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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Tenti (Prc): "Lavoreremo pancia a terra per i No al referendum confermativo"

La riforma costituzionale per la quale è al lavoro il governo Renzi terminerà probabilmente nell'autunno 2016 con un referendum confermativo. Del Comitato del No fa parte anche il Partito della Rifondazione Comunista di Arezzo. E' il suo...

La riforma costituzionale per la quale è al lavoro il governo Renzi terminerà probabilmente nell'autunno 2016 con un referendum confermativo.

Del Comitato del No fa parte anche il Partito della Rifondazione Comunista di Arezzo. E' il suo segretario Fausto Tenti che motiva la contrarietà alla riforma:

"Quando ho dichiarato che questo Parlamento non è legittimato a stravolgere l'impianto costituzionale del 1948, sono stato da più parti accusato di dire una castroneria: i detrattori sentenziano che non è assolutamente vero, perchè la famosa Sentenza della Corte n. 1/2014, che dichiara incostituzionale la legge elettorale "porcellum", ha però riconosciuto pieni poteri al Parlamento senza limitazione alcuna.

Essi, però, mentono sapendo di mentire, così da fare scientemente un'operazione di disinformazione di regime. Detta Sentenza, infatti, afferma che le Camere - elette appunto con una legge dichiarata incostituzionale, soprattutto per la mancanza di una soglia "minima" per l'assegnazione del premio di maggioranza - avrebbbero potuto continuare nell'esercizio delle loro funzioni esclusivamente basandosi su un principio sì implicito all'ordinamento, cioè sul principio della continuità dello Stato: tale principio generale, però, non legittima affatto un esercizio delle funzioni prolungato nel tempo ma – al massimo, come affermato dalla stessa Corte – molto limitato (al massimo 3 mesi). Si tratta dell'istituto della prorogatio, al quale fa riferimento la Corte, previsto dagli artt. 61 e 77, comma 2, della Costituzione: ergo, un Parlamento eletto con premio di maggioranza dichiarato incostituzionale, quindi con poteri e funzioni limitati nel tempo e che perciò non era nemmeno autorizzato a finire la legislatura – come asserito dalla Corte – cambia forma di stato e di governo e "scassa" la Carta...Il tutto con l'avallo di chi doveva garantire il rispetto della Sentenza ma ha deciso vergognosamente di non intervenire, cioè il Presidente della Repubblica.

C'è stato anche chi mi ha accusato di dire bischerate, riguardo alla denuncia di un'esagerata supremazia dell'esecutivo e di un forte squilibrio nella rappresentatività, derivanti dal micidiale combinato disposto tra riforma costituzionale e nuova legge elettorale (cd italicum): anche in questo caso si mente sapendo di mentire, perchè la fiducia sarà concessa o revocata soltanto dalla Camera dei Deputati, e l'italicum assicurerà la maggioranza assoluta dei seggi alla sola lista che otterrà il miglior risultato...Al ballottaggio, un partito anche non molto rappresentativo si troverà nella condizione di formare il governo ottenendo il voto di fiducia della sola Camera dei Deputati: ergo, un partito espressione di una minoranza anche esigua di voti potrà governare il Paese da solo....Ad esempio, un partito con maggioranza relativa del 30% dei voti validamente espressi e con magari un 50% di astenuti, otterrebbe la maggioranza dei seggi. Tutto, ma proprio tutto l'indirizzo politico si concentrerebbe nelle mani dell'Esecutivo, anzi del suo Capo, con una Camera di soggetti nominati dai partiti (grazie ai capilista bloccati) senza né garanzie né controlli, alla faccia (anche) della suddetta Sentenza n. 1/2014, che ha affermato che la "rappresentatività" non dovrebbe comunque mai essere penalizzata dalla "governabilità".

Anche l'istituto dell'iniziativa legislativa popolare nasconde un imbroglio in realtà lampante: con la scusa che – dopo - i testi predisposti dai cittadini avranno un iter certo di esame, viene innalzato il numero di firme richieste da 50.000 a 150.000.

Tutte le critiche alla contro-riforma costituzionale, fatte sia in precedenza che oggi, non significano che non ci siano punti specifici della Carta da modificare, integrare e correggere, ma vogliono evidenziare l'assurdità di una revisione così estesa votata da un Parlamento sul quale pende la Spada di Damocle di una sentenza della Corte Costituzionale, il "giudice delle leggi", che nella sostanza e innegabilmente lo delegittima, quantomeno per processi così vasti, complicati e delicati come l'architettura di uno Stato: ho voluto solo sottolineare che il combinato disposto tra la riforma costituzionale e quella elettorale costituiscono una miscela esplosiva che prefigura un modello istituzionale basato sulla dittatura della maggioranza (che in realtà maggioranza non è) dove gli organi di garanzia non si troverebbero più nelle condizioni di svolgere il ruolo di pesi e contrappesi. In conclusione, in vista di una campagna referendaria che Renzi intende trasformare in un plebisicito su se stesso, i cittadini devono sapere che la proposta del Governo configura una forma di architettura costituzionale assai distante da quella ideata dai nostri Padri Costituenti (per la rappresentanza politica, per l'equilibrio tra poteri, per la partecipazione democratica) molto "particolare", inedita e insolita per le democrazie occidentali. Per questo lavoreremo pancia a terra per far prevalere i no."
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