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"Il pianeta intero in una barca sola in balia dei venti"

Pubblichiamo il contributo del collega Giorgio Ciofini, tra paradossi e ironia, su queste settimane complicate dell'emergenza Covid

Su e giù. Noi vecchi bambini scavezzacollo e il Virus a spingere l’altalena nei parchi chiusi, come un padre scapestrato. Si dondola sul conto giornaliero dei morti e dei feriti. I nonni in fuga dalle Rsa, se ne sono già andati a giocare in alti giardini. Sono stati fregati. Non avevano paura di un nemico così piccolo. Avevano fatto la guerra vera, quella che ha regalato la pace all’emisfero artico. E chi se ne frega dell’Antartico, mica siamo pinguini? Intanto, attaccato ai bollettini quotidiani e all’ossigeno, il Mondo chiuso in casa è un vecchio cenobita senza Dio. Un nuovo medioevo s’è affacciato all’alba del terzo Millennio. Rinate antiche servitù, angherie, imperatori, re, vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba chiusi nello spazio virtuale. Può tornare utile in questa Italia sfibrata e priva di fibra ottica, a chi sopravvive.

Scienza la fantascienza, si va a quotidiane guerre stellari, L’Iss (Istituto di Sanità Superiore) a illuminarci dal pianeta rosso (pare di vergogna). Per chi ama l’avventura è consentita la passeggiata spaziale tra l’uscio di casa e i cassonetti appositi, i guanti e la mascherina al posto del sigillo di ceralacca del marchese di Toscana. In mancanza di forni crematori, la fossa del Castello sarà riempita d’acqua e di coccodrilli, per eventuale smaltimento delle salme. In fondo costa meno dei camion dell’esercito, nonostante il prezzo del petrolio sia precipitato, la Libertà in duecento metri dall’abitazione, il fine il Supermercato, lo scafandro del comandante Parmitano il sogno del cittadino untore. Prigioniero di decreti governativi, governatoriali, sindacali d’ogni livello di decenza e giurisdizione. Per i suoi diritti dovrà rifare la Rivoluzione francese.

E sia! Ma invero siamo stati già ghigliottinati. La testa, il corpo, l’anima, il pianeta intero in una barca sola (l’ha detto anche il Papa) in balia dei venti. Le democrazie in fila (con carrello e mascherina) al sexy shop, si va ognuno per conto proprio, individui, città, regioni, stati (d’ansia), continenti, il pianeta a tessere giorni mai visti. Perplessa anche l’orbita allunga il suo giro, per sfuggire il contagio. La scienza che un giorno dice pera e l’altro mela, non è più quella che cadde in testa a un certo Newton, Galileo stesso finito in un buco nero, s’è dato all’astrologia. Vita e morte, saggezza e follia a farsi compagnia, il mondo cerca la rotta nel cielo senza stelle. Chi in gommone da immigrato, chi dal suo yacht privato, chi in motoscafo da guardia marina, chi in veliero pirata. Tutti si naviga a vista. Non c’è più un porto sicuro nel globo terracqueo e manca pure un Magellano per terre più inesplorate e inospitali di quelle del Fuoco. Bianchi e neri, poveri e ricchi, fedeli e infedeli, atei e credenti, analfabeti e scienziati, tutti in barca con Tenco: “Un giorno giorno dopo l’altro la vita se va… domani sarà un giorno uguale a ieri…”.

Ma questo dobbiamo evitare, finito l’incubo, che tutto ricominci come prima. La salvezza è nel rovescio che c’è in ogni medaglia (vox populi). Per quanto sia difficile nell’incubo, occorre ribaltare il punto di vista e considerare questa tragedia, questo diluvio universale, questo castigo di Dio, un’opportunità. Forse l’ultima concessa al pianeta vivente, unico noto nell’Infinito. Forse per questo Il Virus ha chiuso in casa anche il tempo, ha fermato la corsa folle dei giorni, ci ha dato la possibilità di sostare, di riflettere su noi stessi, sul senso della vita, su come trattiamo la Terra, la nostra casa più grande, per non far si che quando finisce l’incubo, “il futuro sia ormai quasi passato”. C’è da cogliere l’attimo. Non sprechiamo l’ultima occasione. Oggi il mondo conta i giorni come Tito Stagno, quando l’uomo sbarcò sulla luna. Siamo di fronte a una nuova Era, come in quell’estate del '69.

Anche Dio è morto, per passare da Tenco a Guccini, ma una speranza s’è affacciata in fondo al tunnel, per l’umanità. Ciechi vedenti, presto torneremo liberi di uscire di casa senza cane e senza metro. Un giorno riavremo anche la libertà senza condizionale, grazie a un farmaco, a un vaccino, per miracolo o per immunità di gregge, ma la domanda cruciale resterà. Essere o non essere? Stavolta non è solo un dubbio esistenziale, per anime belle. Oggi Amleto grida, rimbomba nelle case dei reclusi, sgomenta e rincuora al tempo stesso e impone la risposta. La clessidra è voltata, la sabbia scorre, sta per finire il conto alla rovescia per ciascuno di noi, per il pianeta intero. Dunque?

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