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Referendum. Benigni: "Indispensabile che vinca il sì", scoppia la polemica

"E' indispensabile che vinca il sì, altrimenti ti immagini il morale...è come dopo la Brexit". Sul referendum costituzionale, quello con il quale il governo Renzi ha chiamato gli italiani ad esprimersi per modificare il Senato, il Premio Oscar...

"E' indispensabile che vinca il sì, altrimenti ti immagini il morale...è come dopo la Brexit".

Sul referendum costituzionale, quello con il quale il governo Renzi ha chiamato gli italiani ad esprimersi per modificare il Senato, il Premio Oscar Roberto Benigni non ha dubbi: "è necessario che vinca il sì".

Così l'attore e regista di Castiglion Fiorentino si è schierato a favore della riforma. "Se vince il no il giorno dopo ti immagini? Il morale va a terra - ha detto Benigni intervistato dalle "Iene" - peggio della Brexit. I costituenti stessi hanno auspicato di riformarla la seconda parte, poi c'è la maniera di migliorarla ma se non si parte... Non è come qualcuno dice la riformeremo dopo. No, non accadrà mai più. Poi, certo, ci sono da rivedere alcune cose".

Per Benigni, "i primi 12 principi della Costituzione sono intoccabili e la prima parte, diritti e doveri, sono straordinariamente belli e intoccabili. La nostra Carta è la più bella del mondo. E' stato un miracolo, i nostri costituenti ci hanno fatto volare e hanno illuminato le macerie. E così l'Italia si è rialzata. Per la seconda parte, però, già i costituenti auspicavano un miglioramento". Affermazioni che non hanno tardato a suscitare polemiche. Tra chi ha poco apprezzato l'intervento di Benigni c'è un altro aretino, il giornalista Andrea Scanzi che ai microfoni di Otto e Mezzo ha affermato: “Le dichiarazioni di Roberto Benigni? Non mi hanno stupito, perché me le immaginavo. Ma mi hanno ferito profondamente, le ho trovate molto gravi. Ma non perché sia grave votare "Sì" al referendum, ma perché il "sì" arriva proprio da Benigni. Come dicevano De André e poi ancora Dario Fo, credo che, quando sei un artista che ha fatto del dileggio del potere la tua cifra, nel momento in cui diventi governativo c’è qualcosa che non torna. L’artista deve essere sempre un pungolo nei confronti della società. Se stai dalla parte del più forte, c’è qualcosa che non va. Stai tradendo il tuo ruolo. Capisco che si possa nascere incendiari e finire pompieri, ma Benigni sta un po’ esagerando. C’è una parabola bizzarra nel suo percorso: prima definisce la Costituzione “la più bella del mondo”, poi dice di votare Sì, poi dichiara che tutto sommato voterebbe no. Un mese dopo, guarda caso, torna in Rai, viene ritrasmessa “La Costituzione più bella del mondo”, fa 6 minuti inediti, lo pagano 200mila euro e improvvisamente decide di votare Sì. Se uno volesse pensar male, ne avrebbe forse motivo. Mi dà poi molto fastidio il fatto che Benigni incarni quel tipo di intellettuale italiano di sinistra che, fin quando certe cose le fa il centrodestra e Berlusconi, si indigna e bastona. A prescindere. Quando però la stessa cosa viene fatta da uno che ha la scritta Pd sulla maglietta, improvvisamente quella cosa diventa bella. Questo è moralmente inaccettabile. Mi chiedo se il ponte sullo Stretto lo avesse annunciato due giorni fa Salvini, o magari ancora Berlusconi: il Benigni vecchio stampo cosa avrebbe detto? Quanto lo avrebbe attaccato? Invece lo fa il suo amico Matteo Renzi e va tutto bene. Questo è molto triste, lo dico anche da aretino ad aretino, da uno che gli ha voluto bene. Mi permetto di dire che preferivo Benigni quando era incendiario”. Storia breve del fu Benigni - di Andrea Scanzi

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