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Il Pd: "I caregiver non vanno lasciati soli. Servono uno sportello e azioni concrete di sostegno"

Domani il gruppo consiliare presenterà un atto d'indirizzo al consiglio comunale di Arezzo: "Gli assistenti sono circa 17mila in provincia, nella quasi totalità donne che spesso sono costrette a lasciare il lavoro e autoisolarsi"

Uno sportello socio sanitario per i caregiver. Questa una delle richieste che il gruppo Pd formulerà domani all'amministrazione Ghinelli con un atto d'indirizzo che sollecita anche il monitoraggio della situazione aretina e concrete iniziative di sostegno.

"Secondo i dati Censis - ricordano i consiglieri Mattesini, Vaccari e Agnolucci - sono oltre 7 milioni i caregiver in Italia. Sono in prevalenza donne: assistono un familiare che a causa di malattia, infermità, disabilità, anche croniche e degenerative, non è autosufficiente. Il caregiver ha cura dell’igiene, della pulizia della casa e dell’alimentazione. Svolge anche il ruolo fondamentale di risposta al bisogno affettivo, relazionale e di sicurezza dell’assistito, mantiene i rapporti con gli operatori di servizi, segue pratiche amministrative, diventando il supporto fondamentale per le funzioni vitali della persona assistita".

Caregiver sono prevalentemente donne di età tra i 45 ed i 55 anni, spesso costrette al part time o a licenziarsi in mancanza di una adeguata rete di servizi sanitari e sociali. E’ stato stimato che il caregiver familiare svolge mediamente 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza, per l’intero ciclo della malattia o, in caso di malattia congenita, anche per tutta la vita della persona disabile, con un conseguente stress, dovuto alla fatica ed anche all’isolamento sociale e relazionale.

Ad Arezzo si calcola che siano circa 1.700 le persone che svolgono questa funzione in quanto familiari. "Persone - sottolineano Mattesini, Vaccari e Agnolucci - che hanno diritto ad essere sostenute a partire dai diritti all'informazione, alla formazione finalizzata al modo corretto con cui prendersi cura della persona assistita, ma anche alla sostituzione temporanea al fine di poter evitare l’isolamento e ridurre i rischi dello stress, nonché il poter mantenere il proprio lavoro".

Il gruppo PD chiederà domani al Consiglio Comunale uno specifico impegno dell’amministrazione che, in accordo con la Asl Tse, preveda una serie di azioni. Ecco le principali: un monitoraggio per avere il quadro conoscitivo esatto di quanti siano i caregiver; l'attivazione di uno “sportello unico socio-sanitario” in accordo con Asl, Inps, Inail e tutti i soggetti istituzionali e sociali interessati, a cui il caregiver possa rivolgersi per l’accesso alla rete dei servizi ed attività; informazioni sulle problematiche di cui soffre la persona assistita, sui bisogno e le cure necessarie, sugli obiettivi conseguibili, su quali siano  tutti i soggetti della rete  a cui rivolgersi; la garanzia non solo di un supporto psicologico ma anche economico, attraverso specifici voucher per la sostituzione temporanea, per un tempo libero di sollievo, per l’effettuazione delle attività necessarie all’organizzazione della vita familiare e del mantenimento della rete relazionale, o per supporto assistenziale nel caso di emergenza come  malattia o il ricovero ospedaliero del caregiver. Infine il riconoscimento delle competenze acquisite, anche in riferimento agli standard professionali di alcune conoscenze e capacità riferite a figure professionali dell’area socio-sanitaria.

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