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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Matrignano, famiglie in consiglio: "Serve una scuola nella zona". Gamurrini e Tanti: "Valutiamo adeguamento o ricostruzione"

Le famiglie di Matrignano questa mattina si sono presentate numerose in consiglio comunale, hanno di nuovo parlato con l'assessore Tanti e il vice sindaco Gamurrini, hanno ascoltato le interrogazioni che sono partite dai banchi dell'opposizione...

Le famiglie di Matrignano questa mattina si sono presentate numerose in consiglio comunale, hanno di nuovo parlato con l'assessore Tanti e il vice sindaco Gamurrini, hanno ascoltato le interrogazioni che sono partite dai banchi dell'opposizione, ma non solo.

Ed è stata proprio la chiusura della scuola materna statale, l'argomento che ha animato il dibattito nella prima parte del consiglio comunale. Le famiglie chiedono spiegazioni in tema di sicurezza e non gradiscono lo spostamento alla Tricca, una struttura già satura anche dal punto di vista del traffico per la presenza di molte sezioni di materna statale, della primarie e delle medie della Margaritone. Nelle risposte di Gamurrini e Tanti le ipotesi al vaglio dell'amministrazione perché ci sia la possibilità di riaprire la materna l'Aquilone di Matrignano. Due almeno le ipotesi in campo: l'adeguamento sismico oppure l'abbattimento e la ricostruzione con materiali ecologici e dai costi meno impattanti.

La prima interrogazione è stata fatta da Francesco Romizi di Arezzo in Comune:

“premesso che a seguito delle verifiche effettuate su quella scuola sono emerse delle criticità e che, conseguentemente, nel giugno 2016 si è affidato a un tecnico l'incarico per un progetto di risanamento; che per gli interventi è stato riconosciuto un contributo ministeriale di 208.000 euro; che nella variazione al piano triennale delle opere pubbliche, novembre 2016, è stato inserito questo intervento, poi confermato nel 2017 e definito 'adeguamento strutturale della materna di Matrignano' per un costo di 600.000 euro. A un certo punto si apprende che questo adeguamento è troppo oneroso e che gli alunni saranno spostati altrove. Un iter che rileva contraddizioni evidenti. Genitori e insegnanti non sono stati coinvolti, a iscrizioni peraltro avvenute. L'accorpamento prospettato alla Tricca metterà in crisi anche questa scuola. Perché si è dato seguito al percorso progettuale sulla scuola fino all'approvazione del Consiglio Comunale e poi si è fatto marcia indietro? Perché le famiglie non sono state coinvolte? Perché non si demolisce e ricostruisce la scuola anche con materiali innovativi?”.

Ha fatto seguito quella di Alessandro Caneschi del Partito Democratico:

“chiediamo che la risposta sia data direttamente dal sindaco. Corrisponde al vero la notizia della volontà di chiudere la scuola? Oppure i lavori verranno eseguiti e la scuola riaprirà? Noi ci batteremo perché la scuola sia mantenuta, a fronte dell'incertezza in cui ci lascia l'amministrazione, specialmente in merito a modi e tempi”

Dai banchi della maggioranza alcune questioni sono state poste dal consigliere comunale Roberto Bardelli che ha fatto una proposta specifica:

“chiedo che per altri due anni sia permesso alle famiglie di usufruire di questo plesso scolastico, interrompendo le iscrizioni per gli anni a venire, perché ci sono tante frazioni limitrofe che necessitano di una scuola di riferimento”.

Anche il Movimento Cinque Stelle si è occupato della vicenda:

“si tratta di un edificio tra i più recenti per il quale non è chiaro il destino. Quali risultati sono disponibili a seguito della verifica sismica e statica sulla scuola? Quali modifiche alla viabilità sono previste nella zona? Si dice che il 31 marzo ci sarà una riunione con i cittadini durante la quale verranno forniti dei documenti. Oggi non poteva essere fatto? A proposito: in questo momento, mentre stiamo parlando, i bambini stanno andando in quella scuola”.

Il sindaco Alessandro Ghinelli chiamato in causa ha delegato i due assessori competenti per le politiche scolastiche e per la manutenzione:

“la garanzia che dà il sottoscritto è che quanto fatto dalla giunta è corretto. La vicenda s'inserisce in un quadro scolastico generale non all'avanguardia: gli immobili non offrono un panorama di sicurezza e questo crea dei problemi oggettivi. L'amministrazione opera per livelli di competenza per cui le risposte specifiche le daranno l'assessore Tanti e il vicesindaco Gamurrini”.

La prima a intervenire è stata l'assessore Lucia Tanti che ha spiegato:

"Da sempre la qualità dell'offerta formativa si fonda su due pilastri: sicurezza degli edifici e continuità educativa. Noi potevamo sospendere le iscrizioni, sancire definitivamente la chiusura di Matrignano, lasciare sole la famiglie, mortificare ogni continuità educativa. Abbiamo deciso di dare una risposta seria, di responsabilità e in prima persona. Di fronte alle incertezze, abbiamo messo un punto fermo: se da una parte siamo consapevoli di creare un disagio perché è tempo di mettere mano all'edificio, con l'altra abbiamo tenuto il punto sulla continuità educativa assumendoci direttamente l'impegno di non separare i bambini dall'esperienza educativa fin qui fatta. Ecco perché li spostiamo tutti insieme in un'altra sede che risponde alla stessa zona, allo stesso plesso, con i medesimi insegnanti, a poca distanza da un immobile che esce dalle buone intenzioni ed entra finalmente all'interno dell'attenzione dell'amministrazione comunale. Se quindi c'è un disagio, questo è frutto di scelte responsabili sulla sicurezza degli edifici e a questo disagio abbiano risposto evitandone un altro: interrompere la continuità educativa che non è seconda alla sicurezza ovvia degli edifici se vogliamo garantire un sistema formativo serio”.

Le risorse e i lavori nella risposta del vicesindaco Gamurrini:

“Il Comune conosce i problemi di Matrignano dal 2013 - ha ricordato il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini - dunque qualcosa poteva essere fatto. Nel 2015 apparve un capitoletto da 100.000 euro, finanziato con alienazioni di immobili, cifra insufficiente a qualsiasi operazione di adeguamento. Dopo il nostro insediamento abbiamo rilevato che la cifra necessaria per i lavori era di 600.000 euro. A febbraio di quest'anno abbiamo saputo che i 200.000 euro ministeriali erano solo per l'adeguamento sismico della scuola, senza possibilità di destinarli diversamente. La decisione presa è stata dunque quella di trovare una soluzione alternativa per questi bambini. La Tricca non sarà certamente ottimale per logistica e distanza ma le aule disponibili ci sono, più grandi di quelle di Matrignano, e la consideriamo una soluzione tampone. In questi giorni, nel frattempo, stiamo facendo delle verifiche, anche quella di demolire e ricostruire la scuola, non è detto che costi di più dell'adeguamento”.
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