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Sanità, Seppia: "Ecco le carenze ad Arezzo e le proposte della nostra associazione"

Alcuni esponenti aretini, tra cui alcuni medici, fanno il punto della sanità scrivendo una lettera a Giani e al sindaco di Arezzo

Mauro Seppia, Donato Angioli, Luigi Vignaroli, Vincenzo Santangelo, Vittorio Liberatori, Angiolo Agnolucci e Mauro Davoli sono i firmatari di una lettera inviata contemporaneamente al sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e all'assessore alla sanità Simone Bezzini, oltre che ai consiglieri regionali eletti in provincia di Arezzo, quindi Vincenzo Ceccarelli e Lucia De Robertis del Pd, Marco Casucci della Lega e Gabriele Veneri di Fratelli d'Italia.

I mittenti sono parte dell'associazione Fabbrica delle Idee per Arezzo e pongono al centro il tema della sanità, delle carenze e delle proposte.

"La nostra associazione “La Fabbrica delle idee per Arezzo” organizzò il 27 febbraio 2020 un convegno sul tema: “Il rilancio della sanità, del sistema ospedaliero aretino e la costruzione di un’area sanitaria e di formazione nel parco del Pionta”. Temi che furono recepiti e rilanciati dai mass-media ed anche recentemente, da parte di gruppi politici e consiliari e resi ancora più evidenti dall’infezione virale del Covid-19.

L’integrazione fra i possibili interventi socio-sanitari e di formazione da ubicare nella zona del Pionta, con l’adiacente ospedale, oltre ad elevare la qualità delle prestazioni e la loro efficienza, avrebbe anche l’effetto di alleviare il degrado in atto, nel quartiere di San Donato. In questi anni, a partire dal 2010, si è assistito ad una continua riduzione della spesa sanitaria pubblica, mentre nello stesso periodo la spesa privata è cresciuta del 28%. La pandemia, ha rimesso al centro della politica il diritto alla salute ed il ruolo fondamentale del sistema sanitario pubblico, assieme all’urgenza di rivedere i parametri e la visione economicistica che hanno guidato le politiche sanitarie. Questo anche in presenza delle forti scelte fatte dall’Unione Europea con la messa a disposizione degli Stati membri, con il Next Generation Eu e lo stesso Mes, di notevoli risorse finanziarie sottoposte alla condizione della presentazione di progetti esecutivi, con definiti tempi di esecuzione e controlli della road map."

Le principali carenze

L’ospedale San Donato: i problemi strutturali dell’ospedale impattano negativamente sull’ottimizzazione del lavoro interno e sui percorsi diagnostico-terapeutici intra-ospedalieri oltre che sulla sicurezza. Le cure intermedie: in modo da valorizzare il ruolo dell’ospedale finalizzato alle cure degli acuti. Le Rsa con le loro deficienze recettizie, strutturali e di ubicazione. La formazione del personale sanitario da anni affidata a vetuste formule congressuali. La carenza di personale medico, infermieristico e socio-sanitario.

Quali interventi?

L’ospedale S. Donato ha una struttura fatta a blocchi, ma facilmente isolabili. Pertanto la struttura architettonica, con opportuni adeguamenti, può divenire rispondente anche ad esigenze pandemiche. Inoltre è facilmente adeguabile al principio oggi vigente che un ospedale delle dimensioni del S. Donato deve rispondere a tutti i bisogni di salute, cioè deve garantire risposta a patologie Covid-19 (e Covid-like) e patologie non Covid.Dare immediatamente inizio alla realizzazione delle strutture per le cure intermedie (hospice). Realizzazione di strutture territoriali per la diagnostica di primo/secondo livello, con la collaborazione della medicina territoriale. Dare risposte alla domanda di Rsa. Creare la struttura regionale, con emanazioni a livello locale di ASL, al fine di garantire la formazione permanente del personale. Formazione che dovrà essere sostenuta, indotta e verificata dal Sistema Sanitario Regionale. Definizione e realizzazione della nuova rete sanitaria provinciale e delle macro areee.

I tempi sono maturi per una forte iniziativa e passare dalla speranza ai fatti, ma è necessario per la costituzione di un nuovo e moderno assetto di un sistema sanitario che in primo luogo il Comune di Arezzo, titolare della potestà urbanistica, e di tutela della salute pubblica, promuova, con il coinvolgimento dei soggetti interessati, Regione, Provincia, un progetto di fattibilità della cittadella socio-sanitaria nella zona del Pionta, mentre alla regione Toscana, titolare della potestà in materia di tutela sanitaria compia le scelte politiche necessarie e detti le linee di riforma ed adeguamento del sistema. La nostra associazione,con la collaborazione degli operatori e dei cittadini ,continuerà ad offrire idee e contributi per la costruzione di quanto sopra enunciato.

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