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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Processo Coingas, Pd: "Per Ghinelli dovere morale di dimettersi". Le parole di Marco Donati, Ruscelli e Azione

In attesa dell'avvio del processo, della sentenza che possa fare chiarezza definitiva su colpevolezza o meno dei vari attori politici coinvolti, il Pd di Arezzo chiede le dimissioni del sindaco

A qualche ora di distanza dal rinvio a giudizio per il sindaco Ghinelli e per altri 10 imputati del processo Coingas-Estra-Multiservizi arrivano le reazioni politiche soprattutto da parte delle opposizioni in consiglio comunale.

Il gruppo Pd di Arezzo chiede le dimissioni

Il gruppo consiliare del Partito Democratico di Arezzo commenta il rinvio a giudizio del sindaco Ghinelli e di altri 10 imputati nel processo Coingas-Estra-Multiservizi. Una nota politica che risponde in particolare alle affermazioni della vice sindaca Lucia Tanti sulla vicenda e chiede le dimissioni del primo cittadino:

"Aggressività inaudita, giustizialismo a senso unico, pagliacciate istituzionali, morbosità geografica e meri pretesti". Così, svolgendo il ruolo di difensore politico del sindaco Ghinelli, la vice Lucia Tanti ha qualificato l'opposizione. Sono passate poche ore e il Gup ha deciso il rinvio a giudizio per il sindaco Ghinelli e per altri autorevoli e più che rappresentativi esponenti del centro destra. Anche questa sentenza verrà qualificata dalla vice sindaca come "giustizialismo a senso unico"?"

In attesa dell'avvio del processo, della sentenza che possa fare chiarezza definitiva su colpevolezza o meno dei vari attori politici coinvolti, il Pd di Arezzo chiede le dimissioni del sindaco:

"Sia chiaro. Ghinelli e gli altri (troppo lungo l'elenco per citarli tutti) sono innocenti fino a sentenza definitiva. Intanto prendiamo atto della condanna di Staderini e della sua ammissione: "ho fatto un errore e per quello ho pagato". Ma alcune domande sono lecite. La prima: Arezzo non merita qualcosa di meglio di un sindaco e di esponenti della stessa parte politica che si trova sul banco degli imputati? La seconda: le opposizioni meritano di essere offese e dileggiate solo per svolgere il loro lavoro in rappresentanza degli interessi dei cittadini? La terza: è normale che in questa città il dissenso, di qualsiasi tipo e di qualsiasi colore, non abbia diritto di cittadinanza per decreto della maggioranza?"

"Attenderemo le sentenze che deriveranno dal procedimento penale in corso. Intanto riteniamo che il sindaco abbia il dovere morale di dimettersi e crediamo che la vice sindaca e gli altri esponenti del centro destra debbano prendere atto di quanto è accaduto oggi e la smettano con frasi prive di senso del tipo "il rapporto tra questo sindaco e Arezzo racconta di una fiducia consolidata". Non basta la classifica di un quotidiano di prestigio che, tra l'altro, racconta di una fiducia in calo per affermare che tutto va bene. Non è vero che tutto va bene. Non lo va da troppo tempo per Arezzo, la sua gente, le sue imprese. Adesso non va bene nemmeno per l'amministrazione Ghinelli e per il centro destra aretino. La maggioranza può continuare a rimanere chiusa nella sua inaccessibile torre d'avorio, negando a tutti il diritto di critica e di dissenso. Oppure può iniziare, con 6 anni di ritardo, a lavorare per Arezzo con senso istituzionale e rispetto di tutti."

Donati di Scelgo Arezzo: "Gestione delle partecipate che la città non merita"

"Poco fa 11 tra amministratori comunali e amministratori di società pubbliche di Arezzo sono stati rinviati a giudizio. Sono sinceramente dispiaciuto di questa notizia perché finisce per avere conseguenze negative per la città e la sua immagine. Allo stesso tempo rimango garantista e mi auguro sinceramente che possa emergere l’estraneità ai fatti per tutte le persone coinvolte.

Ora il giudizio politico. Da questa vicenda emerge una gestione delle aziende partecipate che questa città non si merita. Edilizia popolare, energia, servizi cimiteriali non possono diventare teatro dei meccanismi peggiori della politica. Se accettiamo questo allora non potremo più lamentarci se un servizio pubblico non funziona o è troppo costoso. Servono manager alla guida delle aziende pubbliche, occorre una politica industriale, è necessario mettere al servizio dei cittadini questo patrimonio di mezzi e di professionalità. Un ultimo pensiero. La città, purtroppo, sta perdendo tempo prezioso, mancano sia i progetti sia la voglia e la passione di amministrare. In questo momento non servono tifoserie ma l’impegno a costruire un nuovo modello basato su sviluppo economico, sostenibilità, solidarietà, una sanità efficiente ed efficace e ogni mezzo utile a rendere più sicuro il nostro territorio."

Il segretario provinciale del Pd Ruscelli

"Nel totale rispetto del lavoro della procura, delle decisioni del Gup di oggi e delle posizioni degli imputati, chiedo se non sarebbe un segnale di rispetto verso i cittadini di una città di 100.000 abitanti come Arezzo, governata da 6 anni dal centro destra, provare a spiegare pubblicamente da parte del Sindaco, come è possibile che sia successo tutto questo? Come è stato possibile un coinvolgimento così ampio di gran parte del gruppo dirigente del centro destra aretino prima in una delicata inchiesta ed oggi in un processo per una serie di vicende gravi, con reati ipotizzati altrettanto gravi contro la pubblica amministrazione? Non sarebbe un segnale di trasparenza, chiarezza, lealtà nei confronti dei cittadini un’assunzione di responsabilità politica di questo tipo? Mi chiedo anche se questo gruppo dirigente possa continuare a governare la città e le società pubbliche. Io credo di no."

Azione: "Il sindaco si dimetta"

Di seguito l'intervento della sezione aretina di Azione.

"La vicenda giudiziaria che vede protagonista il sindaco di Arezzo, porta Azione a chiedersi se esiste ancora il senso delle istituzioni. Tale domanda sorge spontanea in chi, garantista e liberale, pensa anche che un Sindaco debba incarnare il senso del decoro dell’Istituzione cittadina. Azione apprende con preoccupazione del rinvio a giudizio del sindaco Ghinelli che dovrebbe avere a cuore l’immagine del Comune di Arezzo e che dovrebbe tutelare dalle vicende giudiziarie non solo sé stesso ma l’intera città. Come fare a tutelare l’immagine della città se non con il dignitoso ricorso alle dimissioni? Le dimissioni dalla carica sono un gesto di generosità istituzionale che non solo dovrebbe essere garantito in via etica, ma anche quale strumento per concedere respiro e decoro all’intera città. Fare un passo indietro non significa ammettere alcuna responsabilità di carattere penale. Interpreta unicamente, a modo di vedere di Azione, un gesto di estremo rispetto istituzionale, comunemente praticato in contesti esteri per fatti più bagatellari di quelli per cui il sindaco è chiamato a giudizio. E tale decoro e senso istituzionale non dovrebbe essere incarnato solo dal primo cittadino, che ne dovrebbe essere esempio, ma essere palesato sia dai componenti della giunta che dai consiglieri di maggioranza che non possono astenersi dal trasmettere un messaggio chiaro di etica politica. Ancorché innocente sino a sentenza definitiva, Azione crede fermamente che una vicenda come quella che vede coinvolto il primo cittadino della città imponga una riflessione seria sul concetto di etica politica e senso civico. Azione si chiede quali sono le istituzioni che hanno l’autorevolezza di condurre un Comune a migliorare la sua qualità di vita se non quelle che si pongono in una posizione di attesa del giudizio in modo riservato e non provocatorio. Perché quello che ci appare, ultimamente, è un atteggiamento provocatorio del sindaco che dichiara di non essersi vaccinato e di attendere il suo turno, quando invece ha ottenuto la sua somministrazione vaccinale negli Stati Uniti, un sindaco che latita dalla città preferendo (e su ciò nessun biasimo) la vita familiare e domestica, anche oltre oceano, con la sua consorte americana; un sindaco che si assenta dopo pochi minuti dalla seduta consiliare per motivi familiari. Azione, stante le battaglie parlamentari condotte anche recentemente sulla lotta ai processi mediatici a tutela della presunzione di innocenza, non intende formulare giudizi sulla colpevolezza o meno di alcun cittadino dovendo provvedere sempre e solo il giudice attraverso la sentenza; ciò che preme ad Azione è stigmatizzare la condotta oggettivamente assenteista del sindaco sia sul piano fisico (stante le assenze fisiche dalla città di chi è stato eletto per stare vicino e a disposizione della popolazione) sia sul piano politico ed istituzionale, laddove si rileva assenza di incarnazione del vero senso delle istituzioni. Azione chiede che il sindaco, dopo i numerosi gesti di disinteresse verso la città come sopra ricordati voglia veramente manifestare il suo rispetto, per Arezzo praticando il dignitoso rito delle dimissioni e concedendo ai cittadini la possibilità di eleggere una persona che vuole e può effettivamente svolgere la funzione di sindaco. Azione si chiede perché chi viene eletto, come il sindaco Ghinelli e come i consiglieri di maggioranza, ritiene di aver conquistato qualcosa che gli spetta di diritto fino alle elezioni seguenti, qualunque cosa succeda nel frattempo. Vorremmo sentire una risposta a questa domanda da parte del sindaco Ghinelli".

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