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Unione dei Comuni, Agostini su tutte le furie: " Hanno approvato in prima seduta violando una consuetudine"

E' su tutte le furie Paolo Agostini, il presidente dell'Unione dei Comuni del Casentino. Il motivo lo spiega lui stesso, all'indomani del consiglio che in prima seduta ha deliberato, in sua assenza. Domenica 3 aprile alle 15,30 è accaduta una...

E' su tutte le furie Paolo Agostini, il presidente dell'Unione dei Comuni del Casentino. Il motivo lo spiega lui stesso, all'indomani del consiglio che in prima seduta ha deliberato, in sua assenza.

Domenica 3 aprile alle 15,30 è accaduta una cosa grave: avevo convocato in prima seduta il Consiglio dell’Unione per una discussione, aperta agli interventi di associazioni sindacati e cittadini, sul punto nascita e l’ospedale di Bibbiena e sulle garanzie occupazionali per gli operai forestali dipendenti. Com’è uso in qualsiasi ente, a meno che non si tratti di convocazione urgente, la seduta del Consiglio si sarebbe tenuta in seconda convocazione lunedì 4 alle 21,30.

Insomma, come escamotage, gli altri sindaci hanno violato una consuetudine:

Invece, violando una consuetudine sempre praticata dall’Unione, 13 su 14 consiglieri di maggioranza si sono presentati alla prima convocazione e hanno svolto il Consiglio, approvando degli ordini del giorno che accettano la chiusura del punto nascita e rinviano genericamente alla Regione il problema del finanziamento dei forestali. Ma la cosa grave è che in questo modo si è tolta la voce a chi subisce le conseguenze del continuo ridimensionamento dell’ospedale di vallata, a chi non sa se potrà continuare a svolgere un lavoro essenziale come la gestione del demanio forestale e il servizio antincendio, a chi vorrebbe l’Unione vicina a chi ha bisogno.

Subito dopo l'approvazione, proprio ieri i consiglieri avevano inviato un comunicato stampa raccontando il lavoro svolto in consiglio, una mossa che non è andata giù ad Agostini:

A quei consiglieri che hanno beffato i cittadini e tentano poi di ingannarli con i soliti comunicati di regime, voglio ricordare che:

-nella Costituzione c’è un articolo 44 che stabilisce disposizioni a favore della montagna

-l’art.1 della legge sulla montagna n.97 del 1994 prevede azioni in campo sociale “anche mediante la garanzia di adeguati servizi per la collettività”

-l’art.14 della legge sulla montagna stabilisce che le regioni decentrano nei comuni montani attività e servizi fra i quali “ospedali specializzati”!

Nonostante queste premesse, il PD e la Regione, anziché favorire la residenza nelle zone montane, tolgono presidi ospedalieri indispensabili: non è questa la soluzione, bisogna trovare economie in altri ambiti gestionali e mantenere, anzi, migliorare i servizi per chi vive in montagna!

Oltre alla sanità il consiglio si era occupato anche degli operai forestali:

La questione degli operai forestali è ancora più vergognosa: la Regione ha deciso di tagliare da 12,5 a 7,5 milioni di euro il finanziamento dei lavori realizzati con gli operai forestali dipendenti e i restanti 5 milioni dovrebbero venire dalle convenzioni con i consorzi di bonifica. Questi si finanziano con i contributi pagati dai cittadini che, anziché alimentare interventi aggiuntivi di tutela territoriale, andranno a compensare i tagli della Regione. Ma la cosa più grave è che i 120.000 ettari di demanio regionale e in particolare i quasi 12.000 del Casentino sono così destinati all’abbandono e viene gettata al vento l’opportunità di utilizzare questo grande patrimonio per lo sviluppo economico, il miglioramento dell’ambiente e la creazione di opportunità di lavoro, per non parlare dei rischi di frane e alluvioni locali dovuti all’abbandono di strade, piste e altre infrastrutture.

I consiglieri di maggioranza dell’Unione che hanno inscenato il Consiglio di domenica 3 aprile non hanno beffato il presidente Paolo Agostini, ma se stessi e tutti quei Casentinesi che vorrebbero vederli impegnati per il bene della nostra terra e della nostra gente.

Della stessa opinione i consiglieri di minoranza dei Comuni del Casentino

Una volta avremmo detto: basta con la politica che considera i cittadini come loro sudditi.

Bei tempi. Attenzione, la comunicazione è cambiata. La politica di certi signori casentinesi che definire politici è quasi un insulto (ma qualcuno si definisce tale anche nel proprio curriculum) ci considera ormai dei dementi.

Sì perché l’ennesimo schiaffo alla nostra intelligenza umana è andato in scena ieri pomeriggio, quando garantendo il numero legale in prima convocazione all’Unione dei Comuni del Casentino, questi Signori Sindaci: Eleonora Ducci, Giampaolo Tellini, Ivano Versari, Massimiliano Sestini, Massimiliano Mugnaini, Valentina Calbi (oltre Poppi in delega permanente), garantendo il numero legale, hanno legittimato un consiglio che doveva essere aperto al pubblico autocelebrandosi davanti a se stessi.

Ridicolo il loro comunicato stampa domenicale, che richiamandosi a quello che è il senso delle istituzioni, ci informa (quanta grazia) di essere (loro) stati presenti in massa vista la sciagurata idea di convocare il Consiglio nella sacra domenica pomeriggio. E non è mancata la foto di rito con tanto di selfie.

Bene, in confronto a certi pesci di aprile, questo li ha davvero superati tutti, ma è la cruda realtà.

Per carità, anche il suo Presidente poteva essere un tantino più scaltro nel fissare l’orario della prima convocazione, ma sanno anche i muri che per prassi il Consiglio di questa specie di Unione si svolge in seconda convocazione, prassi su cui in verità ormai questi politici sguazzano per anni e che ora che gliene tornava comodo hanno sovvertito tirando fuori dal cilindro il loro colpo magico.

Ne prenderemo atto. Peccato però che così facendo hanno offeso non tanto le minoranze ma il senso e la sostanza di un’assemblea che era stata convocata per consentire ai cittadini di intervenire (come pubblicizzato da giorni) in un dibattito, appunto aperto al pubblico ed in quel Consiglio, per parlare del futuro del nostro punto nascita, proprio lunedì sera (stasera) alle ore 21.30. Un autentico autogol.

Ma se era già evidente che questi signori intenti nel passare il week end a telefonarsi per garantirsi la presenza preferiscono il confronto nelle loro assemblee di partito e fuggono come conigli bagnati davanti ai cittadini piuttosto che andare al confronto con loro, occorreva scendere così tanto in basso? Perché lo immaginiamo come sia stata nutrita l’assemblea di domenica pomeriggio e quanto faticoso sia stato per loro questo gesto di alta democrazia.

Nella fretta di concludere, ce li immaginiamo tutti alle giostrine che distano giusto un centinaio di metri dai cancelli della “loro Unione” con lo zucchero filato in mano.

Ecco, lì dovete andare, alle giostrine. Quello è il vostro mondo.

Concludiamo con un ultimo accorato appello.

Davanti a questi statisti della politica, noi proviamo disgusto.

Sentiamo pertanto il dovere di rivolgierci a chi per demente non vuol passare ed a tutti quei cittadini intelligenti che ci circondano (la maggioranza reale) affinché ci sostengano per liberarci da questo scempio quotidiano. Siamo onesti con voi. Da soli non ce la facciamo.

Insieme lo possiamo davvero cambiare in meglio questo Casentino, ma occorre intanto non essere divisi e smetterla di fare la fila davanti alle porte sbagliate.

Per questo ci abbracciamo a tutte le persone che questi signori stanno continuando ad offendere con le loro “politiche”.

Ci rivolgiamo ai cassaintegrati, ai disoccupati, ai precari, a chi tutte le mattine con il sudore apre le saracinesche del loro negozio. Alle imprese, a chi ha un’attività, una partita iva. A chi è strozzato dentro questo Casentino ed è costretto a fuggire altrove per trovare opportunità di carriera ed a chi è strozzato e nemmeno a più la forza di alzarsi perché così lo vogliono questi signori il Casentino, come un bell’ orticellino piccolo piccolo, perché più piccolo è, e meglio si controlla.

Noi siamo esattamente come voi, non come loro.

Nel corso del Consiglio avremmo letto un documento di forte critica per la gestione amministrativa dell’Ente Unione dei Comuni. Lo faremo avere alla stampa quanto prima, giusto per vedere l’effetto che fa. Intanto godiamoci questo momento.

Ai Sindaci diamo l’appuntamento per domenica prossima: vi aspettiamo tutti alle giostrine. C’è la fiera di San Torello. Non fate mancare il numero legale.

Domenica 3 aprile alle 15,30 è accaduta una cosa grave: avevo convocato in prima seduta il Consiglio dell’Unione per una discussione, aperta agli interventi di associazioni sindacati e cittadini, sul punto nascita e l’ospedale di Bibbiena e sulle garanzie occupazionali per gli operai forestali dipendenti. Com’è uso in qualsiasi ente, a meno che non si tratti di convocazione urgente, la seduta del Consiglio si sarebbe tenuta in seconda convocazione lunedì 4 alle 21,30. Invece, violando una consuetudine sempre praticata dall’Unione, 13 su 14 consiglieri di maggioranza si sono presentati alla prima convocazione e hanno svolto il Consiglio, approvando degli ordini del giorno che accettano la chiusura del punto nascita e rinviano genericamente alla Regione il problema del finanziamento dei forestali. Ma la cosa grave è che in questo modo si è tolta la voce a chi subisce le conseguenze del continuo ridimensionamento dell’ospedale di vallata, a chi non sa se potrà continuare a svolgere un lavoro essenziale come la gestione del demanio forestale e il servizio antincendio, a chi vorrebbe l’Unione vicina a chi ha bisogno. A quei consiglieri che hanno beffato i cittadini e tentano poi di ingannarli con i soliti comunicati di regime, voglio ricordare che:

-nella Costituzione c’è un articolo 44 che stabilisce disposizioni a favore della montagna

-l’art.1 della legge sulla montagna n.97 del 1994 prevede azioni in campo sociale “anche mediante la garanzia di adeguati servizi per la collettività”

-l’art.14 della legge sulla montagna stabilisce che le regioni decentrano nei comuni montani attività e servizi fra i quali “ospedali specializzati”!

Nonostante queste premesse, il PD e la Regione, anziché favorire la residenza nelle zone montane, tolgono presidi ospedalieri indispensabili: non è questa la soluzione, bisogna trovare economie in altri ambiti gestionali e mantenere, anzi, migliorare i servizi per chi vive in montagna!

La questione degli operai forestali è ancora più vergognosa: la Regione ha deciso di tagliare da 12,5 a 7,5 milioni di euro il finanziamento dei lavori realizzati con gli operai forestali dipendenti e i restanti 5 milioni dovrebbero venire dalle convenzioni con i consorzi di bonifica. Questi si finanziano con i contributi pagati dai cittadini che, anziché alimentare interventi aggiuntivi di tutela territoriale, andranno a compensare i tagli della Regione. Ma la cosa più grave è che i 120.000 ettari di demanio regionale e in particolare i quasi 12.000 del Casentino sono così destinati all’abbandono e viene gettata al vento l’opportunità di utilizzare questo grande patrimonio per lo sviluppo economico, il miglioramento dell’ambiente e la creazione di opportunità di lavoro, per non parlare dei rischi di frane e alluvioni locali dovuti all’abbandono di strade, piste e altre infrastrutture.

I consiglieri di maggioranza dell’Unione che hanno inscenato il Consiglio di domenica 3 aprile non hanno beffato il presidente Paolo Agostini, ma se stessi e tutti quei Casentinesi che vorrebbero vederli impegnati per il bene della nostra terra e della nostra gente.

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