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Spacciatori arrestati, Nisini: "Serve certezza della pena e accordi con i paesi d'origine"

Dichiarazione della candidata della Lega Nord  al collegio uninominale del Senato di Arezzo - Siena Tiziana Nisini: «Non ci sorprende affatto che non passi giorno che le Forze dell’Ordine arrestino qualche nigeriano spacciatore. Come evidenziato...

Dichiarazione della candidata della Lega Nord al collegio uninominale del Senato di Arezzo - Siena Tiziana Nisini:

«Non ci sorprende affatto che non passi giorno che le Forze dell’Ordine arrestino qualche nigeriano spacciatore. Come evidenziato anche nel rapporto della Direzione Investigativa Antimafia dello scorso anno, ci sono delle veri e propri clan di nigeriani, le cosiddette “confraternite”, definite dalla stessa DIA come “..vasti e ramificati network criminali internazionali organizzati sul modello dei clan, all’interno dei quali gli affiliati intimidiscono e sottomettono altri membri e soggetti esterni, praticando rituali voodoo, rapine e sequestri di persona”, e dedite allo spaccio e allo sfruttamento della prostituzione e ovviamente affiliate alla criminalità organizzata, in particolare calabrese e campana. Altro che risorse! Solo la Sinistra e il M5S non capiscono, o fanno finta di non capire, che ci stanno facendo invadere da veri e propri “soldati” alle dipendenze della criminalità organizzata. È bene mettere in guardia gli italiani che se dovesse continuare questa tendenza sarà un grosso problema ristabilire l’ordine e la giustizia nelle nostre città. Ormai il problema si sta spargendo a macchia d’olio in tutte le realtà, anche quelle storicamente più tranquille e sicure, come Arezzo e Siena. Per questo non appena saremo al Governo sarà prioritario garantire la certezza della pena e stipulare urgentemente accordi bilaterali con le nazioni maggiormente rappresentative della popolazione carceraria, al fine di far scontare ai detenuti le pene nei loro paesi di origine. E non sarebbe male, poi, cominciare ad aprire una riflessione profonda che porti all'introduzione di un sistema di “lavori pubblici rieducativi”, in particolare per chi è pluripregiudicato o per chi è colto in flagranza di reato. Altrimenti dove sta il principio della funzione rieducativa della pena?»
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