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Romizi all'attacco: "Sul fine vita il Papa è più all’avanguardia di alcuni consiglieri comunali e parlamentari"

Dichiarazione del capogruppo Francesco Romizi (Arezzo in comune) A luglio, il Consiglio Comunale bocciava l’atto di indirizzo sul fine vita che era stato discusso dopo avere raccolto consenso trasversale al momento della presentazione. Bastava un...

Dichiarazione del capogruppo Francesco Romizi (Arezzo in comune)

A luglio, il Consiglio Comunale bocciava l’atto di indirizzo sul fine vita che era stato discusso dopo avere raccolto consenso trasversale al momento della presentazione. Bastava un voto in più per passare, uno solo. E questo poteva venire da almeno un componente di alcuni gruppi consiliari di centro-destra che lo avevano prima sottoscritto e che poi, in aula, si distinsero per i loro... distinguo. Tutti incentrati su quale principio? La vita e la sua difesa fino all’accanimento. Ebbene, Francesco, il pontefice capo di quella religione alla quale molti assessori e consiglieri di questa maggioranza fanno riferimento, ha detto che quella stessa vita che loro pensano di “difendere” con tubi, respiratori, alimentatori e macchine, non è invece un ergastolo.

Come respingemmo in quel frangente l’accusa di essere propugnatori di una cultura della morte, visto che rivendicavamo soltanto la piena autonomia individuale sulle scelte inerenti il proprio corpo, salutiamo adesso con piacere sia il nucleo centrale del messaggio di Francesco sia, soprattutto, il clima diverso rispetto al passato ratringeriano che emerge dalle parole del papa sui temi etici. Quel passato anti-moderno dei principi non negoziabili, frutto di una crociata vaticana sulla “vita” dietro alla quale si trincerano ancora in tanti, sia ad Arezzo che in Parlamento.

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