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Politica

Costi del Raro Festival, il sindaco difende. Voce contro di Angelo Rossi, attacco di Pasquale Macrì e Romizi

Il capitolo del Raro festival pesa per un terzo sul bilancio della Fondazione Guido D'Arezzo

Il sindaco difende "è il primo anno e abbiamo fatto 1500 spettatori finora", l'opposizione attacca "sono rarità che attraggono 30 persone e si accontenta i soliti noti", mal di pancia anche nella maggioranza con la voce contro di Angelo Rossi di Forza Italia "Sono stato al concerto dei Muse pochi giorni fa e il loro cachet è intorno ai 130mila euro".

Il bilancio della Fondazione Guido D'Arezzo e il capitolo di spesa del Raro Festival fanno discutere. Si tratta di 666mila euro per 10 giorni di eventi. Un terzo dell'intero bilancio annuale della Fondazione che si occupa di cultura nel Comune di Arezzo. Ben minori sono stati storicamente i costi del Play Art che ha portato ad Arezzo Lou Reed ad esempio, ha riempito il Prato e in qualche caso anche Piazza Grande. Musica diversa sì, di massa, di popolo, non certo di elite come quella messa in calendario dal Raro Festival. Per non parlare di Arezzo Wave, della rassegna d'arte Icastica, oppure del cartellone di Aritmie.

990mila euro il contributo del Comune, 666mila euro per il Raro Festival, 226mila per la mostra di Paladino: tutti i numeri del bilancio della Fondazione Guido d'Arezzo

L'attacco di Pasquale Macrì del Pd e di Francesco Romizi di Arezzo in Comune

Non è solo l’entità dei soldi spesi. Sappiamo bene che per mettere in piedi un cartellone di eventi occorre impegnare risorse. Lo abbiamo fatto con il Play Art e con Icastica. Con Aritmie e tante altre stagioni: di prosa, di danza, di musica. La cultura è una merce preziosa e se l’investimento su questa voce viene portato avanti in maniera sistematica con una strategia di lungo respiro si segna un discrimine: fra una città che vuole crescere e una città destinata all’immobilismo e che accontenta i soliti noti.

E' stato rimproverato anche a noi, sindaco Ghinelli, il costo di certi programmi e manifestazioni. Dalla sua parte politica. Forse da lei stesso. D’altronde, un’interrogazione in Consiglio Comunale non si nega a nessuno. E a proposito di Consiglio Comunale vi abbiamo visto sfilare cittadini indignati per qualche opera d’arte che aveva solo i vezzi dell’originalità e della provocazione. Ci vengono in mente i famosi panni tesi. Contro di noi sono stati tesi striscioni con epiteti poco edificanti. 

Ma di sicuro non ci potrà essere rimproverata la scarsa incidenza degli eventi sul pubblico aretino o la mancanza di attenzione verso le realtà associative del territorio. Ci siamo sempre prodigati per recepire ogni progetto proveniente da queste ultime e tale incontro è stato uno degli elementi che ha garantito al rapporto tra risorse destinate a ogni spettacolo e numero di spettatori di mantenersi positivo. Cosa che fa la differenza.

Dalla prospettiva del Comune di Arezzo sono nel frattempo scomparsi i libri (roba da Chi l’ha visto) e il cinema e perfino le “rarità” attraggono 30 persone. O forse proprio perché sono rarità? Roba da elite senza il coinvolgimento reale di soggetti che operano nel mondo culturale da decenni. Peccato. Evidentemente, adesso, all’estate aretina, che con la tanto denigrata Icastica durava peraltro quattro mesi (e non due settimane scarse) e riempiva le piazze e portava una ventata di novità e freschezza in una città tornata ingessata come un doppiopetto da ancien regime, possono bastare anche un paio di spot.

La risposta del sindaco

Arezzo RARO Festival è un prodotto della Fondazione Guido d'Arezzo, e come tale è interamente finanziato dalla stessa, che ha un bilancio (pubblicato) in pareggio. La Fondazione è una scommessa che ha un orizzonte chiaro: miscelare una produzione propria con le produzioni delle realtà locali più qualificate che hanno aderito al progetto. Con il RARO abbiamo inteso dare il via ad un format che qualificasse la Fondazione ed innestasse una novità all'interno del cartellone della città, tale da diventare per noi ciò che il Festival dei Due Mondi è stato ed è per Spoleto. In questa ottica è da inquadrare anche l'attenzione verso il mondo giovanile che grazie a questa amministrazione e a soggetti sensibili, ha consentito per esempio di offrire agli under 25 (oltre 100) una occasione di conoscenza unica nel suo genere che va da “Le cantatrici villane” a “La Traviata”. La Fondazione sa di non operare nel deserto, anzi, io sono consapevole, e come Sindaco orogliosissimo, di ciò che c'è e che collabora con la Fondazione, ma è mio dovere preciso operare perché questa città cresca ancora e cresca insieme ai propri soci mirando ad orizzonti nuovi che fino ad oggi le erano per lo più ignoti. Ecco che la Fondazione Guido d'Arezzo nasce per porsi come contenitore in grado di produrre, veicolare e valorizzare, insieme alla cultura delle realtà locali più qualificate, la stessa immagine della città. Tra le tante forme d'arte la musica è certamente quella che per noi aretini è più facile declinare, essendo questa la città di Guido Monaco che ha scritto la notazione musicale: nessuno ci può togliere questa primogenitura. E allora, ecco nascere, tra le altre, la storia del RARO che con il maestro Renzetti ci propone un festival che produce un'offerta di altissima qualità pensata e costruita per essere veicolata attraverso media partner di grande spessore come Sky Classica. Di assoluto rilievo sono le produzioni video, full HD, di tutto il Festival che sono oggetto della produzione di un lungo docufilm sull'iniziativa e la città che sarà diffuso sulla piattaforma Sky a partire dai primi di settembre, su altri canali satellitari del digitale terrestre e su Teletruria. Ancora, tre serate, il concerto in San Francesco, Le Cantatrici Villane al Petrarca, il Trio di Brahms alla CaMu, sono state riprese integralmente e saranno diffuse in Italia da settembre su Teletruria e SKyClassica Hd e dal Network Stingray, 36 Paesi di 4 continenti con oltre 9 ml di telespettatori. Infine tutti questi prodotti saranno distribuiti in DVD in tutto il mondo a partire dall'inizio 2020. La produzione dei video e le campagne promozionali ottenute ammontano complessivamente ad un valore economico e promozionale di oltre 200mila euro ottenuto dal RARO a costo zero. Infine, la soddisfazione di vedere Arezzo e la sua offerta musicale distribuite insieme ai Festival di Salisburgo, Verona, Pesaro, Macerata. E' chiaro tuttavia che un Festival al suo primo anno di vita non può produrre da subito tutto il successo, in termini di presenza che forse qualcuno pensava di ottenere, ma quello che abbiamo visto a San Francesco, al Petrarca, a CAMU, in Piazza Grande e quanto vedremo all'Anfiteatro, ci autorizza a dire che il RARO è già un successo”.

Il punto di vista di Rossi

"Ho sempre avuto perplessità nelle due fondazioni, una sorta di polo positivo e polo negativo. Io sono stato tra chi aveva proposto e crede ancora nell'unica fondazione per la gestione di turismo e cultura in modo da creare sinergia organizzativa ed economica e per evitare che sia difficile controllarne le spese. Non voglio mettere a confronto diverse tipologie di proposte musiciali, tutte hanno la loro dignità, ma con budget ben inferiori si sarebbe potuto portare ad Arezzo concerti pop e rock di altissimo livello."

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