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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Nomine in sanità, Azione: "Non vogliamo sapere la provenienza, ma le capacità"

"Azione preferirebbe vedere l’attenzione concentrata sul Pnrr, su come costruire una nuova medicina territoriale, sulle case della salute, su come investire ogni singolo euro"

"Con un certo imbarazzo Azione nota in questi giorni numerosi interventi da più parti sulla sanità della nostra provincia. Azione intende stigmatizzarne il modo, a suo parere, spesso contrario ad una buona politica sanitaria."

Così il partito che a livello nazionale fa riferimento a Carlo Calenda si esprime sulle nomine per la direzione generale, sanitaria e amministrativa dell'Asl Toscana Sud Est. Alla conferma di Antonio D'Urso è scattata la richiesta di un ruolo anche per una professionalità aretina da inserire in uno degli altri due posti vacanti. Così ad esempio la vice sindaca di Arezzo Lucia Tanti.

"Venendo al merito della questione - scrivono da Azione che a livello provinciale è guidato da Lucia Cherici - ci sembrano del tutto inappropriati interventi che addirittura dichiarano esplicitamente la necessità di un manuale Cencelli nella distribuzione delle cariche aziendali (un posto per Siena, uno per Arezzo etc.). Ricordiamo che il principio alla base della attuale gestione delle aziende sanitarie è di tipo meritocratico con nomina fiduciaria del presidente della Regione per quanto riguarda il direttore generale e nomina fiduciaria da parte del direttore generale per quanto riguarda direttore sanitario e direttore amministrativo. Certo tutti in solido dovranno rispondere del buon andamento della azienda sanitaria di riferimento. È un fatto non solo di metodo ma di grande sostanza se si vuole discutere seriamente di programmazione sanitaria. In estrema sintesi Azione non vuole che il peggio, dato dai consigli di amministrazione politica delle strutture sanitarie degli anni 80 con la lottizzazione dei primariati e di ogni e carica, rientrasse dalle finestra in maniera ancora più sfacciata. Non vogliamo sapere della provenienza delle persone ma della loro capacità."

"Azione preferirebbe vedere l’attenzione concentrata sul Pnrr, su come costruire una nuova medicina territoriale, sulle case della salute, su come investire ogni singolo euro. La sanità nazionale, regionale e locale dovrà affrontare la sfida della sostenibilità sia per ridare serenità di lavoro agli operatori sanitari (ancora oggi sottoposti in ogni regione a turni importanti e a numerose attività in plus orario che ne provocano un diffuso malcontento con perdita di attrattività verso il SSN), sia per garantire la qualità e la quantità delle prestazioni erogate.  Non tutte le decisioni saranno popolari ma non vi è più posto per la demagogia sanitaria. Forte dovrà essere la voce che la Regione Toscana dovrà far sentire a livello di conferenza stato-regioni."

"Ritornando al nostro territorio il programma presentato sul rimodernamento dell’ospedale San Donato è decisamente interessante, sostenibile, ben articolato, mostrando un nuovo  importante interesse verso la nostra provincia e di questo dobbiamo rallegrarci. Vi è la necessità che tutti, istituzioni locali, regionali, vertici aziendali, professionisti, forze politiche e sindacati lavorino in sinergia tralasciando interessi particolari e vigilando sulla celerità e la progressione dei lavori. Ce lo chiedono i cittadini ce lo impone l’Europa. Vagheggiare ancora un ritorno all’indietro sulle aree vaste, a nostro avviso sembra anacronistico e francamente inutile, quando una rimodulazione interna delle risorse che tenga conto della realtà delle province è possibile ed in parte già in atto. Azione auspica che i direttori di zona distretto e di presidio divengano ancora di più punto di riferimento e si dia  nuovo vigore al consiglio dei sanitari Queste sono tutte azioni possibili senza ricorrere  continuamente a nuove leggi e leggine."

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