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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Centro Storico / Via Giuseppe Garibaldi

Romizi: "Il murales non può finire sbriciolato, serve una giusta soluzione"

“Murales di via Garibaldi: con un’espressione artistica in ballo non si può ragionare con solo in testa l’iter burocratico da seguire e mettendo i diritti l’uno contro l’altro”

Francesco Romizi di Arezzo 2020 prende posizione netta sul progetto della giunta Ghinelli che per costruire un nuovo immobile per servizi pubblici dovrà abbattere i murales che furono realizzati dagli street artist Eron e Moneyless nel corso di un'edizione di Icastica e che si affacciano su piazza del Popolo. 

Nei giorni scorsi il critico d'arte aretino Danilo Sensi aveva lanciato un'ipotesi per poterli salvare e adesso chiede una soluzione opportuna anche Romizi.

francesco-romizi-2“Espressioni artistiche di arte contemporanea: questo sono i murales di Moneyless e Eron che sembra stiano per andare incontro, almeno una parte, a un amaro destino. Non ci sarebbero scusanti. Non possiamo sempre mettere i diritti e i principi l’uno contro l’altro. È illogico sostenere: così facciamo spazio al centro per l’impiego. Perché mai un servizio pubblico deve affermarsi contro la fruizione estetica di un’opera? Perché mai un collegamento tra due piazze, e quindi la libera circolazione delle persone nello spazio urbano, sul quale posso essere d’accordo, deve avere come conseguenza una sfregio pesante alla libertà di espressione artistica? È altrettanto inaccettabile fermarsi a un dato meramente ‘amministrativo’ come un vincolo decaduto che libera da ogni laccio della Soprintendenza. Proprio perché in questo caso si parla di estetica ed entra in gioco una categoria valoriale riconducibile a ciascuno a noi, c’è da chiedere a questa giunta, formata anche da architetti e ingegneri che qualche giorno sui libri di arte e storia dell’arte avranno certamente trascorso: ogni conseguenza di un provvedimento legittimo è automaticamente bella? Oppure qualche valutazione in punta non di solo iter burocratico andrebbe fatta? Non mi si dica poi che il centro storico di Arezzo non deve essere interessato da queste espressioni perché fuori luogo rispetto al contesto che lo caratterizza. Al di là del noto e scontato esempio della piramide parigina del 1988 nel cuore del Rinascimento francese, non mi pare che quel punto della città, con un’arteria stradale molto trafficata e tante strisce blu per la sosta degli autoveicoli, si caratterizzi per la presenza di un’abside o per un palazzo con merli e trifore. Al netto quindi del timore di un atto meramente ‘punitivo’ nei confronti del simbolo di una manifestazione rispetto alla quale il centrodestra voleva porsi in discontinuità, dimenticando che sono passati oramai 6 anni dall’ultima Icastica, guarda caso contiguo all’altra ‘vendetta’ consumata per la Casa delle culture, dico: la proposta di Danilo Sensi è un ottimo spunto per trovare la giusta soluzione. In ogni caso, il murales in questione non può finire sbriciolato”.

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