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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Medicina nucleare, Dindalini (Pd): "Asl vastissima, serve deroga al decreto Balduzzi"

Il primo a lanciare l'allarme è stato il Calcit di Arezzo. "La Medicina Nucleare di Arezzo sarà declassata" ha annunciato il comitato con una nota lo scorso 2 gennaio. Un provvedimento che, secondo il Calcit, andrebbe a intaccare  un servizio che...

Il primo a lanciare l'allarme è stato il Calcit di Arezzo. "La Medicina Nucleare di Arezzo sarà declassata" ha annunciato il comitato con una nota lo scorso 2 gennaio. Un provvedimento che, secondo il Calcit, andrebbe a intaccare un servizio che "dispone della Pet-tac acquistata nel 2005 dal Calcit di Arezzo con i soldi dei cittadini e che esegue circa 1700 esami all’anno (500 circa da fuori provincia e regione)". Puntuale l'indomani è arrivata la risposta della direzione generale: "Nessun declassamento, nel nuovo riassetto aziendale la direzione ha dovuto rispettare il decreto ministeriale n. 70 che prevede una sola unità operativa complessa di medicina nucleare in area vasta. Tra le aziende sanitarie e l’azienda ospedaliera, considerato il livello specialistico dell’attività di cui si parla, la scelta di dove mantenere l’unità complessa è stata obbligata su quest’ultima".

Sull'intera vicenda si è scatenato il dibattito politico. Dal sindaco Ghinelli, alla senatrice Mattesini sono scesi in campo per difendere questo servizio.

Adesso sull'argomento interviene il Pd provinciale, con il segretario Massimiliano Dindalini che prende in esame il decreto Balduzzi e chiede una sorta di "deroga" in virtù dell'estensione territoriale della Asl "che va da Orbetello fino a Badia Tedalda":

"Il decreto prevede che le Unità complesse di Medicina Nucleare siano una ogni 600mila abitanti. Ma la Toscana Sud Est, ovvero le province di Arezzo, Grosseto e Siena, contano una popolazione di circa 850mila per una estensione territoriale enorme. I margini per mantenere l'unità complessa ad Arezzo ci sarebbero. Inoltre situazioni simili si sono avute per altre unità operative complessa, come quella di Chirurgia Generale: ce ne sono nove, anche se il numero di cittadini. Per questo chiediamo che, vista la situazione particolare, vengano superati i limiti previsti dal decreto. Un ragionamento questo che potrebbe essere esteso anche ad altri dipartimenti della nostra Asl. Ad Arezzo abbiamo una storia importante, una storia legata al Calcit e al mondo del volontariato che ha consentito in questi anni importanti investimenti grazie ai quali anche la Asl è stata messa in condizione di crescere".

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