Donati e Sileno: "Ritardi sulla riapertura del Museo dell’oro, ridotta l’offerta culturale e mortificata l’identità della città”
I pezzi sarebbero ancora incellofanati e il ritardo dovuto al Covid, per Donati e Sileno, adesso non è più accettabile
“Preoccupazione e sconcerto. Questi i sentimenti che prevalgono dopo la risposta all’interrogazione che abbiamo presentato lo scorso consiglio comunale sul Museo dell’oro." Questa la dichiarazione di Marco Donati e Valentina Sileno di Scelgo Arezzo in merito al ritardo con cui si sta procedendo con l'allestimento e l'apertura del Museo dell'Oro con i pezzi che pare siano ancora incellofanati nelle stanze del palazzo di Fraternita.
"La storia è nota ma vale la pena ricordarla: nel maggio 2017 il museo venne inaugurato alla presenza dell’allora presidente del Parlamento Europeo, di seguito è stato siglato un protocollo fra Regione, Arezzo Fiere e Congressi, Comune di Arezzo e Fondazione Guido d’Arezzo per la condivisione di un progetto di valorizzazione della collezione. Poi è arrivato il Covid a complicare il tutto ma gli 82 capolavori firmati dai maestri italiani e internazionali, realizzati ad Arezzo e che si trovano a palazzo di Fraternita, sono attualmente ‘incellofanati’. Il protocollo suddetto conteneva un dettagliato crono-programma delle attività da realizzare: adeguamenti edilizi, allestimento espositivo, fino a prevedere nel dicembre 2020 l’apertura al pubblico. Se quest’ultimo termine, per noti motivi, non poteva essere rispettato, è arrivato il momento di capire, dopo sei mesi, se almeno è stato aggiornato, assieme all’intero crono-programma. Che ne volete fare, chiediamo alla giunta, del Museo dell’oro? Dalla risposta ottenuta, capiamo soltanto che è ancora tutto in alto mare e, ad esempio, docenti che volessero portare i loro studenti a visitarlo troverebbero le porte sbarrate. Anche su questo argomento, per usare un gergo rugbystico, più che di oro per la giunta Ghinelli si può parlare di cucchiaio di legno”.