"Caro sindaco, sul Raro Festival vorrei dirti che...". Lettera aperta di Nicchi a Ghinelli
Caro sindaco,
La cultura è la somma di tutte le informazioni necessarie per vivere meglio nel tempo e nella comunità in cui viviamo. La cultura è fatta di tanti momenti e si può imparare solo studiando e vivendo con attenzione e passione i vari momenti della vita.
Lo studio è alla base della cultura in ogni ambito, ma poi vale anche l’esperienza, la relazione sociale, lo scambio tra persone e le vite diverse. Poi delle persone speciali (gli artisti) ci regalano canzoni, opere, quadri, monumenti, cinema, fotografie, commedie, libri che ci aiutano a vivere meglio.
Si potrebbe continuare a lungo su questo tema. Sono stati scritti molti libri sul rapporto cultura e società e sono stati indicati i vari settori della cultura, della scienza, dell’arte, dello spettacolo, della tradizione a cui le diverse società si ispirano per la propria organizzazione ed il proprio agire. E sono contento quando ci sono mostre, rassegne, spettacoli, specie nella mia città.
Ma non mi pare, signor Sindaco, adeguato il suo intervento in merito alla polemica scaturita sulla stagione Lirica.
Lei per difendere la sua scelta poteva trovare molti argomenti ma sostenere che la lirica è un piatto per palati fini ( Aragoste ) e Pupo per quelli che mangiano alla mensa (Prosciutto) , cioè affermando che la Traviata è cultura mentre Pupo è intrattenimento, mi è sembrato molto improprio e ingiusto.
E’ una concezione sbagliata, superficiale e per molti versi offensiva, non solo verso Pupo, ma in generale contro una gran parte della musica pop e dei cantautori. Secondo me questo non lo può dire come sindaco, e mi dispiace che lo pensi come cittadino.
Proverò a spiegarle il perché. L’amministrazione comunale non ha il compito di fare politica culturale, non ha il compito di scegliere le forme del linguaggio artistico. Ha il compito di creare le condizioni per avere i linguaggi e le manifestazioni artistiche. Le più ampie e varie possibili. Deve fornire strutture e servizi. Può e deve mettere a disposizioni le risorse, con trasparenza e criteri, per incoraggiare produzioni giovanili e non. Ma in tutti gli ambiti.
Ripeto tutti gli ambiti e il pubblico deciderà e si confronterà. Andrà dove vuole e giudicherà. Si divertirà imparerà oppure si annoierà. Ma questa è la dialettica di una società civile. Perché Lirica si e Pop no. Chi lo decide? Lei! E domani se Vince Pupo ascoltiamo solo lui? Come vede lei è fuori ruolo.
Solo durante il ventennio c’era il Ministero della cultura Popolare che decideva chi era degno di fare cinema e chi no. Chi poteva fare quadri o sculture e chi no. Chi scrivere libri e chi no. Allora solo chi era fascista e osannava il regime era artista il resto era “ciarpame”.
Siccome ci siamo liberati di quel periodo, andiamo avanti e lei faccia il sindaco di tutti.
Paolo Nicchi . Arezzo 1 Agosto .