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Valanga Schlein, Ruscelli: "Pd morto? Chi l'ha detto dovrà ricredersi. Io lascio, largo a una donna"

Il segretario provinciale Dem di Arezzo: "Ieri ho votato Elly Schlein al nazionale ed Emiliano Fossi al regionale". Ma ora dice basta: "Non mi ricandido per impegni di lavoro"

Francesco Ruscelli è il segretario del Partito Democratico della provincia di Arezzo, ma a termine. Coglie l'occasione del commento al trionfo di Elly Schlein alle primarie del partito per annunciare che farà un passo indietro. Una scelta ponderata da tempo, legata a motivi lavorativi: "Andrò a scadenza di mandato, ma in autunno non mi ricandiderò. Quello di coordinatore provinciale è un grande impegno, che in futuro non posso mantenere per l'incarico che ho assunto". Ruscelli - appassionato pescatore sportivo - è da poco diventato direttore generale di Colmic, la più grande azienda di articoli da pesca d'Europa, che ha sede a Reggello.

Ma intanto c'è un risultato elettorale, decisamente inaspettato, da commentare. "La vittoria di Schlein è arrivata in una fase complicata del Partito Democratico, il 25 settembre abbiamo registrato una pesante sconfitta nazionale. Ma chi diceva che il Pd era morto, si dovrà ricredere. Ieri c'è stata una grande dimostrazione di democrazia: il Pd è l'unico partito italiano con un impianto solido, in grado di coinvolgere oltre un milione di persone per scegliere il proprio gruppo dirigente: oltre al segretario nazionale e ai segretari regionali, con le primarie si decidono anche la composizione dell'assemblea nazionale e di quelle regionali, che sono i principali organismi del governo del partito. C'è stata una grande prova di vitalità, anche nel nostro territorio. Sono stati allestiti 70 seggi con una media di 3 persone a seggio per un totale di oltre 200 volontari che si sono spesi in questo fine settimana e nelle giornate precedenti per garantire il successo di queste elezioni".

In provincia di Arezzo Schlein al 60%

Il risultato definitivo non è stato ancora ufficializzato, ma se in Italia Schlein è data al 54% contro il 46% di Bonaccini, nell'Aretino la dimensione del suo successo è ancor più marcata (60-40 circa) e ad Arezzo città addirittura sfiora il 70%. C'è attesa anche per il dato definitivo dell'affluenza, comunque in calo rispetto all'elezioni di quattro anni fa di Zingaretti. All'epoca nell'Aretino votarono 12mila persone, stavolta non si dovrebbe arrivare a 10mila. "Comunque - aggiunge Rusccelli - migliaia di persone hanno partecipato e che hanno segnato il nuovo corso del partito democratico con una forte richiesta di cambiamento, sia a livello nazionale che regionale. Perché se è netto il successo di Schlein, è ancor più netto quello di Emiliano Fossi in Toscana. E così faccio gli auguri di buon lavoro a entrambi, perché c'è molto da fare".

"Ora basta lotte intestine"

Ruscelli aveva appoggiato al primo turno Paola De Micheli, uscita però di scena. Al secondo turno De Micheli ha detto che avrebbe votato Bonaccini. "Ma io - dice Ruscelli ho votato e fatto votare Schlein e Fossi, a Castelnuovo dei Sabbioni, il mio circolo, hanno preso 70 voti su 100 e sono contento. Però voglio aggiungere che ora la nuova guida del partito ha una grande missione: gestire il Pd con poco più del 50 per cento dei voti non è facile, si deve aprire una nuova fase, di grande responsabilità collettiva. Le componenti del partito devono continuare a coesistere e a rilanciare l'impegno rispettivo. Ma per andare oltre le lotte degli ultimi anni bisogna fare ora quello che non abbiamo fatto prima: un congresso costituente. E' stato fatto sottotraccia, hanno prevalso le candidature, i nomi e i comitati. Adesso si apra un confronto sui valori fondativi, quelli comuni e condivisi. Non possiamo rivivere quello che è successo negli ultimi 4 anni: c'era un segretario, Zingaretti, eletto col 65% dei voti, costretto a dimettersi per dissidi interni".

"La giunta Giani cambi rotta"

Poi una riflessione sul risultato regionale: "Fossi ha un mandato importante, deve rilanciare il Pd in Toscana. Il gruppo degli ex renziani era schierato compattamente con Bonaccini e Mercanti. Il segnale della base mi sembra inequivocabile: è netta la percezione che in Toscana serva un'inversione di tendenza nel governo della regione. La giunta Giani deve cambiare passo, perché non possiamo permetterci di avere una Toscana elettoralmente contendibile dal centrodestra tra due anni. Occorre rivedere quanto fatto finora dal gruppo dirigente regionale del partito negli ultimi 10 anni".

Presto l'assemblea provinciale

Infine un passaggio sulla segreteria provinciale di Arezzo. "In autunno non mi ricandiderò. Quello di coordinatore è stato per me un secondo lavoro, ma in futuro, non avendo più condizioni di disponibilità di tempo da dedicare alla causa, non potrò sostenerlo. Si è trattato di un impegno totalmente gratuito, nel quale addirittura è necessario investire risorse personali. Occorre in futuro una figura che possa dare molto. Convocherò presto un'assemblea provinciale per fare il punto. Anche nel nostro territorio serve un ulteriore rinnovamento. Sono maturi i tempi per una donna nel partito provinciale. Ci attendono tanti appuntamenti elettorali: tre comuni al voto in primavera, il grosso dei municipi aretini tra un anno, sono ben 26 nel 2024, e poi Regione e Comune di Arezzo nel 2025".

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