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Campi solari, Pd: "Quando la semplificazione nasconde ingiustizia e diseguaglianza"

La critica del Pd: "C’è totale assenza di criteri trasparenti e di precedenza, che tenessero conto delle situazioni familiari"

Il Pd di Arezzo interviene in merito ai soldi investiti dal comune per i campi solari e sui criteri di assegnazione.

"Ieri la vice sindaco Tanti ha annunciato che il Comune ha investito 200 mila euro sui campi solari e che già 10 mila buoni sono stati assegnati. Occorre precisare che 150 euro equivalgono a 15 giorni di campi solari. Ma come sono stati assegnati? Senza nessun riferimento al reddito familiare: 150 euro alla famiglia di chi non ha lavoro o è in cassa integrazione, così come a quelli che hanno redditi ben più elevati. Eppure la nostra Costituzione parla di “progressività fiscale”. Inoltre c’è totale assenza di criteri trasparenti e di precedenza,  che tenessero conto delle situazioni familiari, come ad esempio famiglie mononucleari, monoreddito, con il risultato che chi prima arriva, prima alloggia. Le parole “diseguaglianza sociale” non sembrano essere ne’ conosciute dall’amministrazione Ghinelli, ne’ tanto meno un problema da affrontare.

Evidenziamo inoltre che tali attività riguardano solo i bambini dai 3 ai 14 anni. Ed i bambini sotto i 3 anni? 

Va detto che oltre ai  campi solari, c’è anche il “Giocoquando”, che è il prolungamento del servizio di nidi e materne. Ebbene qui ci sono  criteri di accesso discutibili.  Ne citiamo due: 1) possono partecipare i genitori che non possono usufruire delle ferie nel periodo interessato; 2) genitori che non siano in smart working.

Sullo smart working l’Amministrazione ha quindi  reso evidente la propria scarsa  considerazione dello stesso e di chi lo fa. Noi diciamo con nettezza che lo smart working  non può essere considerato  una attività che si inframezza tra pannolini da cambiare, tempo di gioco e relazione con i bambini, pranzo da preparare, ecc. E’ lavoro. Inoltre Il lockdown ha reso evidente come  nelle famiglie con figli a carico si siano create situazioni pesantissimi rispetto ai carichi familiari sia dal punto di vista organizzativo, che educativo ed emotivo. E’ stato detto e ridetto da più parti che la la commistione tra lavoro e cura della famiglia, abbia pesato gravemente sulle fa sulle  famiglie ma  soprattutto sulle donne. Colpisce ancor di più  che a non tenere conto di questo sia un'amministratrice donna".

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