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Sull'aborto

Legge 194, Sinistra Italiana Arezzo: "La Toscana è ancora la terra dell’autodeterminazione delle donne?"

Delegati aretini alla manifestazione che si è tenuta a Firenze nei giorni scorsi per chiedere la piena applicazione della legge 194

"La Toscana è ancora la terra dell’autodeterminazione delle donne?” E’ la domanda che pone Sinistra Italiana di Arezzo riferendosi alle inadempienze della Regione Toscana a guida Pd nell’applicazione della Legge 194/1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza.

"La Regione - sostiene Sinistra Italiana - non ha ancora dato applicazione alle Linee guida emanate nell'agosto 2020 dal Ministero della Salute, che prevedono la pratica dell'aborto farmacologico per mezzo del farmaco Ru486 anche nei consultori familiari. L'inerzia della Regione, tra l'altro, non consente la somministrazione delle pillole abortive con un unico accesso, costringendo le donne a presentarsi ben quattro volte nei presidi sanitari. Così come risultano ancora senza effettivi riscontri, le numerose richieste di potenziamento della rete di consultori, indispensabile per rendere effettivamente esigibile il diritto di libera scelta delle donne, garantendone la salute e la sicurezza”.

Per questi motivi Sinistra Italiana ha aderito e partecipato alla manifestazione pubblica promossa negli scorsi giorni davanti la sede della Giunta regionale. L’iniziativa è stata lanciata dal Coordinamento 194 e da altre associazioni, tra le quali il Coordinamento Donne CGIL Toscana, Non una di meno, Arci, il Giardino dei Ciliegi, Associazione Luca Coscioni, che da tempo e senza risposte denunciano le gravi inadempienze della Regione nell'applicazione della legge 194.

“Eravamo abituati a considerate la nostra regione all’avanguardia nell'affermazione dei diritti delle donne, tanto che per prima in Italia riconobbe l’uso della Ru486 - conclude Sinistra Italiana - ma da qualche tempo a questa parte non è più così. Chiediamo a Giunta e Consiglio regionale di recuperare subito i passi e il tempo perduti su questa importante questione”.

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