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Salute Terranuova Bracciolini

Clinica Riabilitazione Toscana, il posto della ricerca traslazionale in riabilitazione neurologica

La clinica ha organizzato per il 27 maggio la seconda giornata della ricerca

La chiamano “ricerca traslazionale”. Traduzione: l’attività di ricerca favorisce quella clinica e quest’ultima favorisce la ricerca. Ne traggono vantaggi i pazienti e conoscenze gli operatori.

La Clinica di Riabilitazione Toscana la pratica dal 2018 con una sua struttura che in pochi anni, nonostante le difficoltà create dal Covid, è riuscita a creare una rete di collaborazioni in Italia e in Europa fino a diventare un punto di riferimento. Ecco, il 27 maggio, la seconda giornata della ricerca toscana in riabilitazione, organizza proprio da CRT presso la sua sede nell’ospedale del Valdarno con il patrocinio delle sezioni regionali SIRN- Società Italiana di Riabilitazione Neurologica e SIMFER-Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa.

Una giornata di confronto scientifico, alla quale parteciperà anche il presidente della Giunta Regionale, Eugenio Giani e  che inizierà con Albarosa Augusta Fuccini, presidente CRT, e con i saluti di Simone Bezzini, assessore regionale alla Sanità; Simona Dei, Direttrice sanitaria Asl Tse e Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini.

“Come nella prima Giornata del 2018 – annuncia Mauro Mancuso, direttore scientifico della CRT - l’obiettivo è ancora una volta quello di condividere i risultati della ricerca e i progetti che vengono realizzati nei reparti e nei servizi della riabilitazione toscana, sempre nell’idea che questi incontri possano servire per condividere le conoscenze e far nascere nuove idee e nuovi ambiziosi progetti di ricerca. La Giornata sarà un vetrina di cosa sta accadendo in Toscana e consentirà a tutti gli operatori di condividere in presenza – dopo due anni di contatti solo on line – idee e conoscenze”.

La CRT è una prova reale di come la ricerca possa cambiare la qualità dei servizi e quindi la vita dei pazienti. La scelta fatta nel 2018 ha modificato l’organizzazione della clinica. “Siamo passati da una riabilitazione convenzionale ad una che ha introdotto, proprio grazie alla ricerca traslazionale, nuove metodiche e professionalità aggiuntive. Quindi non solo medici, psicologi, logopedisti, fisioterapisti, infermieri ma anche, ecco le nuove figure, neuropsicologi e terapisti occupazionali”.

In pochissimi anni la CRT è stata in grado di attivare molti progetti innovativi. La riabilitazione intensiva precoce nel danno ischemico, nei disturbi del linguaggio; il training di istruzione alla comunicazione tra caregiver e paziente afasico; le stimolazioni cerebrali non invasive. E poi ancora gli effetti della stimolazione elettrica transcranica a corrente diretta e lo studio multicentrico sull’efficacia della stimolazione elettrica transcranica (tES) sul recupero motorio dopo ictus; l’uso dei device elettronici nella riabilitazione neuropsicologica e la valutazione delle differenze di genere nel recupero della persona con ictus.

Ancora Mancuso: “l’implementazione di nuovi metodi di diagnosi dei deficit cognitivi ha dimostrato maggiore efficacia nel rilevare la presenza di difficoltà cognitive (neglect, afasia). Abbiamo poi verificato gli effetti del trattamento mediante stimolazioni cerebrali non invasive nel recupero della funzione motoria e cognitiva (stimolazione elettrica transcranica e stimolazione magnetica transcranica). Importanti si sono dimostrate l’utilizzo di terapie riabilitative aggiuntive nel recupero della funzione motoria (Action Observation Therapy) e cognitiva (stimolazione elettrica transcranica); l’implementazione dei percorsi di cura per la riabilitazione cognitiva post stroke; l’individualizzazione di training riabilitativi indirizzati alle specifiche difficoltà del paziente”.

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