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Martedì, 16 Aprile 2024
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Insieme Possiamo contrario al progetto di ampliamento dell'impianto di San Zeno: le motivazioni

Insieme Possiamo contrario al progetto di ampliamento dell'impianto di San Zeno. Ecco le motivazioni:

Nei giorni scorsi Aisa Impianti, società che gestisce l’inceneritore di San Zeno, ha presentato in Regione un progetto di ampliamento dell'impianto aretino che innalzerà la capacità di smaltimento dei rifiuti dalle attuali 45.600 t/a fino a 75.600 t/a. Si tratta quasi di un raddoppiamento che non trova, apparentemente, una giustificazione. Se si considera che in tutta la provincia di Arezzo la produzione dei rifiuti negli ultimi dieci anni è infatti diminuita, viene immediatamente da chiedersi quali eccedenze dovrà smaltire l’impianto di San Zeno. Questa semplice domanda trova subito una risposta nel momento in cui si apprende che la vicina area fiorentina sta producendo troppi rifiuti e non è in grado di smaltirli tutti in maniera autonoma. Ecco dunque che da Firenze si avalla il progetto presentato da AISA, fortemente voluto da Arezzo (il cui Comune fa parte della stessa società che, a suo volta, fa parte di SEI-Toscana) con il beneplacito dell’ATO Toscana Sud e della Regione Toscana (che nel frattempo ha eliminato gli incentivi che fino ad oggi andavano a beneficio di quegli ATO che smaltivano i rifiuti di altri territori).

All’interno di questo quadro non può non rientrare anche il recente aumento del 75% dell’Ecotassa che la Regione ha istituito nel 2016 e che l’attuale governo nazionale ha sbloccato nell'ultima finanziaria: grazie a tale aumento i cittadini dovranno pagare TARI davvero salate nel 2019 e, allo stesso tempo, alla luce di tali aumenti i comuni non potranno effettuare investimenti per aumentare la raccolta differenziata in quanto ogni intervento produrrebbe ulteriori incrementi tariffari. Incorporando anche questo dato nella macro-analisi precedente è evidente che chi, a livello regionale, ha un rilevante peso decisionale sulla gestione dei rifiuti stia palesemente remando verso un modello che sacrifica volutamente la raccolta differenziata per far girare quanti più soldi possibili nelle casse dei soggetti che continuano a trarre cospicui benefici dallo smaltimento tradizionale dei rifiuti indifferenziati.

Noi siamo convinti che questa commistione di interessi che in Toscana travalica le distinzioni politiche tra centro-destra e centro-sinistra, debba necessariamente interrompersi per favorire un modello di smaltimento dei rifiuti che possa veramente puntare al riciclaggio spinto delle diverse frazioni. Se le ingenti risorse fossero investite in questa direzione probabilmente l’obiettivo del tanto agognato 65% di differenziata potrebbe essere raggiunto da molti dei comuni aretini e toscani. E a quel punto non ci sarebbe di certo bisogno di investire ulteriormente sull'incenerimento dei rifiuti.

Sul tema si era espresso anche il sindaco Ghinelli in difesa del progetto presentato dal presidente Cherici e dal suo staff.

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