un triller apocalittico diventato un po' il simbolo di questi mesi complicati.

Ma il futuro del cinema non può fermarsi qui. La ripartenza di questo settore, forse tra le più complicate sua natura vocata all'aggregazione, dovrà avvenire con modalità precise e disposizioni quasi sartoriali.

"Timidamente abbiamo iniziato a sperare di riuscire a riaprire nel mese di giugno - sottolinea Michele - A darci coraggio sono state anche le parole del ministro Dario Franceschini che ha reso pubblica la volontarà di ripartire proprio dalle arene esterne. Da allora quasi tutti i giorni prendo il metro in mano per capire quanti posti potrebbero essere disponibili e comprendere meglio come riorganizzare gli spazi. Serviranno delle misure specifiche per i cinema e i teatri, luoghi dove si va molto spesso in compagnia. Lo stare insieme ad altre persone è una prerogativa di queste realtà, per tanto mi chiedo anche come facciamo a proporre agli spettatori di starsene seduti ad un metro di distanza l'uno dall'altro? Diventa assurdo. Arrivi insieme a degli amici e poi ciascuno va in un angolo. L'altro problema che invece si pone per la riapertura è: cosa facciamo vedere? Durante la primavera non sono stati girati film e quelli che erano in uscita hanno trovato strade differenti come quella delle piattaforme digitali. Quindi dovremo pensare anche a questo aspetto. E' tutto molto complicato, molto complesso ma diciamo che con un po' di creatività si può fare tutto".

E aprire i drive in? "Ho dei dubbi - sottolinea - se si tratta di eventi sporadici, come per altro già accaduto nella nostra città, è un conto. Ma non credo che possa essere la soluzione al problema. Si tratta di strutture che hanno dei costi molto importanti e prevedono una gestione complicata. Inoltre starsene in auto a vedere un film, magari con l'afa estiva, non è il massimo. Sono certo che ci saranno dei comuni che nei prossimi mesi proporranno manifestazioni di questo tipo ma non possono essere la soluzione definitiva".

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