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Il menestrello Grifo, il 'morto resuscitato' del castello di Poppi

Una leggenda che si intreccia con la storia quella del menestrello Grifo, 'tornato dalla morte'

Il Casentino è una delle terre più ricche in quanto a leggende e storie. La battaglia di Campaldino, Dante e la sua opera, hanno segnato, anzi consegnato per sempre ai posteri il nome di una vallata ricca di fascino, come appunto le leggende che ancora oggi vengono tramandate. Una di queste parla del menestrello Grifo, il 'morto resuscitato'.

Siamo nel 1300 circa quando durante un banchetto, una sera di estate, il menestrello Grifo si era allontanato cercando un po' di riparo dalla calura, salendo la scala che conduce ai piani superiori. Arrivato in cima alle scale la cariatide raffigurante il conte Simone da Battifolle, antenato del signore del castello, si sarebbe staccata inseguendo il menestrello. Le urla e il racconto di Grifo suscitarono l'ilarità del conte Guidi e dei suoi cugini presenti al banchetto, il conte Oberto di Romena e il conte Bandino di Porciano, a cui venne in mente di giocare uno scherzo al menestrello.

Quasi come in un film di Monicelli, il piano dei nobili prevedeva quello di far indossare ad Oberto la stessa armatura dell'antenato Simone, con spada e scudo, facendolo entrare a mezzanotte (orario tipico per i fantasmi) nella stanza del menestrello. Le urla e le minacce di finire nella terribile botola del castello svegliarono Grifo di soprassalto e lo scherzo andò oltre visto che il trovatore 'morì dallo spavento', portando così il conte e i suoi cugini a predisporre la sepoltura.

Il corpo del menestrello venne posto in una bara nel sotterraneo. Dopo tre giorni i becchini scesero nella cripta per dargli la sepoltura definitiva quando dai piani superiori furono uditi urla e rumori da far gelare il sangue. Solo pochi coraggiosi scesero laggiù e quando videro rimase loro impresso per sempre. I becchini erano a terra svenuti, quasi da sembrare morti, mentre la bara era vuotaschiodata, e una figura gialla, scheletrica, con due occhi stravolti strisciava lungo il terreno. Era il povero Grifo che coperto da un lenzuolo, lo stesso in cui era stato avvolto il corpo, strisciava verso le scale.

Il menestrello non era affatto morto. Certo, impiegò del tempo, giorni per non dire mesi per riprendersi completamente. Di fatto i conti Guidi - secondo la leggenda - 'lo ebbero carissimo e lo tennero con loro'. Per tutti gli altri però da quel giorno Grifo diventò il 'morto resuscitato' e al suo passaggiavo se non cambiavano strada erano pronti a farsi il segno della croce.

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