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Pergine-Laterina, strascichi da fusione. Palazzeschi: "Molto più saggi i fiorentini nel Trecento"

A distanza di qualche giorno dal voto in Consiglio regionale che ha dichiarato estinto il Comune di Pergine Valdarno e quello di Laterina dal 31 dicembre, arrivano nuove riflessioni da parte di Massimo Palazzeschi, ex sindaco di Pergine e...

A distanza di qualche giorno dal voto in Consiglio regionale che ha dichiarato estinto il Comune di Pergine Valdarno e quello di Laterina dal 31 dicembre, arrivano nuove riflessioni da parte di Massimo Palazzeschi, ex sindaco di Pergine e animatore delle tesi del no.

I Consiglieri regionali, con alcune importanti eccezioni come i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, il rappresentante di Sinistra Italiana, e la consigliera di Liberi e Uguali Serena Spinelli, hanno votato la legge istitutiva del nuovo ente. Tuttavia la discussione in Consiglio regionale è politica, il referendum non è vincolante per la Regione, si poteva esaminare, come è stato chiesto con un rinvio, la situazione del Comune di Pergine Valdarno, dove la vittoria del sì è stata così esigua, 19 voti, che si può parlare di un pareggio, con un territorio diviso a metà, con due paesi dove ha vinto il No, Pergine capoluogo e Pieve a Presciano, e due paesi dove ha vinto il si, Montalto e Cavi-Casalone. Tanta gente lamenta di non essere stata informata adeguatamente e c’è la convinzione che con una vera informazione sul referendum e senza un atteggiamento smaccatamente di parte dell’Amministrazione comunale e del Sindaco Simona Neri, il risultato sarebbe stato ribaltato e la fusione non si sarebbe fatta. Questo fatto ha provocato tensione nella popolazione come non si era mai visto, divisione fra persone di paesi diversi e questo non fa bene alla comunità. Questa delle garanzie è una lacuna profonda nella legge regionale dei referendum, occorre che venga applicata compiutamente la par condicio sia alle ragioni del si e a quelle del no e vigilare nei territori, magari nominando un garante che controlli la informazione sul referendum e la campagna elettorale, come esiste nei referendum nazionali. Di questo ho parlato insieme ai rappresentanti del Comitato del No di Pergine a vari consiglieri regionali e al Presidente della Regione. La situazione di Pergine va seguita, vanno ascoltati i cittadini che hanno raccolto centinaia di firme di protesta e non dire solo il risultato è questo, arrivederci al due di gennaio quando arriverà il Commissario prefettizio. Sembra, mi rendo conto per chi legge, la rivendicazione di un ex sindaco che tiene al suo comune, in realtà è un pressante invito alla Regione a cambiare strada sulle fusioni, perché per me sta andando a sbattere contro un muro. Inoltre, voglio fare un appunto a quanto detto in Consiglio regionale dal Presidente dell’assise Eugenio Giani riguardo alla fusione Pergine Valdarno-Laterina, che lui ha definito storica, perché già nel 1350 i fiorentini volevano edificare una “terra nuova” fra Pergine e Laterina, che non è stata mai realizzata. Devo fargli notare che la “terra nuova” di cui parla, detta “Giglio fiorentino”, era progettata in Valdambra, esattamente in località “Selvapiana”, nel territorio del Comune di Pergine, a confine del paese di Badia Agnano nel Comune di Bucine, e aveva proprio lo scopo di tenere uniti questi due territori e non Pergine e Laterina che erano divisi dall’Arno. Mi viene da dire, per concludere, che i fiorentini del Trecento avevano molta più saggezza di quelli di oggi.

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