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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Rifondazione Comunista: "Fermare il disegno di legge Concorrenza. E' un attacco frontale ai diritti delle persone"

Il partito di Arezzo contesta le politiche del premier Draghi: "Prioritario difendere i beni comuni. Dal governo una spinta inaccettabile alla privatizzazione dei servizi pubblici locali"

Nota stampa del partito della Rifondazione Comunista di Arezzo.

"Il disegno di legge Concorrenza rappresenta un attacco frontale ai beni comuni e ai diritti delle persone e delle comunità locali, perché prevede la privatizzazione di tutti i servizi pubblici comunali, proprio quei servizi che servono a soddisfare in modo continuativo i bisogni della collettività. In questi anni, a causa del patto di stabilità, abbiamo assistito a ripetuti tagli ai bilanci degli enti locali, con conseguenti privatizzazioni dei servizi pubblici e pesanti effetti sui diritti sociali e del lavoro.

La crisi causata dall’epidemia Covid-19 ha evidenziato tutti i limiti e le ingiustizie di una società unicamente regolata dal mercato e ha evidenziato la necessità di ripensare il modello sociale, a partire da una nuova centralità dei territori come luoghi primari di protezione dei beni comuni e di realizzazione di politiche orientate alla giustizia sociale ed ecologica, e dai Comuni come garanti dei diritti, dei beni comuni e della democrazia di prossimità.

Invece il Governo Draghi approfitta della crisi per completare quel processo di privatizzazione e di smantellamento di qualsiasi ruolo e funzione del pubblico, operazione avviata a suo tempo dallo stesso Draghi, nel ruolo di Governatore della Banca d'Italia, quando scrisse la famosa lettera del 2011 in cui si indicava come orizzonte la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. A distanza di 10 anni, il Governo, sostenuto da PD, Lega, Movimento 5 stelle, tenta l’affondo finale con l’articolo 6 del DDL Concorrenza, in cui si produce un totale e definitivo ribaltamento della realtà, indicando la gestione pubblica dei servizi da parte dei Comuni come straordinaria e residuale e l'affidamento al mercato come la normalità.

Di tale strategia di privatizzazione il collegamento alla legge di Bilancio del provvedimento sulla Autonomia Differenziata rappresenta il completamento istituzionale. Il Partito della Rifondazione Comunista respinge tali proposte, che differenziano territori, alimentano diseguaglianze, negando i diritti universali con strategie fondate sulle privatizzazioni. Siamo di fronte allo smantellamento completo della funzione pubblica e sociale dei Comuni, costretti al ruolo di enti unicamente deputati a mettere sul mercato i servizi pubblici di propria titolarità, con grave pregiudizio dei propri doveri di garanti dei diritti della comunità di riferimento.

Si cancella così la volontà della maggioranza assoluta delle cittadine e cittadini che, nel giugno del 2011, con il referendum sulla gestione dei servizi pubblici, si è pronunciata nettamente contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per la sottrazione degli stessi, a partire dall'acqua, alle dinamiche di profitto. Il PRC ritiene che a fronte di questo attacco serva un’ampia mobilitazione, che veda insieme enti locali, movimenti, sindacati, associazioni, per il ritiro immediato di quanto contenuto nel provvedimento in questione e un rilancio della difesa dei beni comuni e della gestione pubblica dei servizi, sia a livello nazionale che dentro tutti i territori".

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