"Covid 2019, l'esercito dei lavoratori e dei dimenticati"
In questo momento complesso per il Paese, il mio pensiero va a tutti coloro che stanno dando un servizio al cittadino. Vengono richiamati alla mente dottori e infermieri che stanno salvando vite umane e cercando di combattere il virus. Menzione d'onore anche a scaffalisti, operatori di logistica, trasportatori, cassieri e a tutti coloro che si stanno adoperando per non farci mancare nulla. Grazie di cuore. Dopo le misure varate dal Governo rimane però un grosso nervo scoperto. La tutela del lavoratore. Ci sarà senz'altro un contraccolpo economico, alcune piccole imprese, già di per se in difficoltà, potrebbero non superare questo ulteriore scoglio, con il rischio di dover licenziare i pochi dipendenti. Molti di questi sono a casa da fine febbraio nelle zone "rosse" ma, quanto meno, avranno la possibilità di prendere una disoccupazione o accedere alla cassa integrazione. Il problema è di tutti coloro che, pur di lavorare, hanno dovuto accettare dei compromessi contrattuali. Mi riferisco a chi, a tutti gli effetti, svolge un lavoro subordinato, soggetto a turnazione, che però non è legalmente contrattualizzato (quindi al nero) oppure sono "contrattualizzati" tramite una prestazione occasionale, escamotage a cui troppi datori di lavoro ricorrono e, diciamolo sottovoce, grazie anche ad un Governo troppo "compiacente". A questa categoria di lavoratori, purtroppo, non arriva alcuna tutela da parte dello Stato e men che mai arriverà dall'azienda che gioca, in maniera vigliacca, sul bisogno delle persone di lavorare. E' il caso di fare un passo indietro da parte di tutti, di fronte a questa emergenza. Quando l'epidemia sarà terminata, il Governo dovrà attuare un serio piano di rilancio dell'economia e pensare di porre fine a queste situazioni grottesche. Chiaramente questo non deve voler significare che le aziende, in modo ancor più meschino, licenzieranno tutti i "prestatori occasionali" , ma dovranno anzi assumerli regolarmente. Sarà fuori luogo, adesso, a fronte di questa emergenza, parlare di questo argomento? Io dico che mai come ora è il momento. Perché a questi ragazzi, questi uomini, queste donne, oltre alla preoccupazione per un maledetto Virus, si accumula quella della paura del futuro, di perdere il lavoro e, soprattutto, di non riscuotere nulla in questi giorni. Che potrebbero essere settimane. Che potrebbero essere mesi. E non hanno ammortizzatori sociali che li tuteli. E, mai come adesso, ora che l'Italia si mostra solidale ed unita, dobbiamo smettere di pensare ai nostri egoismi e al solo profitto, smettere di sfruttare queste preziose risorse e dare loro la giusta onorificenza. Solo ora ci accorgiamo, ad esempio, che i tagli alla Sanità, in ragione di una riduzione della spesa pubblica, sono stati folli. Solo adesso ci rendiamo conto di quanto quel ragazzo che aveva vinto il concorso alla ESTAV e che è stato sbattuto in una graduatoria, che doveva essere chiamato, ma poi a causa degli accorpamenti è scivolato in fondo e sta ancora aspettando, adesso è prezioso. Ora tutti a tempo indeterminato, sottolineo sacrosanto, ma polemicamente dico "evviva, dovevamo solo aspettare una epidemia". Adesso il Paese ha tempo per riflettere. Probabilmente questa estate non saremo sotto l'ombrellone. Chi ha i soldi per farlo non avrà le ferie e chi avrà il tempo libero dalla sua, non avrà i soldi. Pensiamo anche a loro, altrimenti verremo per sempre ricordati come la generazione che aveva tutti gli strumenti per salvarsi, ma che ha preferito trincerarsi nei propri egoismi