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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rifondazione dice no a nuove richieste di trattamento di rifiuti speciali a San Zeno

E' in corso presso la Regione Toscana la conferenza dei servizi sulla “Modifica sostanziale impianto di smaltimento e recupero rifiuti pericolosi e non pericolosi ...”, presentata dalla Società Mialma SrL che ha sede a San Zeno. A renderlo noto...

E' in corso presso la Regione Toscana la conferenza dei servizi sulla “Modifica sostanziale impianto di smaltimento e recupero rifiuti

pericolosi e non pericolosi ...”, presentata dalla Società Mialma SrL che ha sede a San Zeno.

A renderlo noto la Federazione provinciale di Rifondazione Comunista che ha un giudizio non positivo:

"Non si tratta affatto di un aumento di potenzialità di poco conto: si passa dall'attuale autorizzazione, rilasciata dalla Provincia di Arezzo il 6.12.2010, a trattare un massimo di 700 t/a di acido nitrico esausto, alla richiesta di arrivare ad un quantitativo complessivo di rifiuti speciali

trattati (altre tipologie, non solo acido nitrico) pari a 2.200 t/a di tipo “pericoloso” e 1.520 t/a di tipo “non pericoloso”, per un totale di 3.720 t/a, in sostanza oltre il 430% in più rispetto ad oggi."

Secondo Rifondazione il problema è nel processo di combustione:

"Si rammenta che una delle principali lavorazioni, l'affinazione termica per l'arricchimento del rame e la riduzione del metalli poveri, consta nell'utilizzo di temperature di 1.300° tramite bruciatore a metano-ossigeno: quindi si aggiunge altro processo di combustione a tutti gli altri

della zona, tanto che ormai le località di San Zeno-Ripa di Olmo-Badia al Pino-Tegoleto-Pieve al Toppo-Tuori subiscono una concentrazione – in circa 5 km quadrati - sempre più spaventosa e tremenda di industrie insalubri di 1^ classe".

Secondo Rifondazione non è il caso di insistere ancora con nuove autorizzazioni nella zona intorno all'inceneritore di San Zeno

"per la quale le conclusioni dello studio di coorte residenziale HIA21 Life plus – pubblicate nella rivista scientifica dell'Associazione italiana di epidemiologia, E & P Epidemiologia e Prevenzione 2016 - hanno sentenziato: “lo studio di coorte residenziale ha riscontrato un aumento del rischio di mortalità e ricovero ospedaliero associato alle emissioni dell'inceneritore. La sovrapposizione delle esposizioni ambientali non esclude un confondimento residuo e merita ulteriori indagini, Gli eccessi di malattie cardiovascolari e respiratorie rafforzano le limitate evidenze epidemiologiche preesistenti”.

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