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Politica Civitella in Val di Chiana

"Io aggredita". La verità di Valeria Nassini: "Civitella è pronta per un nuovo progetto"

L'ex vicesindaca del Comune di Civitella in Valdichiana, attraverso una nota stampa, replica alle accuse mosse nei suoi confronti dal Psi fornendo la propria versione dei fatti

"La fiducia è venuta meno reciprocamente e la mia per prima". Con queste parole Valeria Nassini, ex vicesindaca del Comune di Civitella, si rivolge alle sezioni locali del Partito Socialista e Pd. All'indomani delle pesanti considerazioni espresse nei suoi confronti dal Psi, ecco che è lei stessa a prendere carta e penna e fornire la sua versione dei fatti con relative precisazioni e considerazioni personali.

Ma cosa è accaduto a Civitella? Il comune è tra i quattro della provincia che si appresta al rinnovo del governo. Al momento sono due i nomi in ballo per la poltrona di sindaco: Fabio Badii e Andrea Tavarnesi. Il primo espressione del centrodestra e il secondo candidato del centrosinistra nonché membro della giunta Menchetti. Recentemente, come testimoniato da alcuni post apparsi sui social, Nassini avrebbe espresso più di una perplessità nei confronti della scelta del candidato nonché sull'operato della giunta e del Psi, partito nelle cui fila è cresciuta politicamente. Esternazioni che, secondo quanto riportato dalla sezione civitellina del Psi, avrebbero portato alla rottura del rapporto di fiducia. Da qui la presa di posizione del partito che ha manifestato il proprio disappunto attraverso una lettera aperta inviata alla ex amministratrice e alla stampa. "La lettera - spiega Valeria Nassini - mi era stata anticipata lo stesso giorno dal signor Lucchetti, nuovo coordinatore della sezione locale del partito socialista. Figura eletta tre giorni prima e che ha partorito il proprio degno contributo all’esercizio democratico della coalizione Pd di Andrea Tavarnesi. Un candidato a sindaco così debole da necessitare di infangare altri potenziali candidati attraverso i socialisti, alla permanente ricerca di un posticino in cui sedere. E la eliminazione diretta attraverso la Ginetta Menchetti".

Ma come si è arrivati alla sfiducia? Secondo quanto spiegato da Nassini "da qualche tempo alcuni membri del Psi locale hanno completamente perso la bussola etica ed io non ne ho fatto segreto sulle mie pagine facebook. Tali signori che fanno il conto della serva all'indennità prevista per legge, in viva parte al partito restituita negli anni, amavano molto la sottoscritta, assieme agli altri membri sani del paziente centrosinistra, da tempo ormai claudicante, mal curato e in emorragia di voti. Ad un certo momento però ho iniziato a criticare alcuni membri e sono stata aggredita. Della cosa ho informato i vertici di partito e come risultato i loro fedeli amici si sono risentiti".

Ed è poi ai fatti ricostruiti nella nota-lettera del Psi che fa riferimento Nassini, sostenendo come: "la riunione che si dichiara svolta con regolarità alla presenza del segretario provinciale Antonio Segreti, il 3 agosto alle 21, è descritta come iniziata alle 21.10. Tutto regolare, confronto tra gli iscritti, presentazione dei candidati come da norme di legge e infine votazione. Peccato che Lucchetti menta. Le fotografie fatte ai socialisti in piazza Risorgimento, già fuori dalla federazione, hanno metadati a valore forense che riportano orario 21.27, ben dieci minuti di democrazia. Una barzelletta. Tutto questo era perfettamente coerente con le parole di un membro della sezione che ha sempre spiegato un punto chiaro, ovvero che nel Psi le trattative le conduce lui e basta, nessuna democrazia, nessun confronto. D'altronde un altro membro diceva, in un recente incontro, che i fogli delle trattative stanno nella sua cassaforte, oppure che i verbali di assemblea non devono girare e non sono disponibili. E ancora via così di questo passo. Quando mi sono opposta, sono stata aggredita e costretta a ricorrere a chirurgia maxillo-facciale, ma allo stesso tempo anche avversata. A poco sono servite le denunce per via gerarchica alle cariche del partito socialista".

Contestualmente alla rottura con il Psi, si è registrato nello stesso giorno un altro distacco: quello con la giunta. Scelta 5 anni fa come vicesindaca nonché assessore alla cultura, il 6 agosto le sono state ritirate le deleghe poiché venuti meno "i presupposti fiduciari che avevano determinato la nomina della consigliera Nassini alla carica di vicesindaco ed assessore". "La sindaca - spiega Nassini - lo ha fatto senza spiegazione plausibile. A ben vedere un autogol per una giunta che arriva a fine mandato esattamente come la ho descritta: disfunzionale. Il sindaco, in una giunta frettolosa e destituita di ogni criterio legale, pone domande sul perché io abbia chiamato babbo il suo assessore Capacci Ivano e lei saggia mamma. A tali domande mi viene da pensare che sia uno dei tanti sfoghi a cui il sindaco Menchetti non è nuovo, stressato negli ultimi tempi da un candidato che proprio non va. Tutto avviene senza un consiglio comunale e senza che la medesima rifletta sulla gravità delle proprie azioni. Questa revoca è chiaramente finalizzata al buon esito della campagna elettorale già in corso, piuttosto che alla tutela dell’interesse della collettività rappresentata e di trasparenza, imparzialità e buon andamento della amministrazione. Infatti quante sono le cose negative contestate alla sottoscritta da Menchetti? Zero. Insomma alla fine il gioco a somma zero, oltre a produrre diffamazioni e calunnie (da parte del Psi), che scopo ha raggiunto? Che cosa ha dimostrato? Ve lo dico subito: paura. Per la prima volta dopo settant’anni, a Civitella non vincerà necessariamente una sinistra poco democratica, clientelare, vecchia, maldicente e appiattita sui soliti schemi. Certamente l’aiuto dei socialisti, che si sono prestati alla mala gestio delle candidature, è prezioso ma basterà a Tavarnesi? Ne dubito fortemente".

Infine alcune considerazioni sul proprio futuro politico: "Civitella è pronta per un nuovo progetto, al riparo da dinamiche vecchie e ormai inutili. Un progetto bellissimo per cui mi metterò a disposizione per le tante e vive e felici rappresentanze della bella società del mio comune. Un progetto che dall’interno non mi è stato possibile realizzare e che quindi mi porta fuori per una rivoluzione moderata e laica, che potrà abbracciare più forze possibili".

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