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"Siamo tutti uomini di mondo: Arezzo è stata già umiliata da questo linguaggio. Ora basta"

L'affondo dei segretari provinciale e comunale del Pd, Francesco Ruscelli e Alessandro Caneschi sulle registrazioni dell'inchiesta per "corruzione"

"Io divento presidente... e ti do". "Io li prendo da quella banca lì ...e li sposto nella banca amica". "Siccome ti ho portato questo malloppo di soldi, mi devi aiutare". "Quanto ci metto io a trovare uno che mi dà 1.000 euro...? Trenta secondi. C'ho mille amici, alzo il telefono, mi assumi per favore!". "Chiappiamolo per le orecchie". " Se voi avete modo di soffiargli nell'orecchio che lui è bene che li onori i patti". "Siamo tutti uomini di mondo". Sono alcune delle registrazioni dell'inchiesta per corruzione su cui interviene il Partito Democratico di Arezzo.

Interessante il luogo - dicono i segretari provinciale e comunale del Pd, Francesco Ruscelli e Alessandro Caneschi - non un malfamato bar di periferia ma il massimo luogo istituzionale di Arezzo, l'ufficio del Sindaco. Curiosa la modalità: uno, registra all'insaputa degli altri tre. Sorprendenti i protagonisti: non 4 uomini d'affari ma quattro esponenti politici e istituzionali, tra cui anche il Sindaco. Curiosi linguaggi e toni: una vera e propria lezione di cosa non deve essere la politica e l'attività istituzionale. Linguaggi e toni che Arezzo ha già avuto il dispiacere e l'umiliazione di ascoltare. In anni non troppo lontani e con in parte altri protagonisti ma in parte gli stessi come nel caso di Ghinelli e Merelli che facevano parte dell'allora amministrazione comunale. E, comunque, stiamo parlando sempre della stessa area politica. Interessante un dato. Le registrazioni sarebbero dell'agosto 2016.  Da allora uno dei protagonisti, indicato dalla senatrice Nisini e con una vicinanza politica alla Lega e a Casapound, è diventato Presidente di Arezzo Casa (società che gestisce l’edilizia residenziale pubblica per i Comuni dell'intera provincia di Arezzo ) grazie ai voti degli altri comuni di centro destra. Uno era allora - e oggi non più - Presidente di Coingas, con l’hobby della registrazione. Uno era consigliere comunale,  e consigliere comunale è rimasto, per di più sembra senza la cifra oggetto del colloquio del 2016. Uno, ed è questo l'elemento più interessante, era ed è rimasto sindaco di Arezzo. Non solo: è il designato candidato a sindaco di Arezzo dal centro destra e aspirante presidente della Giunta Regionale. Qualcosa non funziona nella politica aretina. E questo qualcosa è il centro destra. Le prossime elezioni non hanno in gioco solo un sindaco e un Consiglio ma la legalità e la democrazia in questa città.

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