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Insediamento etrusco, rocca longobarda e dimora del vescovo di Arezzo. Civitella e la sua rocca

La storia di un simbolo della Valdichiana, oggi al centro di un importante intervento di restauro e recupero

In molti conoscono la storia di Civitella, soprattutto quella di epoca moderna, legata ai fatti di quel 29 giugno del 1944 quando i nazifascisti irruppero nel paese compiendo una strage. La Seconda guerra mondiale ha cambiato volto al piccolo borgo medioevale, andando a distruggere anche gran parte della rocca conferendole quella forma a ‘V’ arrivata fino a noi. Per la precisione su un bombardamento alleato a produrre i danni maggiori con alcuni ordigni arrivati fino a noi, tanto da costringere Comune e artificieri alla bonifica della torre durante i lavori di recupero.

Le origini

Civitella sorge su un quello che una volta era un insediamento etrusco. Furono i longobardi a far assumere al borgo quella che è la forma che conosciamo oggi. Poco dopo l’anno Mille Civitella era già dotata di un forte che controllava la via di accesso tra la Val di Chiana e la Valdambra.
Tra il 1100 e il 1200 viene eretto il torrione e il vescovo, ma anche signore di Arezzo, Guglielmino degli Ubertini scelse quel luogo come sua dimora, a poca distanza tra l’altro dai possedimenti che la sua famiglia vantava in Valdambra e Valdarno oltre che in Casentino. Guglielmino provò a resistere nel 1265 all’offensiva senese che distrusse gran parte del borgo. Il signore di Arezzo, eletto a 29 anni (nel 1248) vescovo, decise di ricostruire la rocca e l’abitato, andando a potenziarne le mura. 
È in questo periodo che venne creato il cortile antistante la torre e le mura che visibili ancora oggi. La rocca rimase nelle mani degli aretini fino alla battaglia di Campaldino dove perse la vita Guglielmino degli Ubertini. I fiorentini ne entrarono in possesso e solo con Guido Tarlati, l’ultimo vescovo e signore di Arezzo, la rocca cambio vessillo tornando quindi sotto l’egida degli aretini. La rocca in quel periodo era accessibile dal paese, esattamente come oggi, grazie a quella scalinata che conduce al cortile antistante la torre. Era presente anche un ingresso a nord: una scala interna che da fuori le mura conduceva fin dentro la torre.

Posta sotto il dominio fiorentino fino alla fine del 1300, Civitella riuscì a resistere alcuni secoli più tardi ad un nuovo assalto delle truppe senesi. Quella che conosciamo oggi è la rocca che ha assunto una forma fin troppo caratteristica a causa dei bombardamenti alleati nel luglio del 1944. Esattamente poco settimane dopo la strage perpetrata dalle truppe nazifasciste.

I lavori di recupero

L’amministrazione comunale da alcuni anni aveva messo in cantiere un progetto. Nella primavera-estate del 2020 sono partiti i lavori che hanno permesso di liberare completamente la torre dai detriti del solaio, caduto in seguito ai bombardamenti del ’44. Nell’occasione è stato rinvenuto anche un ordigno inesploso che ha chiamato in causa gli artificieri per mettere in sicurezza l’area, in vista di un prossimo restauro e recupero.

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