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La tradizione del Befano

Un fantoccio che poteva portare in dote anche un manifesto, a volte in rima, per prendersi burla di chi lo riceveva. La notte tra il 5 e il 6 gennaio (soprattutto in Valdichiana) è la notte del Befano. Ecco di cosa si tratta

La notte tra il 5 e il 6 gennaio è tradizionalmente ancora in alcuni paesi e centri abitati della Valdichiana quella del 'Befano'. No, non c'è alcun errore di battitura, avete letto proprio bene. Tra poche ore sarà la notte del Befano e non solo dell'arrivo della Befana. Se quest'ultima si prende cura dei bambini buoni e cattivi con dolci e carbone, il Befano ripone le sue attenzioni nei confronti dei ragazzi e delle ragazze. Ma in cosa consiste?

La tradizione voleva che un fantoccio di paglia e stoffa con le sembianze di una befana, a volte con tratti maschili, venisse posto a notte fonda tra il 5 e il 6 gennaio sulla sommità di case, alberi, fili della luce o del telefono. Insomma in luoghi dove non potesse passare inosservato.

Ma cosa significa il Befano per chi lo riceve?

Svegliarsi la mattina del 6 gennaio trovando alla terrazza (o in prossimità) della propria abitazione il solo fantoccio era già un segno di canzonatura e chiunque passasse lì davanti capiva che gli abitanti di quell'edificio dovevano aver vissuto qualche dissaventura. D'altronde il Befano aveva l'obiettivo di mettere in ridicolo la persona a cui era destinato. Una forma di satira anche se nuda e cruda, spesso anche pesante. Già perchè al Befano spesso veniva unito uno o più cartelli con scritte satiriche, poesie o allusioni volgari a sfondo sessuale, il tutto in rima come nella migliore tradizione degli stornelli. Il tutto incentivato dall'uso di un buon vino che accompagnava e scandiva il tempo in quella nottata. D'altronde c'era bisogno di ragionare sui protagonisti, sui temi, sui pettegolezzi, mettendo il tutto in rima. Visti i toni e i temi del Befano ecco spiegato perchè gli autori si dovevano riunire di notte, possibilmente lontano da sguardi indiscreti perchè la regola numero uno era (ed è) quella dell'anonimato.

A chi era rivolto il Befano

I destinatari erano principalmente i ragazzi e le ragazze che avevano subito una delusione amorosa ad esempio, che erano stati lasciati, o avevano subito un tradimento a volte senza saperlo. Venivano presi di mira i single di una certa età, oppure chi si lasciava travolgere con troppa facilità da varie avventure amorose. Ma anche chi per la prima volta aveva avuto 'un'esperienza amorosa'. C'era anche chi, consapevole di poter finire sul Befano, passava una notte insonne o rimetteva la sveglia ben prima dell'alba per andare in giro per il proprio paese, trovare per primo il Befano ed eliminare l'eventuale testo incriminato per salvarsi.

Satira, burle anche pesanti, fino in certi casi a scherzi come quelli registrati in alcuni centri abitati dove venivano scambiate le insegne dei negozi. Insomma la notte del Befano era un anticipo del Carnevale, anche se come detto con toni decisamente pesanti e azioni per le quali era necessario agire con il favore delle tenebre.

Le origini e il Befano oggi

'L'Epifania tutte le feste porta via' dice un adagio e di fatto la notte tra il 5 e il 6 gennaio è l'ultima sera delle festività natalizie per stare in compagnia degli amici e fare baldoria. Ecco allora che il Befano diventa l'ultima occasione di relax prima di riprendere l'attività quotidiana anche in quelle aree principalmente agricole. Una sorta di anticipo del Carnevale. Ma il Befano, pur con il suo linguaggio volgare, assumeva anche connotati 'morali' (per così dire) soprattutto se indirizzato a chi si era macchiato di tradimenti e scappatelle. Insomma un monito per far redimere i colpevoli e riportarli sulla retta via senza dimenticare il lato grottesco.

La tradizione è andata avanti fino a metà degli anni '50. Oggi il Befano resta vivo nei ricordi dei nonni, anche se in alcune zone della Valdichiana il fantoccio con il suo cartello questa notte è pronto ad uscire e a colpire.

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