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La Porta Speciosa, una perla nell'Aretino. Teschio, caprone, uovo: simboli e significato

Viaggio alla scoperta dell'opera in bronzo fuso dell'artista Claudio Parmiggiani (posta all'ingresso di un monastero millenario) e che è stata inaugurata nel 2013

Un portale nero, con numerosi simboli in rilievo: un teschio, un gufo, una campana, corna di caprone. E molto altro. E' la "Porta Speciosa", posta all'ingresso dell'Eremo di Camaldoli. Realizzata in bronzo fuso dall'artista contemporaneo Claudio Parmiggiani e inaugurata il 1° novembre 2013.

"Porta speciosa", ovvero la "Porta bella" 

"La “Porta Bella” (in latino: Porta Speciosa) del Sacro Eremo è un’opera intrisa di spirito monastico, eremitico, evangelico". Ecco la spiegazione che ne dà la Comunità eremitica di Camaldoli. "Vista dall’esterno il fondo del portale è solenne, austero, sobrio". Poi si procede alla spiegazione dei singoli elementi, raffiguranti all'interno dei due battenti.

I simboli del battente di sinistra: caprone, teschio, gufo, pietra funebre

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Nel battente di sinistra tutto richiama la morte: L’albero scavato, il cranio del caprone, il teschio, la pietra cimiteriale. Eppure in un paesaggio così funereo vi sono elementi che aprono alla speranza. Il gufo rappresenta il monaco che veglia solitario nella notte fra le rovine, che serba un oltre. È evidente il richiamo al Salmo 101. La pietra, come scartata, che parla dell’Amore. È l’Amore che schiaccia, che distrugge il male (la pietra schiaccia le corna del caprone, uccide il diavolo, colui che divide). Il teschio ricorda un tema molto caro alla tradizione monastica: il ricordo della morte. Non un ricordo macabro, ma la morte intesa come passaggio, Pasqua per incontrare il Signore.

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I simboli del battente di sinistra: l'albero, l'uovo, il campanello

Il battente di destra inneggia alla Vita. L’albero è vivo. L’uovo è il simbolo della vita. L’albero è vivo, seppure in versione invernale, con le foglie cadute. Rimanda alla spogliazione, alla nudità della vita solitaria. Appesa all’albero la campana: simbolo dell’eremitismo. Nell’insieme un paesaggio pasquale che non dimentica l’assenza del sabato e la morte del venerdì.

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Il lato interno e le sei formelle

Sul lato interno vi sono sei formelle come pagine di un libro aperto. Vi sono impresse le virtù della vita solitaria legate a sette alberi. Pagine quasi del tutto vuote, con le scritte a caratteri d’oro di piccole dimensioni, a piè di pagina. Le virtù vanno sussurrate, non imposte. Sopra le scritte il passero solitario: il monaco eremita che viene sorretto dalle virtù, le pratica ma non si compiace in esse. Le trascende. Il passero è rivolto verso la campana, verso l’Assoluto. È un’opera a tratti struggente, dove però nel dramma esistenziale fa breccia la Vita, l’Amore, la Speranza.

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I testi impressi sulla Porta Speciosa

Il brano impresso sulla “Porta Bella” è tratto dal Liber Eremitice Regule del Priore del S. Eremo Rodolfo (XII sec.).
Testo impresso sulla pietra collocata sulla parte esterna: “His ergo possessis arboribus solitarie vite, ilico ad perfectionem caritatis pervenies”. “Quando avrai posseduto questi alberi della vita solitaria, subito arriverai alla perfezione dell’amore” (LER XLVII, 1).
Testo impresso sulla parte interna: “Esto igitur cedrus per nobilitatem sinceritatis et sanctimonie, spina per punctionem correctionis et penitentie, myrtus per discretionem sobrietatis et temperantie, oliva per ylaritatem pacis et misericordie, abies per altitudinem meditationis et sapientie, ulmus per opem sustentationis et patientie, buxus per formam humilitatis et perseverantie”. “Tu dunque sarai cedro per nobiltà di sincerità e santità, acacia per puntura di correzione e di penitenza, mirto per discrezione di sobrietà e temperanza, olivo per gioia di pace e di misericordia, abete per altezza di meditazione e di sapienza, olmo per opera di sostegno e pazienza, bosso per modello di umiltà e perseveranza”(LER XLVI,21).

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