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La Chimera di Arezzo soggetto dell'ultima opera dell'artista Nadine

L'intramontabile mito della Chimera di Arezzo ammalia da secoli e non finisce mai di essere fonte inesauribile di ispirazione per l'arte, anche quella contemporanea

L'intramontabile mito della Chimera di Arezzo ammalia da secoli e non finisce mai di essere fonte inesauribile di ispirazione per l'arte, anche quella contemporanea.

L'opera etrusca in bronzo, legata al ciclo della vita, di morte e rinascita, custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, offre spunti a non finire per un pregevole carboncino su carta di Laura Lorenzini, in arte Nadine, giovane già nota per il suo genere di opere mitologiche e, soprattutto, per aver rappresentato e interpretato con la sua sensibilità il doloroso mito di Matelda dei Conti Guidi di Poppi. La bellissima e affascinante contessa, che irretiva i giovani amanti, viene rappresentata con il volto 'dimidiato', a mostrare anche fisicamente il tormento e la morbosità che sfigura lo specchio di un'anima persa, tra dolore, spasmi, perversioni e delitti.

Nella sua lettura della Chimera, mito leggendario dal respiro di fuoco, l'artista apporta alcuni mutamenti pur nel rispetto assoluto del prezioso lascito della tradizione riguardante la creatura trimembre: la testa del leone è rivolta in avanti e mostra un contorno degli occhi appuntito, la testa caprina, anch'essa protesa, offre un accenno di un sorriso orgoglioso della sua forza, mentre quella serpentina risulta molto più corta e si erge in alto così come lo sguardo stesso, lasciando intravedere i suoi denti velenosi.

La Chimera di Arezzo-2

Chi è Nadine

Laura Lorenzini 'Nadine' (Viareggio, 1988) sviluppa la sua vocazione artistica legata a immagini mitiche ed esoteriche, a leggende popolari, italiane ed europee, e alla Natura. Predilige in particolare le leggende toscane e - da qualche tempo - sta approfondendo con passione la mitologia etrusca e in generale le leggende e i miti che si riferiscono alla città di Arezzo e al Casentino.

Altre opere significative della giovane artista sono: “La Sirena Apuana”, dedicata al mito della Sirena del fiume Carrione di Carrara, “Il linchetto”, “La Sirena di Viareggio”, “Ecate misteriosa” e il carboncino su carta intitolato “La magia della Luna, ovvero la leggenda del vampiro di Birmingham”, che intende rievocare un tema diffusosi nella città delle Midlands nel Regno Unito.

La ricerca pittorica e artistica quotidiana di Nadine si accompagna a una profonda conoscenza di leggende e miti, che approfondisce con passione e che desidera diffondere in Italia e all'estero tramite il disegno e la pittura.

Il mito greco della Chimera

Il giovane guerriero Bellerofonte fugge dalla nativa Corinto, dopo aver ucciso il locale tiranno e cerca rifugio presso la corte del re Preto, nella vicina Tirinto, città nella quale la regina Stenebea si invaghisce di lui e viene da lui rifiutata.

Per sete di vendetta, la donna finisce per istigare Preto a uccidere Bellerofonte, raccontandogli di essere stata sedotta da lui.

Preto non vuole uccidere un ospite – l'ospitalità è ritenuta, infatti, sacra - e invia Bellerofonte in Licia alla corte del re Iobate, affidandogli l'incarico di portargli una tavoletta scritta e sigillata che contiene la richiesta di uccidere il suo portatore.

Bellerofonte raggiunge la Licia, dove il re Iobate, in nome delle stesse leggi dell'ospitalità che avevano fermato la mano di Preto, non vuole uccidere il guerriero. Preferisce chiedere a Bellerofonte di compiere una missione impossibile e mortale: uccidere la Chimera.

Protetto dalla dea Atena e grazie al cavallo alato Pegaso, Bellerofonte uccide la Chimera e, per il suo successo, ha in dono il regno di Iobate e la mano della di lui figlia Filonoe.

A seguire, l'orgoglio si impossessa di Bellerofonte che cercò persino di raggiungere l'Olimpo in groppa a Pegaso, dal quale viene, però, disarcionato.

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