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"Estendere il modello Seus"

Mozione di Gabriele Veneri (FdI): "Il Servizio di emergenza-urgenza sociale, una sorta di pronto intervento immediato di emergenza sociale per aiutare le persone con le più varie problematiche"

“Da alcuni anni è attivo, su certe aree del territorio toscano, il Servizio di emergenza-urgenza sociale, una sorta di pronto intervento immediato di emergenza sociale per aiutare le persone con le più varie problematiche dalla violenza al maltrattamento, dall’emarginazione alla povertà. Il Seus è un servizio di straordinaria importanza per le persone con gravi problematiche sociali, attivo in qualsiasi ora ed in qualsiasi giorno dell’anno (mentre gli assistenti sociali sono solitamente disponibili in orari e giorni della settimana ben definiti, e non 24 ore al giorno, 7 giorni su 7) con una continuità e costanza preziosissime che rendono gli interventi tempestivi, efficaci ed adeguati. Un servizio a titolarità pubblica, parte integrante nel sistema di offerta pubblica dei servizi sociali. E’ organizzato attraverso una Centrale operativa e Unità territoriali che intervengono in loco. Viene attivato, tramite numero unico verde dedicato e gratuito, attraverso segnalazioni di soggetti pubblici (i servizi sociali territoriali, le forze dell’ordine, il dipartimento dell’emergenza urgenza sanitaria e altri servizi sanitari)” dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gabriele Veneri, che ha raccolto le sollecitazioni degli esperti ed i risultati emersi dal recente convegno organizzato dalla Fondazione Casa Thevenin ad Arezzo. Problematica e necessità che hanno ispirato la mozione che il Consigliere ha presentato alla Regione.

“La Toscana è stata la prima Regione ad avviare una sperimentazione quale quella del Seus, che ha dato ottimi riscontri nei primi 3 anni di applicazione, motivo per cui sarebbe opportuno estendere rapidamente tale modello su tutto il territorio toscano. Se applicato in tutta la regione, andrebbe a creare una rete assistenziale integrata e capillare, anche con il coinvolgimento del Volontariato e del Terzo Settore, e un sistema di intervento continuativo, evoluto e innovativo che favorirebbe pure l’integrazione socio-sanitaria -sottolinea Veneri- La Regione valuti l’opportunità di stanziare nuovi contributi regionali a favore del Seus e solleciti anche risorse nazionali. La Giunta potrebbe, poi, aprire un tavolo di confronto con le Asl e le altre strutture competenti per individuare politiche rinnovate ed efficaci per assistere i cittadini nei casi improvvisi di emergenza sociale, ancora più frequenti da quando è in corso la pandemia da Covid”. 

“Nei primi tre anni di sperimentazione il pronto soccorso sociale è stato attivato 2.383 volte. Nel 2020 il Seus è stato attivato a seguito di criticità legate all’emergenza abitativa, a violenza di genere, a conflittualità familiare. Ma vi sono stati anche interventi per situazioni di assenza di mezzi di sostentamento, di abbandono, per abusi sessuali e atti di bullismo. Le centrali operative sono tre: Toscana centro, Toscana sud-est e Toscana nord-ovest e coinvolgono 20 zone-distretto” ricorda Veneri.

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