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Sinistra Italiana: "Il caso Macrì e l'arroganza del centrodestra"

"L’intera storia, se ripercorsa passo passo e infine la sentenza, inducono ad andare oltre a quello che è stato definito danno di immagine per ragionare invece sul danno di sostanza”, attacca una nota

"La vicenda della presidenza di Estra, da tempo oggetto di contrasto tra le forze politiche e nelle istituzioni aretine, è giunta ad una prima conclusione con la sentenza dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione che ha costretto il presidente Macrì a rassegnare le dimissioni". Attacca così una nota di Sinistra Italiana Arezzo sulla valutazione dell'Anac.

La nota di Sinistra Italiana

"L’intera storia, se ripercorsa passo passo e infine la sentenza, inducono ad andare oltre a quello che è stato definito “danno di immagine” per ragionare invece sul danno “di sostanza”. La sostanza si può concentrare in due questioni.

La prima riguarda la politica alla quale è stata da tempo impressa una svolta “maggioritaria”, che da sistema elettorale è diventata un vero e proprio modo di pensare di una parte degli eletti. Una volta vinte le elezioni, molti ritengono che si possa gestire la cosa pubblica scavalcando leggi, regole, controlli necessari per garantire trasparenza, onestà e buona amministrazione. Di questa impostazione la maggioranza di centro destra che amministra il Comune di Arezzo è esempio di scuola. Infatti, la vicenda Macrì e le altre per le quali sono in corso procedimenti giudiziari, sono il frutto del metodo arrogante e presuntuoso che proprio l’attuale maggioranza ha scelto come modo normale di comportamento. Arroganza e presunzione che in questo caso sono venute alla luce clamorosamente, ma che si riscontrano in tanti atti, riguardanti diversi ambiti, dall’urbanistica, al sociale, alla cultura, adottati rifiutando il confronto e la partecipazione che sono i presupposti della trasparenza.

La seconda è più generale e riguarda un assunto proposto e accettato senza alcuna prova di validità, che ha portato nell’arco degli ultimi decenni ad un sostanziale cambiamento nel panorama dei servizi pubblici. Si è affermato che per dar loro efficienza dovevano essere liberati dai vincoli della pubblica amministrazione e si sono così affidati ad aziende, agenzie, fondazioni, comunque esterne agli enti pubblici democratici (Comuni, Province, Stato). Per restare alla recente attualità, questa è una delle motivazioni dichiarate per le quali la Giunta comunale di Arezzo ha costituito la Fondazione per la gestione dei servizi sociali e scolastici. Da tutto ciò è nato un sistema di strutture separate, privatistiche che alimentano un sottogoverno che di fatto ha rimosso il controllo democratico su settori importanti della vita pubblica.

Serve quindi una politica intesa come partecipazione democratica, rispetto delle regole, limpidità dei comportamenti, messa a servizio esclusivamente degli interessi generali e del bene comune".

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