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LeU manifesta con Cgil: "Fermiamo una guerra quotidiana: basta morti sul lavoro"

Nel 2018 in Italia sono già 470 le persone che hanno perso la vita a causa di incidenti sul lavoro. Più di una morte al giorno nei cantieri, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle strade e, accanto alle morti, si registrano migliaia di infortuni...

Nel 2018 in Italia sono già 470 le persone che hanno perso la vita a causa di incidenti sul lavoro. Più di una morte al giorno nei cantieri, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle strade e, accanto alle morti, si registrano migliaia di infortuni, alcuni anche molto gravi.

Per Liberi e Uguali di Arezzo "questi numeri costituiscono il tragico bilancio di una vera e propria guerra quotidiana. Arezzo e la Toscana forniscono un triste contributo a questo bollettino, come si è visto nelle ultime settimane e anche sulla scorta dei dati degli ultimi anni forniti dall'Inail".

LeU elenca le cause di uno stillicidio che nulla hanno a che fare con la fatalità. "Questa tragedia infinita è il frutto di un processo che ha svalorizzato il lavoro, specie quello manuale e più pericoloso, trasformando una parte dei lavoratori in oggetti usa e getta. E' il prodotto di una competizione selvaggia giocata sulla pelle delle persone che impone di fare in fretta, costi quel che costi, talvolta sotto il ricatto del posto di lavoro, di subappalti marci, di precari ai quali non è stato insegnato neppure l'abc della prevenzione, di anziani con riflessi meno pronti costretti a lavorare ben oltre i sessanta anni. Queste morti - prosegue Liberi e Uguali - sono il risultato finale di minore prevenzione, minore formazione, minori controlli".

Secondo LeU "i governi passati non hanno fatto la loro parte per contrastare questa deriva, mentre quello attuale ha in testa solo la demonizzazione di altri esseri umani, i migranti, anch'essi vittime di un tempo dove si sono sgretolati i basilari valori della convivenza civile e le conquiste di civiltà, compreso il diritto a non perdere la vita per il lavoro".

Di fronte a questa situazione Liberi e Uguali sostiene che "è ora di voltare pagina sul serio: la cultura del lavoro e della sicurezza dei luoghi di lavoro devono essere il cuore di una battaglia di civiltà da combattere con fatti ben precisi. Quindi - conclude LeU - servono etica e responsabilità della salute e della sicurezza da parte degli imprenditori, prevenzione strutturale certa ovunque, formazione assicurata a tutti, maggiori e più

stringenti controlli da parte delle autorità competenti, messe davvero in condizione di agire. Tutto ciò è dovuto ai lavoratori e su questo si misura la volontà della politica".

Per sostenere questa lotta LeU parteciperà al presidio presso la Prefettura di Arezzo il 30 agosto, promosso in occasione dello sciopero indetto dai sindacati metalmeccanici di CgilCisl-Uil.

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